-FUMETTI- Emanuele Rosso – GOAT (Coconino Press/Fandango)

Titolo: GOAT

Autori: Emanuele Rosso

Casa Editrice: Coconino Press/Fandango

Caratteristiche: 224pp, colori, 17 x 24 cm

Prezzo: 21,00 €

ISBN:  9788876184628

 

Il più grande di tutti i tempi all’interno di una fantastica storia metafisica e tangibile che lascia senza fiato, sospesi, fino alla fine. GOAT acronimo appunto di Greatest Of All Time è il nuovo romanzo a fumetti di Emanuele Rosso, autore friulano già ideatore e creatore di Passato, prossimo e Limoni qui a cimentarsi con una prova a colpi di dritti e rovesci, macinata a tie break e ad ace improponibili e caratterizzata da una bellezza autentica, necessaria, imprevedibile.

GOAT è la storia di un tennista immaginato, Idris Arslanian che ha un solo scopo nella vita e cioè quello di battere i cosiddetti Fab Four del tennis: Djokovic, Nadal, Murray e Federer. Riuscirà nell’impossibile impresa di entrare con passo sospinto, grazie a vittorie memorabili, all’interno di un circuito che lo vedeva assente da moltissimi anni. Un campione riscoperto che ha saputo trasformare l’abbandono in rinascita, il passato lontano in sogno raggiungibile e soprattutto tangibile.

Emanuele Rosso mette in scena una favola moderna. Una favola contemporanea che ai tecnicismi da appassionati e giocatori saltuari come il sottoscritto, unisce una passione che diventa vibrante emozione pagina su pagina concedendo al racconto margini narrati che incollano il lettore fino all’ultima azione descritta. Il tennis non è solo tecnica è un insieme di coraggio, di intelletto, di fisicità ingredienti che mescolati possono dare vita ad un qualcosa di unico che trova nello sport asimmetrico per eccellenza un punto di contatto con le vicende del nostro protagonista. David Foster Wallace in tutto questo insegna.

Le figure, i personaggi reali sono abilmente disegnati e descritti, la scelta poi dei colori il giallo ad esempio nei flashback l’azzurro e il rosa a raccontare il presente sono espedienti narrativi davvero efficaci che trascinano e sanno ricreare blocchi narrativi ad inventare relazioni interscambiabili, punti di vista, sensazioni condivise e da condividere.

GOAT è una rapida ascesa nell’olimpo del tennis senza però dare risalto al lato prettamente narcisistico di questo sport. GOAT concentra l’attenzione nei confronti di un’interiorità che fa scuola e che diventa prolungamento e radice fondamentale per la più importante vittoria da raggiungere e cioè quella legata alla nostra esistenza. Nel fumetto edito da Coconino l’insperato diventa materia da toccare. Una piccola, grande opera che sovrasta per freschezza e lucidità.  GOAT è una descrizione che si concentra sulla fatica di chi parte svantaggiato, di chi emerge dal nulla per inseguire una visione reale del proprio stare al mondo.


Per info e per acquistare il fumetto:

https://www.fandangoeditore.it/shop/marchi-editoriali/coconino-press/coconino-cult/goat/

 

Nairobi – Nairobi (Wallace Records/Brigadisco)

Venezia e la Sardegna si incontrano, Venezia e la Sardegna costruiscono architetture di mistero ammantate da un’aurea quasi mistica e prorompente che ingloba energia per risputarla al suolo, cambiare le carte in tavola, stupire. Esordio discografico per i Nairobi. Esordio compresso attraverso una musica d’insieme in grado di costruire e dare nuove forme a suoni sperimentali inglobati in una musica che può fare la differenza. Il trio Nairobi riesce a incanalare un viaggio ultraterreno attraverso sensazioni discostanti a ricreare muri di suoni inespugnabili e granitiche visioni di palchi condensati e sciolti al venire del sole. Nairobi è la tempesta che non si fa quiete. Da Winding Tapes fino a Oh, guns guns guns! i nostri costruiscono nuvole di vapore sulfureo ad inventare ponti sospesi nel nostro vagare quotidiano. Ponti di unione dirompenti e inspiegabili.


 

Matteo Muntoni – Radio Luxembourg (Ticonzero)

Molteplicità di mondi, poliedricità a dismisura, passione costante lunga una vita intera per una ricerca di sostanziale miraggio che va oltre le apparenze e regala forti sensazioni ad ogni ascolto. Il disco di Matteo Muntoni convoglia energia e arte, capacità espositiva mai banale e preziosi elementi di contrasto che rendono questa cavalcata eterogenea un grande disco concentrato dove improvvisazione, jazz, prog si fondono, si toccano, si avvicinano e si allontanano per dare vita a qualcosa di originale. Un minimalismo concentrico, fino a toccare sprazzi di psichedelia cosmica che non si accontenta, ma si lascia ammaliare per fondersi confondersi con un vissuto fatto di energia e quiete, calma apparente per mondi a venire. Il disco di Matteo Muntoni parla all’ascoltatore con una maestria e una maturità uniche. Un insieme di tracce che diventano cerebrali e discorsive, tra dicotomie riuscite e sentieri ancora da scoprire.


