Pinhdar – A sparkle on the dark water (Fruits de Mer Records)

Pinhdar | Interview | New Album 'Parallel' - It's Psychedelic Baby Magazine

Trip hop ammaliante e unico in grado di percepire stratificazioni ad ogni latitudine e capace di dare un senso maggiore al vuoto cosmico che gira intorno. Il nuovo lavoro dei Pinhdar è una visione multisettoriale di eleganza racchiusa all’interno di tracce che abbandonano il minimalismo del primo lavoro per costruire architetture degne di essere comprese attraverso un ascolto che si fa punto essenziale e a tratti discostante di oniriche immagini psichedeliche che ci accompagnano in un mondo fatto di costrutti essenziali e pronti a stupire. Sono dieci tracce da In the woods fino a At the gates of dawn, passando per Cold river, il singolone Humans, Abysses, in un vortice emozionale che racchiude Radiohead, Portishead, Massive Attack, gli Archive per un suono colmo di rimandi agli anni novanta e ad un bisogno sempre vivo di creare un qualcosa da ricordare. A sparkle on the dark water suona complesso e immediato, un disco davvero interessante e forse unico nel panorama italiano.


Above the tree & drum ensemble du beat – Afrofulu (Bloody Sound)

Above The Tree & Drum Ensemble Du Beat - Afrofulu

Trance sonora ed elettronica quanto basta per farci entrare all’interno di un universo che diventa caleidoscopio colorato ricco di sfumature e tanta sostanza da poter tramandare. Il disco composito del duo formato da Marco Bernacchia e Edoardo Grisogani raccoglie l’eredità di questo tempo per dipingere una personale visione rivisitata di una scena in continuo mutamento e soprattutto in perenne esplorazione. Beat rimontati per l’occasione che profumano di contemporaneità intessendo trame uniche e sopraffine in una sorta di viaggio sonoro in grado di attraversare il tempo e incentrando la prosa in visioni di marasma pronunciato, tra suono metropolitano insabbiato dal deserto che avanza. In Afrofulu ci sono pezzi di canti tradizionali incapsulati tra i discorsi di Malcom X e Martin Luther King, un andirivieni cosmico capace di creare un flusso vitale che si materializza davanti ai nostri occhi, un fiume da incanalare e da navigare. Da Bufalo fino a Sabbie i nostri riescono nell’impresa di portare una sorta di vitalità ancestrale nelle pieghe oscure dei nostri giorni.


molecola – Protovisioni (Tazzina dischi)

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Catturare l’atmosfera attraverso sincopate visioni caleidoscopiche intessute grazie ad un’alchimia fantasmagorica capace di unire un’elettronica mai prettamente di consumo, ma piuttosto una ricerca invitante che avvicina anche l’ascoltatore più incallito in un vortice fatto di manipolazioni digitali e tanto desiderio di sperimentare. Il nuovo disco di molecola, all’anagrafe Marco Testa, è un insieme di vento ed energia, di bellezza sovrapposta ad un’interiorità da scoprire che fa muovere, ma che fa anche riflettere. Un album in stato di grazia dove ogni cosa sembra al proprio posto tra gli esperimenti di Jonsi passando per una dance costruita ad arte e un essenziale bisogno di colorare paesaggi in divenire con l’evoluzione della tecnologia. Ecco allora che il nostro riesce ampiamente a distribuire, lungo tutta la durata del disco, impressioni sempre intense, sviluppando un’eterogeneità riconducibile ad un desiderio che parte dall’improvvisazione e si assesta laddove soltanto pochi sanno arrivare.


