Surf e rock’n’roll stagionale pronto a smuovere il di dentro attraverso una musica che ingloba pensieri ed evoluzioni grazie ad un sound contemporaneo che strizza l’occhio al passato. I The lake devils, trio proveniente dal Lago d’Iseo, ci consegnano una prova da ascoltare tutta d’un fiato. Un disco concepito non solo per far ballare, ma anche e soprattutto per coinvolgere l’ascoltatore attraverso una musica d’insieme dal forte impatto emozionale con la giusta dose di psichedelia e note ben riposte. Nove tracce che scorrono come l’acqua di un fiume. Nove tracce che si fanno mare, si fanno tavola da surf e imbrigliano la luce del passato per cercare di dare al tutto una nuova forma moderna. Da Lake safari fino a Odissey passando per Summer song, Rag 8, Morning glory i nostri riescono a portare in Italia un pezzo di California.
Monthly Archives: Giugno 2022
Maseeni – Canzoni d’amore del terzo tipo (Porto Records)
Giri di boa e rivoluzioni, statiche visioni in dissoluzione e immagini sempre piene a ricapitolare un momento, un’esperienza, una polaroid lasciata a sedimentare, mai dimenticata allo scorrere del tempo. Il disco di Maseeni racchiude al proprio interno un bisogno sempre vivido e reale di parlare di amore rendendolo tutto tranne che edulcorato, ma piuttosto riuscendo a spogliare il sostantivo che unisce e divide grazie ad una selezione ben ponderata di fatti, metafore leggere, esperienze a descrivere un determinato contesto, un determinato avvenimento. Il nostro incrocia i Beatles a Rino Gaetano in una commistione di cantautorato psichedelico che convince per omogeneità della proposta e per ambizione. Otto tracce presentate. Da Mi hai lasciato solo il cane fino a La fine del mondo passando per pezzi simboli quali Non mi sono mai preso cura di te e Sei una canzone, Maseeni riesce a creare un concept sull’illusione della felicità, sull’illusione che tutto possa durare in eterno.
Notaqnìa – Death of Actaeon (Resisto)
Viaggi cosmici siderali all’interno di anfratti celati che colpiscono per coerenza e unità della proposta attraverso una musica impreziosita da innumerevoli sfumature rendendoci partecipi di un qualcosa di più grande in continua evoluzione. Il disco dei Notaqnìa, duo elettronico che si muove tra Roma e Torino, si basa sul mito di Atteone presente ne Le Metamorfosi di Ovidio e parla principalmente di questa trasformazione, metafora del cambiamento e punto di partenza per amplificare posizioni e vedute. Le tracce portano il nome dei cani di Atteone e si dipanano attraverso bui sentieri che via via incontrano leggeri spiragli di luce a perforare la consuetudine grazie ad un suono ben distribuito e omogeneo. Death of Actaeon è un disco di morte si, ma in parte anche di vita. Un album poliedrico che comprime gli spazi dilatandoli grazie ad una capacità sempre viva di trasformare il già sentito in qualcosa di nuovo.
Vandarko – Falsi eroi (Alka Record Label)
Indie rock a toccare le corde dell’anima attraverso una musica che tocca gli anfratti della coscienza amplificando elementi di sostanziale abbandono e rendendoli più vicini a noi, più vicini al nostro cuore. Rock che prende forma grazie ad una distorsione calibrata che lascia ampi margini di amplificazione grazie ad elementi in continua evoluzione, elementi che oltrepassano l’abitudine per sedimentare un concetto, un pensiero che diventa azione. Il disco dei campani Vandarko è un caleidoscopio di amori finiti male. Nomi di donna si alternano nelle canzoni proposte a costruire un collage di questo tempo, un puzzle emotivo efficace e accattivante. Falsi eroi è un affresco di questa quotidianità. Un’idea in evoluzione che convince e ti scuote dal di dentro.
Me vs myself – Aiòn (Panidea)
Continua la ricerca sonora del progetto Me vs myself, continua attraverso una ricerca costante di bellezza che attraversa l’etere grazie ad un uso sapiente della voce a creare libere associazioni di pensiero che imbastiscono architetture monumentali impressionanti. Aiòn è un disco complesso, ma strutturato a dovere. Un album dove luce e oscurità si incontrano per dare vita a qualcosa di magico che riesce a sfiorare le galassie lontane inebriando di efficacia e sostanza una prova originale, oserei dire unica. L’unico strumento presente nell’intero album è la voce. Voce manipolata, destrutturata, ricucita nel creare sensazioni, emozioni pronte a perdurare nel tempo. Aiòn è un album che trova nella sperimentazione la propria personale ricerca di bellezza.