PGTGS – PGTGS (Bloody Sound Fucktory/Brigadisco Rec/Il Verso del Cinghiale records)

album PGTGS - Split

Split composito di natura ultra fina in grado di attraversare generazioni di musica incorporata a dovere e lasciata a sedimentare per i giorni a venire. Split di profonde visioni quadridimensionali concepite ad arte per cavalcare fasti di un tempo che non c’è più per sudare contingenti, trovare nuovi spazi, guadagnare territori. Tornano i Palmer Generator assieme ai The great saunites con un album trasversale. Due lunghe canzoni, un lato A e un lato B ad intercettare malesseri e umori ad intercettare un flusso rock di coscienza capace di diventare presagio, costrutto, ammirazione. PGTGS è un album sfrontato e pieno, pregno di esistenze in bilico a ricreare arte che diventa magia. Possibili mondi futuri, possibili richiami al passato che ci portiamo dentro ascolto su ascolto.


Lorenzo Del Pero – Dell’amore animale, dell’amore dell’uomo, dell’amore di un Dio (VREC)

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Disco sull’amore e i complicati legami che intercorrono tra arrivare e fuggire, venire e sparire. Album pregno di lirismo barocco che si affaccia sul panorama della musica italiana con fare maturo, mai banale, ma piuttosto inglobato in un bisogno che non è apparenza, un bisogno che si fa ricerca esistenziale per questo e altri giorni a venire. L’album di Lorenzo Del Pero si nutre di un cantautorato, di una musica d’autore mai circoscritta, una musica che ricerca un legame sostanziale con dei vissuti che danno un senso alla vita che ci portiamo dentro. Un insieme di tracce che non risparmia parole, un insieme di tracce che racchiudono morte, dolore, vita, rinascita a lambire territori cari a De André passando per The Niro, Jeff Buckley per un insieme di canzoni imprevedibili, ma nel contempo incisive e vivide, cariche di una bellezza fuori dal tempo.


Blind – Youmanity (VREC)

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Scenari rock e prog si intromettono nel bisogno quotidiano di sedimentare e creare solchi, di sedimentare sensazioni percepibili e potenzialità raccolte nel vivere quotidiano attraverso una musica che partendo da concetti già conosciuti, si ramifica, amplifica, fagocita tutto quello che ci sfiora e con fare deciso e unico potenzia con controllo, potenzia con la giusta naturalità. Il disco d’esordio dei Blind, band toscana di recente formazione, riesce a catturare l’attenzione dell’ascoltatore attraverso suoni famigliari e nel contempo originali, suoni che non deludono, suoni che irrompono come lama sottile nel progresso di questi giorni. Youmanity ingloba visioni e necessità, ingloba uno stile che tenta di ricercare una propria strada da seguire. Da Thank you, passando per The promise, Time to change, Vertigo i Blind creano un disco solido, fresco e altamente impattante.


Olden – Prima che sia tardi (VREC)

Romantiche visioni introspettive affondano il coltello all’interno di ferite mai ricucite e pronte a vibrare azione ascolto su ascolto. Percepibili sensazioni si stagliano all’orizzonte costruendo un’impalcatura di cristallo contro le condizioni meteorologiche di questi nostri tempi malati. Il nuovo disco di Olden, il quinto album in nove anni, è un substrato di coscienza emozionale che ricorda, per certi versi, la poesia contemporanea di Unorsominore e si attesta a ricreare atmosfere che divagano nell’etere e inaspettatamente sono pronte a colpire, sono pronte ad insediarsi pian piano per riaccendere mondi, riaccendere speranze. Prima che sia tardi è un insieme di tracce di una bellezza quasi immacolata. Dalla title track d’apertura passando per Aquilone, L’oca nera, Cuore mio, Fiume amaro cantata con Umberto Maria Giardini nel finale il nostro riesce ad unire malinconia, forma e sostanza in un album concepito per raccontare stati d’animo in divenire e carichi di atmosfera che affondano le proprie radici nella nostra quotidianità in declino. Discone.


