Turangalila – Lazarus Taxa (Private Room Records)

Rock pischedelico costruito attorno ad una ricerca sonora importante dove la potenza e l’energia si sposano indissolubilmente con un bisogno intrinseco e primordiale di costruire strutture pesanti, rumorose, fragorose, a ricoprire di lava vulcanica paesaggi sonori bruciati dallo scorrere dei giorni. Lazarus Taxa è un disco che ha una certa complessità interiore. Le scelte stilistiche si rifanno sicuramente alla scena stoner heavy psych, il tutto condito da rimandi agli anni novanta e ad un certo modo di fare musica che abbraccia la passione underground nel creare un qualcosa partendo dal vuoto intorno. Sono dieci tracce composite che iniziano in grande stile con Wow! Signal per poi proseguire con i singoli degni di nota Antonio, ragazzo delfino e To the boy who sought freedom, Goodbye senza tralasciare la tilte track o le desertiche ambientazioni di A pilot with no eyes. I Turangalila, con questo disco, fanno dell’esperienza un punto necessario per comprendere le architetture interne e componibili di un album intenso e granitico trasportato da un flusso invisibile che scorre inesorabile.


Capitano Merletti – Medusa (Pipapop Records/Beautiful Losers)

Medusa, Vol. 1 di Capitano Merletti su Amazon Music - Amazon.it

Un Samuel Ervin Beam nostrano in grado di utilizzare, con passione unica, uno stile folk impreziosito da una psichedelia ben suonata e pensata pronta a stupire e a condensare, in un unico, lungo disco, ponti che collegano il passato con il presente, gli anni sessanta e la scena americana dei primi duemila ad abbracciare l’introspezione nel costruire strutture intime di notevole pregio. Alessandro Antonel, in arte Capitano Merletti, è un autore che sa emozionare abbracciando stili in contemplazione e cercando, nella prosa, nella canzone, una visione d’insieme particolare, a tratti primordiale, ma ben condita da una solida base fatta di sperimentazione e stile classico, senza troppi orpelli, equilibrando le forze in gioco. Medusa è un album complesso, stratificato, verboso. Si apre con The summer is always new e termina con Sunday a stabilire un percorso, un diario di vita, un ciclo in perenne mutamento. Un insieme di pezzi in stato di grazia che legano la malinconia al filo del ricordo, trasformando, il futuro che avanza, in un qualcosa che odora di leggera purezza.


Oslo tapes – Staring at the sun before goin’blind(Echodelick Records/Sound Effect Records/Grazil Records)

Staring at the Sun before goin' blind | Oslo Tapes

Post rock cantato in stato di grazia fragoroso e concentrico perpetuato a dovere e lasciato ridondante a decantare attraverso composizioni surreali che attingono vitalità da una scena targata novanta e impreziosita da un racconto che diventa viaggio emozionale fatto di cesellate macchine analogiche messe a disposizione per creare l’imprevedibile. Prodotto da Amaury Cambuzat dei Faust e degli Ulan Bator questo Staring at the sun before goin’blind è un album ammaliante e profondo dove il senso dell’arte viene esplicato, tradotto e reso fruibile grazie ad un comparto tecnico importante, mellifluo, ma nel contempo tangibile e concreto tra passaggi acidi e inesplorati abissi a traghettare l’ascoltatore verso questo e altri mondi. I God in an astronaut incontrano i Can e gli italiani Dresda per dare luce all’oscurità che avanza, mescolando stile e passione e donando una surreale e magica psichedelia all’intera fatica creata per un disco incredibile.


The cosmic gospel – Cosmic songs for reptiles in love (Bloody Sound)

Potrebbe essere un'immagine raffigurante coccodrillo

Viscerale intenzione di scardinare il pop attraverso una psichedelia macchiata di alternative che profuma di Blur e Beatles in un disco davvero unico e riuscito nel panorama musicale attuale. Stiamo parlando di The cosmic gospel, artista marchigiano in grado di trasformare la quotidianità in una musica capace di attraversare gli stili odierni e nel contempo suonare maledettamente bene. Le contorte visioni di un Badly drawn boy nostrano colpiscono grazie ad un uso sapiente della forma canzone sposata ad una musica di qualità, introspettiva, sussurrata, distorta quanto basta, parlata e costruita nel delineare nuove prospettive. Otto pezzi di immacolata bellezza, otto canzoni che attraversano stanze vuote riuscendo ad arredarle con gusto e bisogno intrinseco di dare armonia al sentito e al vissuto. Da It’s forever midnight fino a toccare apici importanti con le centrali Hot car song e Psychrolutes marcidus man, The cosmic gospel, all’anagrafe Gabriel Medina, ci regala un disco che riesce a brillare di una luce che profuma di meraviglia.


Tristitropici – Magical animal (Slowth Records)

Europa e cultura elettronica: Emptyset

Afferrare l’inafferrabile attraverso psichedelia in diffusione che regala attimi di introspezione sonora attraverso emblematiche e sulfuree visioni che imbrigliano l’etere e circondano i costrutti di sostanza perennemente carica di energia pronta ad esplodere. Il disco dei Tristitropici, al loro ritorno, riesce ad essere incisivo nella dissonanza ricreata regalando una prova dal sapore ancestrale ricca di rimandi ad una scena letteraria fatta di territori inesplorati, di viaggi infiniti e divagazioni sonore che riescono ad entrare nel cuore di chi ascolta. Sono sei tracce sulfuree, difficili da addomesticare. L’opening theme riesce a dare luce a ciò che deve venire. Molle mare, Car sharing, il singolo storto Posthuman e poi ancora le lisergiche Cowboys, Lemongrass sono pezzi di uno stesso quadro d’insieme di notevole fattura. Magical animal è un disco fatto di improvvisazione e meticoloso abbandono. Un bisogno unico nel ricercare il passato in un’altra dimensione.