Candreva – Supermercati (Autoproduzione)

CANDREVA: il disco d'esordio “SUPERMERCATI” – MEI – Meeting degli ...

Urgenza in divenire che raccoglie la fretta di questo turbinio contemporaneo per raggiungere vette di contemporaneità indissolubile, vette che non sono nascoste, ma che piuttosto si fanno piena contemporaneità decifrabile. I Candreva ci regalano una prova assai moderna. Sintetizzatori e beat fanno di questo indie pop elettronico un punto di contato con tutto quello che ora va per la maggiore. Il disco di per sé risulta omogeneo, non ci sono picchi esuberanti o canzoni fuori controllo. C’è piuttosto una passionale ricerca nel cogliere l’attimo e raccontare quel determinato momento con una poesia facile, veloce e nel contempo calibrata ed essenziale. Da Sbagli fino a Natale a colori passando per le riuscite Deriva, Distanze emotive questo Supermercati è lo specchio di questa nostra società. Un disco di amori e illusioni che si disperde come fumo nel vento, ma che riesce a lasciare traccia di sé ascolto su ascolto.


O-JANA’ with Miche Rabbia – Inland images (Folderol)

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Incrociatori sonori sempre più vividi e reali si trovano ad affrontare strutture e sodalizi nuovi che intercorrono e attraversano fiumi di immagini e leggere evocazioni di terre lontane e oscurità da riaccendere. Il disco creato dalla pianista e musicista elettronica Alessandra Bossa, la vocalist Ludovica Manzo e per l’occasione la presenza del percussionista Michele Rabbia si aggrappa sul cornicione della vita attraverso atmosfere incantate capace di incontrare una Bjork meno eclettica e le geometrie elettroniche di Lali Puna per un suono che non dà nulla per scontato, ma anzi immagina, crea, aggroviglia, si distende e ancora riparte. Inland images è un processo personale che trova sfogo in tracce come Proud of the accidents, A love story, Primise, Old Keys, Rubber Wall ad intrecciare passato e futuro, ad intrecciare nuova vita e quel senso di libertà che caratterizza l’intera produzione. 


Nowhere – Nowhere (Betulla Records)

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Battiti elettronici intercorrono l’etere sperimentando nuvole e appigli di facile digeribilità intersecando le nostre impressioni che diventano arte anche solo per un istante. Nowhere, in nessun posto, qui, ora indica un’urgenza di comunicare sincopate energie da club oscuro e denso di materia, capace di formare e dare un senso a tutto ciò che ci circonda. Elettronica quindi per il duo torinese formato da Simone Milano e Mattia Nova, un’elettronica che si spinge a ridursi e ad esplodere, a tentare di infrangere regole cogliendo l’attimo e il senso comune di un qualcosa che non deve assolutamente finire. I pezzi creano un circolo, un vortice da cui difficilmente ci si stacca, Modeselektor, Apparat, Nicolas Jaar sono solo alcuni degli spiriti affini legati ai nostri. Questo Nowhere è un disco che nella sua immediatezza profonda amplifica il suono per mostrarcelo da diverse e sempre più interessanti prospettive.

gimlii – Interweave (Xo la factory)

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Intrappolata in una teca di cristallo, tra le montagne siderali e le profondità desertiche, gimlii colora di tinte allucinogene e sintetiche un quadro d’insieme a formare tracce che si dipanano attraverso questo e altri futuri possibili in una coesione e in una immortale eleganza ben scandita dall’incedere del tempo. Interweave intreccia i Radiohead di Kid A, Lali Puna, i Sigur Ros, intreccia la malinconia e l’introspezione a qualcosa di più asettico, ma comunque ben amalgamato in un’elettronica di confine davvero essenziale e da brividi, ascolto dopo ascolto. Il disco della nostra trasforma il minimale in essenziale partendo da wols fino a 0909, passando per be too kind e PLUG in una musica dell’anima che consola e riappacifica, accarezza ed eleva attraverso un cuore che ricerca la propria strada, un cuore che sembra non voler fermarsi mai, tra gli anfratti di questi labirinti che tanto ci appartengono e tanto ci allontanano dal nostro essere interiore.


Souvlaki – Tracks (Elastica Records)

Ritmi sincopati a ricoprire la notte di momenti interiori pronti ad uscire allo scoperto creando opinioni, pensieri, sentimenti messi in campo al suono costante di un’energia che esce ed ingloba traccia dopo traccia. Nicola Piccinelli con un misto di trip hop, house e ambient confeziona quattro pezzi che sono in qualche modo una commistione tra passato e futuro, si fanno portanti e condiscono l’atmosfera sintetica asciugando l’elettronica per dare voce e spazio ad un’energia quasi primordiale, un’energia rappresa e qui convogliata dando luce ed importanza continua a nuove forme di comunicazione. Questo piccolo lavoro è una parte importante nel cammino dello stesso autore, un inizio circolare, un loop continuo che prima o poi riuscirà a trovare una retta infinita da seguire. 


