Mac/Corlevich – Rain or shine (XO La Factory)

Musica d’autore impregnata di sensazioni viscerali che parlano di interiorità sporcata da una malinconia che riesce ad inglobare diversi tipi di vibrazioni perpetuando sensazioni che non lasciano via di scampo, tentando di scavare nel cammino delle difficoltà umane. Il disco del duo veronese Mac/Corlevich riesce a ricreare atmosfere americane conservando una forte connotazione europea che strizza l’occhio al Nord Europa e ad una matrice alternative interiorizzata e soggettiva. I pezzi atmosferici ricreano momenti cinematografici permettendo all’ascoltatore di entrare dentro a sentieri già battuti, ma sicuramente emozionanti, dove la delicatezza della chitarra acustica si sposa ad una voce profonda e graffiante. Rain or shine è un album che suona stratificato pur mantenendo una sorta di immediatezza che rende l’ascolto facile sin dalle prime battute. Un disco, questo, elegante che profuma di bellezza e meraviglia, di semplicità autentica, di evoluzione perenne.


Giulio Cantore – Evasivo (Brutture Moderne/Bajun Records)

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La poesia musicale di Giulio Cantore è un dedalo, un labirinto furioso di suoni da camera che si scontrano con il jazz e la world music. Un agglomerato urbano di paesaggi mai troppo definiti a colorare di vapore e nuvole brillanti una serie di intenzioni che si sposano con quel desiderio sempre vero e reale di colpire, di creare, di trasformare la vita in cui viviamo in qualcosa di bellissimo e lucente. Solo l’artwork vale l’acquisto dell’intero album. Un sontuoso origami che come ninfea si apre schiudendo un tesoro sopraffino, un tesoro che brilla come stella irraggiungibile, lontano dal mainstream contemporaneo per un disco dove la caratura degli attori in campo riesce a dare un valore aggiunto alle musiche messe in scena. Un teatro della vita, polaroid lasciate ad asciugare, momenti che non torneranno più, ma che risplendono come le parole migliori per un album complesso nella sua forma strumentale e che prova a perpetuare attimi di pura meraviglia che non diventano mero, puro intrattenimento, ma piuttosto un’elevata forma d’arte priva di barriere.


Chianluca – Vivere all’infinito (VREC)

Vivere all'infinito - Chianluca | Foxy Lady Ascolta

Psichedelia raccolta e racchiusa ad intensificare momenti di cantautorato che si sposano con una serie di generi che via via imprimono certezza e potenza a sonorità sghembe che però riescono a ritrovare una sorta di spazio vitale racchiuso nelle molecole temporali di questo vivere. Chianluca ci regala un album sospeso, di difficile categorizzazione, ma in grado perennemente di ricercare uno spazio vitale nelle costruzioni, nelle architetture create. Dentro ci possiamo ammirare un pop sopraffino sporcato dal rock e dal progressive per un risultato ben lontano dagli stilemi della quotidianità. Destabilizzante l’interpretazione di Emozioni di Lucio Battisti, riusciti poi i singoli Girasoli ed Eclissi di marzo per un album ricco di sfumature che non si risparmia e che riesce a trovare una sorta di pace mistica nelle numerose elucubrazioni proposte. Un lavoro certosino, questo, dove il carattere personale del nostro esce nella sua interezza scolpendo di bellezza soluzioni non sempre semplici e immediate. Un disco d’insieme originale e introspettivo.


Carlo Rizzolo – Four corners (VREC)

Carlo Rizzolo - Four Corners (Radio Date: 29-02-2024)

Viaggi mentali nell’America lontana, viaggi che diventano elemento essenziale per comprendere una poetica che si affaccia alla strada raccontando di momenti, ricordi, realtà e quotidianità che non ritorneranno più. Carlo Rizzolo ci regala un album sopraffino, elegante nella sua semplicità, ma complesso perché riesce a parlare, con disinvoltura, di attimi e sensazioni, di tavolozze colorate e imbrigliate in ciò che è stato. Sono canzoni che si lasciano accarezzare. Pezzi di sostanza che ricordano il Neil Young migliore in una sorta di bolla anacronistica che brilla di luce propria. Nelle tracce proposte entusiasmano la title track d’apertura, Sitting bull, Not only a father, ma anche brani della caratura di Mother nature, I’m a dreamer, a ricercare, nel diario di vita, quella polaroid scomparsa, un inno all’attesa, un sentire dolce amaro che abbraccia l’universo intero. In Four corners suonano, tra gli altri, Davide Pezzin e Davide Repele a sottolineare l’importanza di un disco che con disinvoltura si stacca nettamente dalle mode del momento, garantendo una qualità intrinseca davvero affascinante e unica.


Esserescoria – Esondazioni (Overdub Recordings)

Musica d’autore non prettamente incasellata che avanza in modo estroverso e mai timido all’interno di quel vuoto da colmare con le sensazioni e i bisogni di chi riesce a dire ciò che sembra non avere un fine. L’album di debutto di Essescoria, all’anagrafe Riccardo Tomasetti, è un disco fatto di innumerevoli sfumature, di costruzioni realizzate con la materia dei sentimenti, accompagnate da una voce e da una struttura generale in bilico tra Nicolò Carnesi e Edda a ricoprire di pensieri melliflui una musica fatta di vissuti e di circostanze legate inevitabilmente alla quotidianità. Esondazioni si arrampica sulla forma canzone con stile personale e i protagonisti delle canzoni sono persone di tutti i giorni alle prese con le peripezie di una realtà che spesso ci chiede molto più di quello che possiamo dare. Dal singolo riuscito Io ratto tu serpente fino a La comodità del male il nostro costruisce una macchina di sentimenti mescolata alle passioni di una vita intera.