Il Dallas – Io sono dinamite (Autoproduzione)
Suoni a profusione che riempiono l’etere di parole in grado di comunicare un mondo in decomposizione attraverso un esercizio di stile che diventa essenzialità sospinta e congiunta in un’alterità che sposa il rock d’oltreoceano consegnandoci una prova, a tratti, davvero elettrizzante. Nel nuovo de Il Dallas troviamo echi irrisolti che toccano corde profonde ricordando le sferzate punk di Ferretti nei CCCP per approdare ad una contemporaneità che a tratti si rispecchia nei primi lavori di Il teatro degli orrori. Io sono dinamite ritrova il rock d’autore attraverso il racconto, senza sosta, di una società al limite. Una società che deve fare i conti con i suoi vizi, con i suoi errori. Il risultato d’insieme convince per l’eterogeneità della proposta e per un bisogno sempre vivo e nuovo di comunicare oltre ogni aspettativa.
Alessandro Baris – Sintesi (Otono Records)
Composizioni notturne ricercano la bellezza nell’impossibilità contorta di creare mondi su mondi alla ricerca smodata di sentieri oltre il confine del tempo. Passi quindi strumentali accarezzati dal vento che gira e ingloba, un vento di bellezza sospinta e sempre pronto a garantire essenzialità e purezza nelle forme create. Forme che sono architetture dell’anima. Forme che sono e diventano passi per questa e altre vite raggiunte e vissute. Il disco di Alessandro Baris è una perla di rara intensità, capace di ottenere un risultato contagioso grazie a suoni ponderati e ammalianti, suoni che trovano nell’incontro condiviso il punto necessario di svolta che amplifica le vedute e allarga ogni qualsivoglia forma di barriera imposta. Last letter to Jayne vede la collaborazione di Lee Ranaldo dei Sonic Youth, Embers con la voce di Emma Nolde e Nival con la presenza di Lisa Papineau già al lavoro con gli Air, Jun Miyake, M83. Sintesi è un album apparentemente completo. Un disco che trova nei pertugi dell’esistenza il proprio mondo nuovo da scoprire e inglobare.
Kiko KC – Nessun piano B (Hyper lucid records)
Pop autorale intriso di realtà a sorprendere momenti di calma apparente attraverso una musica che si compone di elementi primari e non lascia via di scampo. Il disco di Kiko KC, batterista di formazione, riunisce la canzone d’autore italiana aggiungendo un tocco di personalità nel vasto e complesso panorama della musica di genere, cercando di trovare una personale interpretazione ai sentimenti di questo tempo. Ecco allora che il nostro tira fuori dal cilindro sette canzoni che spaziano su territori si già ascoltati, ma capaci di donare sempre nuova linfa vitale ad un progetto coraggioso e soprattutto percepito interiormente. Quello che ne esce è un insieme di canzoni che sembrano parlare della nostra quotidianità. Pezzi che ci sussurrano da vicino l’immensa complessità dei rapporti umani.
Ornello – Nato per cantare (Dischi gonfiabili)
Brunori, Calcutta, Rino Gaetano concentrati in un disco dal sound avvolgente, semplice e coinvolgente. Nato per cantare è un disco che usa l’irriverenza per narrare le vicende di questo tempo, usa la sapiente arma dell’intelligenza per raccontarci che tutto sta andando a rotoli, ma con un certo stile. Ornello snocciola canzoni su canzoni attivando l’ironia come ingrediente essenziale per non prendere le cose troppo sul serio intensificando, nell’ascolto, il significato da veicolare. Nato per cantare è un album sincero dove le influenze si sentono, ma non sono così fondamentali. Il nostro cantautore riesce a trovare una propria via di fuga dalla realtà grazie ad un’astuta apertura alle mode del momento condite con tocchi unici e personali. Nato per cantare è un album estivo. Un disco che trova nell’immediatezza il proprio punto di fuga.
La methamorfosi – In dolore (Autoproduzione)
Il suono di Seattle concentrato in Friuli per un rock d’oltreoceano che ricorda le elucubrazioni degli italiani Verdena ad impreziosire di viscere dorate una musica alternativa che non cerca le mezze misure, ma si attesta fondamentale visione di ciò che sarà. La methamorfosi, con il loro secondo disco, ci accompagna all’interno di un mondo destrutturato a dovere in cui la cripticità dei testi si sposa con parti strumentali deflagranti pronte a donare impeto e rivoluzione ad un album in continua evoluzione. Le ali, Madre, Mi soffoca, Tocchiamo il fondo sono gli elementi essenziali e portanti per comprendere una poetica che viaggia oltre confine. In dolore è un disco cangiante. Un album, a tratti, sorprendente.