Piumolesto – Esoisterico (Jestrai)

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Sovrumane visioni di suoni schizzati nell’etere e al suolo attraverso un contrasto di stramberie decostruite che trasformano l’apparenza in qualcosa di tangibile e reale in grado di attraversare, grazie ad un’elettronica di confine, mondi sovrastanti altri mondi. Il duo mantovano Piumolesto confeziona per Jestrai un insieme di canzoni che fanno della matrice naif un punto di ancoraggio per combattere le solitudini di questi giorni. Le impressioni intensificano il nostro stare al mondo e le tracce create sono garanzia che tutto quello che viene alla luce è frutto di un processo creativo naturale e del tutto unico. Ciò che ne esce, dopo l’ascolto, è un Esoisterico consegnato all’improvvisazione. Un flusso da canalizzare per comprendere a fondo esigenze che partono dal rumore per creare concentrati di lisergiche visioni mai definite, ma piuttosto in divenire.


-LIVE REPORT- Inexorable Tour – Giulio Casale/Alessandro Grazian – 24/01/20 – Circolo Quadro – Cittadella (PD)

Vieni vieni vieni, vieni dentro e credi…ho seguito questo consiglio, ho seguito queste parole, sono andato ad ascoltare Giulio Casale e Alessandro Grazian nel tour Inexorable. Un tour che continua imperterrito dopo l’uscita dell’omonimo disco, per VREC, lo scorso anno. Tappa a Cittadella, in provincia di Padova, al Circolo Quadro. Locale intimo. Un posto dove si ascolta musica di qualità in pieno centro. Non è da tutti, non è poco.

Ritorno a vedere dal vivo Giulio Casale dopo tipo sedici anni. Lo avevo perso di vista, mio malgrado. Nel lontano 2004 c’erano ancora gli Estra e i pezzi del mio diventare adulto ora di tutto quel tempo rimane un cantautore che sa condensare teatralità, forma canzone, rock e pop in una voce davvero unica nel panorama della musica italiana.

Di gente ce n’è. Ci sono persone che sanno le canzoni, le conoscono a memoria. Io mi sono perso tipo un sacco di dischi da solista e una marea di altre cose, ma c’è sempre tempo per recuperare. Tra l’altro sono in compagnia dell’amico Vittorio. Uno che di musica se ne intende parecchio. Uno di quelli che conosce tutti i testi del cantautore di origine trevigiana ed è sempre disponibile ad aiutare il rompi scatole di turno e cioè io nel rispondere a domande sui titoli dei brani e i rispettivi album d’appartenenza.

La coppia Casale/Grazian fa la sua gran figura. Arrangiamenti elettronici in loop si alternano all’uso di chitarra acustica ed elettrica. Alessandro Grazian, ricordiamolo, oltre che cantautore solista vellutato e sopraffino è qui in veste anche di arrangiatore di pregne melodie che abbracciano un ambient atmosferico che guarda a visioni nordiche intessute di un qualcosa di misterioso e irraggiungibile. La voce invece di Giulio Casale si muove nelle profondità più nascoste a raccontare, a scavare questa e altre vite. Soltanto un video, Senza direzione, la cover di Orpheus di David Sylvian, la stessa Vieni sono episodi di rara bellezza e intensità che difficilmente scorderò.

Un concerto segreto e custodito. Un concerto pieno di riflessioni interiori per uno dei cantautori che l’Italia ha ancora bisogno di avere. La poetica con Giulio Casale non risulta celata, ma piuttosto ammanta la sfera intima e visionaria, la accende e la rende indimenticabile, proprio come quelle canzoni che mi porto dentro da quasi vent’anni, proprio come gli attimi che devo recuperare. Alla ricerca di un tempo perduto fatto di vissuti, di emozioni e di (ri)scoperte come quelle di stasera.

Testo di Marco Zordan

Foto di Vittorio Dal Ben


Malmo – Rotazione Rivoluzione (XO)

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Suoni d’oltremanica si tuffano nel mare glaciale ad intrecciare ambizioni che diventano eleganza pronta ad esplodere, pronta a ricoprire di substrato di coscienza tutto ciò che da sempre abbiamo ritenuto inutile, tutto ciò che sembrava perduto. Ritornano i Malmo con un disco composito, egregiamente suonato e ben ponderato in tutte le sue parti. Un album che sprigiona energia e nel contempo abbraccia un senso poetico in grado di attraversare le produzioni post rock degli ultimi anni con qualcosa che lega il cantautorato indie rock mescolato alla musica d’autore. Rotazione Rivoluzione sposa il linguaggio fresco all’introspezione di una musica capace di emozionare grazie a bombarde atomiche che si fanno quiete, riscaldano, consolano. Da Buchi neri fino a Sequoie, passando per Crateri, la bellissima Cerchi concentrici, Wabi sabi e la title track i nostri si impongono sul panorama della musica italiana con un impatto estetico esaltante e una maturità stilistica impressionante. Bravi.