Alex Ricci – Mete (Freecom/Cosmica)

ALEX RICCI - Mete - Radiocoop

Caleidoscopio di suoni e colori ad intrecciare una sorta di cantautorato non troppo meditativo, ma ricco di rimandi sostenibili ad una scena fatta per creare emozioni e comunicare grazie ad un sodalizio unico che affronta una commistione di generi in grado di diventare materia preponderante per la creazione di questo disco. Mete segna una partenza, ma mai un arrivo. Sono buoni propositi, intenzioni, desideri che si fanno punto esistenziale per dare vita a canzoni che non si prendono troppo sul serio, ma cercano un ammiccare pop nel panorama saturo della canzone italiana. Tre singoli, Dimmi, Sempre ti porterò, Difendi con i denti che trasportano l’ascoltatore in territori diversificati a rimarcare, ancora una volta, una sorta di appartenenza con l’universo circostante. Alex Ricci ci regala un album che cerca nella complessità la semplicità vissuta di una vita intera. Un insieme di pezzi, tra cantato e strumentale, diretti in modo impeccabile e suonati con l’anima.


Verrone – Legna per l’inverno (Disordine Dischi)

VERRONE - LEGNA PER L'INVERNO - TuttoRock Magazine

Incrociatori sonori che si aprono sulla nebbia autunnale riuscendo ad incastrare poesie da diario di vita esistenziale capaci di sovrastare emozioni su emozioni per dare un senso nuovo ai sentimenti e all’amore come punto di partenza per i sogni e le ambizioni future. Il disco di Verrone, un piccolo Ep di pregevole fattura, riesce ad affrescare acquerelli mescolati al pop e alla musica d’autore. Dipinti di suoni che ammiccano alle melodie nordiche e alla musica underground italiana più sopraffina. Un continuare a chiedersi, ricordi che non svaniscono, fotografie di un tempo che non c’è più o che deve essere ancora creato. In legna per l’inverno c’è Colapesce, Nicolò Carnesi, i Perturbazione, Niccolò Fabi, una messa in scena dove tutti gli elementi utili alla narrazione sono parti essenziali di un tutto che via via si apre lontano. Ecco allora che i pezzi scivolano omogenei tessendo trame di silenzi e di cantati che abbracciano e confortano. Una buona prova d’insieme strutturata a dovere dove il dolce amaro narrato ha il profumo di un elegante mondo composito e stratificato.


Pino Nuvola – A fronte praecipitium, a tergo lupi (Pipapop Records)

Sopraffini momenti acustici che intensificano le metafore di una vita intera incapsulate all’interno di un volere/potere che gioca con il fattore dell’autonomia all’interno di scatole ermetiche quotidiane intrise di bellezza e meraviglia da scoprire. Una sorta di disco concetto costruito attorno a sonorità e architetture che sanno ricreare un senso di costrizione e di libertà, un ossimoro decentrato fatto di sogni e speranza da raggiungere. Il camoscio e il salto per fuggire dai lupi, la scelta, il pensiero astratto oltre la ragione, la chiave di volta per tutte le ambizioni necessarie. Pino Nuvola suona fingerpicking, ma utilizza anche accordature aperte. Una ricerca costante, in equilibrio, un modo diverso di essere attuali nel presente senza dimenticare il passato. Creato da Pino Nuvola, all’anagrafe Stefano Durighel e registrato, mixato e masterizzato da Tommaso Mantelli, uscito per Pipapop Records, A fronte praecipitium, a tergo lupi è un album fatto di costrutti e sensazioni, un cerchio concentrico da cui partire per dare un senso diverso alla parola libertà.


Marco Lippini – Simple stories (Entusiasta dischi)

Simple Stories

Partire dalle storie semplici per creare qualcosa di unico ed eccezionale. Amplificare le vedute per uscire dalle stanze comodamente adagiate dipingendo quadri di vita domestica inglobate nella quotidianità e pronte a risplendere grazie ad un cantautorato che sa osare che oltrepassa i cliché e che cerca di trovare una propria via di conforto nel marasma della musica attuale. Il cantautore toscano Marco Lippini riconosce la grandezza immaginifica della musica del passato e il suo è una sorta di excursus ricco di rimandi ad uno stile che con delicatezza apre le porte del nostro costruire mondi, parallelismi, architetture indipendenti e coinvolgenti nel tentativo di identificare i passaggi necessari, le coordinate geografiche di questa realtà. Un po’ in inglese, un po’ in italiano, da Tom Mcrae fino a Elliot Smith, il nostro ci accompagna in un percorso personalissimo e sincero. Un cammino dove ogni cosa illuminata sembra vivere di vita propria e dove ogni passo acceso segna un passaggio necessario tra poesia e musica.


Luca Borgia – The flight of a Barfly (Blue Mama Records)

Luca Borgia

Concept album radicale fatto di sostanza e necessità di ricoprire nuovi spazi e accadimenti con una musica che oltrepassa i confini della nostra esistenza per concedersi elementi di oltre mondo da dipingere con i colori del futuro. Si vola di notte, si cerca la luce, ci si affaccia nelle note di una relazione continua tra musicista e ascoltatore, un insieme sostenuto di accenni, bozze, piccoli disegni che sono frammenti necessari per costruire anima e corpo, costruzioni strumentali degne di essere raccolte e interiorizzate per dare nuovo significato all’ambiente circostante. Una prova registrata in acustico, quasi tutta in presa diretta, dove il fulcro stesso della creazione è ricerca sostanziale di un territorio nuovo da scoprire che trova nell’essenzialità la chiave per capire la misura del tutto. Luca Borgia ci regala una prova che ha il sapore d’altri tempi. Un disco che non ha velleità di conquistare consensi a fini commerciali, ma è piuttosto uno sfogo personale nel cammino dell’esistenza dello stesso autore.