Bad Pritt – Bad Pritt (Shyrec)

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Suoni elettronici che entrano di prepotenza in atmosfere drammatiche e malinconiche dove il rapporto umano e macchina portato allo stremo è identificazione per tutto ciò che verrà in una costante di ritorno che si fa abisso e poi spiraglio di luce. Il disco omonimo di Bad Pritt, progetto solista di Luca Marchetto dei The White Mega Giant, è un connubio di forze che si incontrano al confine del nostro tempo e intessono energie che mai si nascondono, ma che piuttosto sono veicolo simultaneo di aperture verso sonorità attuali, moderne e che ci riguardano da vicino. Si mescolano Massive Attack, orchestrazioni in solitudine da Sigur Ros e il cangiante Erio per suoni che attingono direttamente dall’inconscio un punto di contatto con la parte più oscura di noi. Bad Pritt è un disco che non si accontenta di un solo assaggio, è piuttosto una catena emozionale che ci fa entrare pian piano all’interno di un universo sezionato a manipolato, un universo dove la rarefazione sonora ingloba e non lascia via di fuga perpetuando sincopati battiti e un divenire rivoluzionario.


Bad Pilot – Inverse (Autoproduzione)

Disco bomba ammirevole per il gruppo francese capace di lasciarsi contaminare da un suono electro rock amalgamato alla dance d’impatto che assicura un esito incondizionato e pieno di originalità e rimandi alla scena elettronica odierna. Quello dei Bad Pilot è un insieme di brani davvero consistente e impressionante per immediatezza e ritornelli che colpiscono al cuore, refrain su basi analitiche e suoni magnificamente pop che ricordano quella grande e lisergica psichedelia raccontata dagli MGMT nel loro esordio folgorante Oracular Spectacular. Le quattordici canzoni proposte si sciolgono come caramelle dolci in bocca lasciando un retrogusto di passione difficile da trovare in altre produzioni odierne. Inverse è sinonimo di altissima qualità, una qualità intrinseca che non si accontenta di essere accostata a band come i precursori Daft Punk, ma piuttosto trova un proprio percorso, una propria via laddove il panorama si erge saturo in tutta la sua grandezza e opulenza. Davvero bravi.

Phototaxis – Neverlander (Interstellar Music)

Electro music da Israele per il quarto album dei Phototaxis, disco onirico e compresso in un’elettronica che si avvicina a suoni alquanto moderni e divincolati, suoni che si rendono tangibili fuori dal vapore dei giorni che passano per intercedere attraverso una musica d’insieme davvero estemporanea e sempre pronta a rimarcare la propria appartenenza in elucubrazioni esistenti nella nostra mente e pronte ad esplodere suadenti nel cerchio esistenziale di cui facciamo parte. Le dieci tracce di Neverlander rappresentano una terra promessa che si esprime dalle insistenze in punta di piedi della title track fino a convogliare nei ritmi di All eyes one e Salvation passando velocemente attraverso atmosferiche unioni a canzoni come Same Turn e la finale Annie the Ripper in un condensato di emozioni e passioni che si percepiscono nell’intera produzione proposta. Neverlander è un sogno ad occhi aperti di quelli però vissuti con cognizione di causa, una sperimentazione continua che trova negli appigli del quotidiano un senso profondo e si sforza in modo esemplare di trovare sempre e comunque nuove forme alchemiche di visioni d’insieme e di particolari da far emergere.

Il solito Dandy – Buona felicità (Vina Records)

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Proiezioni ortogonali di realtà che abbattono sensazioni e si rivolgono al cuore più di ogni altra cosa in atteggiamenti quasi iconoclasti dal piglio pop e sbarazzino che inevitabilmente segue la moda del momento. L’album d’esordio di Il solito Dandy è un tuffo nella contemporaneità che rappresenta il nuovo indie moderno se così si può definire, dentro a Buona Felicità ci sono rimandi inevitabili a band come i The Giornalisti in un pop elettronico condito da frasi ad effetto e suoni sintetizzati e sintetici mutevoli in un corollario di storie e avventure amorose che si dipanano lungo tutte e dieci le tracce del disco. Due anni di lavoro e stesura fanno di questo album un prodotto fresco, or ora non originale, ma pieno di rimandi con il passato e ricco di quella capacità interna di far scorrere pulsazioni a beat inoltrati. Da citofoni alla title track passando per pezzi simbolo e singolo come Bisturi e Owen Wilson il nostro racconta spaccati di vita ad ottenere luce e citazioni in una compattezza omogenea che più di tutto è un diario di vita che si domanda e che esplora.

Cumino – Godspeed (Autoproduzione)

L'immagine può contenere: nuvola, montagna, cielo e spazio all'aperto

Viaggi essenziali in ambienti solitari dove l’occasione per ritornare e incontrare un mondo in decomposizione si perde con l’onirico vagare elettronico di un duo composito per eccellenza capace di scrutare l’animo umano, integrare sogni, ambientazioni, emozioni che scatenano e si dipanano lungo l’intero ascolto di questo trattato atmosferico. La musica dei Cumino sembra immediata, ma così non è. I suoni prodotti da Luca Vicenzi e Davide Cappelletti si rifanno alla folktronica di Fout Tet e amplificano le vedute con imprese che dondolano attraverso una coperta calda e ammaliante, un qualcosa che scalda e che ti rapisce fino alla successiva canzone, fino all’ennesimo pezzo d’atmosfera. Godspeed è un album multistrato ingigantito a dismisura dalla bravura dei due musicisti, un disco che racchiude al proprio interno undici tracce tra divagazioni ed elucubrazioni easy listening ed un qualcosa che si conficca nella carne e non riesce più a svanire, almeno per ora.