Anna Soares – Dionysus (Lost Generation Records)

Dionysus

Meraviglie sonore disincantate producono metamorfosi in divenire toccando vertici di musica sopraffina ad inglobare Massive attack, Björk, Amycanbe in un’apoteosi di chiaro scuri emozionali capaci di entrare dentro e non lasciarti mai più. Nel nuovo disco di Anna Soares si respira un’elegante rappresentazione di ingegno elettronico messa a disposizione di una voce vellutata e perennemente parte di una rappresentazione erotica e di un suono multiforme e accomodante, penetrante e sulfureo, enigmatico e costruito attorno ad un trip – hop che accarezza il pop e lo rende degno di compartecipazione, mai astratto, ma piuttosto calato nella realtà. Anna Soares in questo nuovo capitolo fatto di rituali e e architetture ammalianti si avvale anche delle collaborazioni, in alcuni pezzi, di Dorian Nox, Gennaro Ferraro, Fabio Fraschini, Pasquale De Rosa nel tentativo di dare peso e sostanza ad una prova che trova, nel buio che avanza, una sorta di luce illuminante che come abbaglio ci rende più liberi nelle nostre scelte quotidiane.


Ma.Ca.Bro – Machanè (Iceberg snc)

“Mechanè”

Sonorizzazioni di immagini qui riproposte nel condensare il senso del volo e quel bisogno di impossibile nei confronti della vastità dell’universo che inghiotte l’uomo e lo rende mai del tutto capace di sfidare il domani. Il disco dei Ma.Ca.Bro, duo composito formato da Stefano Danusso e Cristiano Lo Mele dei Perturbazione, è un incontro tra acustico ed elettronico, tra sperimentazione innovativa e passione per la ripetizione da colonna sonora che ricorda band come i Low, i Gatto ciliegia contro il grande freddo in un condensare per poi dilatare spazi, movenze, strade che diventano praterie musicali da dove poter partire per dare sfogo ad una necessità interiore. Mechanè è un album dove l’energia mai esplosa è punto di partenza. Un osservare e un ascoltare, dentro ad un cinema in bianco e nero, le necessità del futuro a sbalordire di sostanza costruzioni registiche che trovano in una sceneggiatura musicale un’avanguardia invitante. I Ma.Ca.Bro osano e trovano, nel loro lento migrare, il proprio sentiero fatto di immediatezza e capacità espressiva.


Wires on Moon – Wires on Moon (Sounzone)

Wires on Moon

Dream pop incastonato e prezioso capace di condensare attimi importanti all’interno di una musica che diventa substrato emozionale in grado di inghiottire elementi di disturbo e riportando, ad una forma primordiale, l’etereo paesaggio dell’anima che risiede dentro di noi. Il duo toscano dei Wires on Moon concentra una musica siderale negli anfratti compositi del nostro stare, ad inspessire una psichedelia di fondo che raggruppa parti mancanti riconducendole ad un’unica interpretazione in rilievo. Musica da cinema suonata e sussurrata. Colonna sonora che dilata spazi e universi disponibili intrecciando melodia e perlustrazione quotidiana di un mondo in divenire. Sono ricordi imbrigliati in polaroid mai dimenticate. Sei pezzi in dissoluzione che fanno i conti con il nostro passaggio guardando al futuro con una sorta di rimpianto verso ciò che è stato. Wires on Moon è un album stratificato dove ogni singolo elemento compone un puzzle virato seppia da assaporare per il resto dei giorni.


AGA – Imagine (Drummer caffè)

Prodotto elettronico mutevole e cangiante attanaglia l’ascoltatore grazie a sedimentazioni rock che diventano pop imbrigliando di luce un suono ben cesellato e sicuramente di grande effetto. Il terzo disco di AGA, all’anagrafe Alessandro Antolini, è un concentrato di musica autorale che si sposa inevitabilmente con un qualcosa di arcano, celato, portatore di elementi compositi che ricordano la scena indie rock degli anni duemila dai Bluvertigo ai Sux! di Giorgio Ciccarelli. Il risultato è una corsa amalgamata agli stilemi contemporanei nel tentativo di descrivere intrecci di vita, istanti, amori in dissoluzione, giorni andati a male. Imagine è pura contemplazione e specchio delle nostre vite. Un album che suona a tratti rarefatto, a tratti diretto, per un insieme dipinto capace di smuovere il nostro tutto già in partenza definendo poi gli indefiniti arrivi e ricostruendo, lungo il percorso, una sorta di strada che conduca verso casa.


Armando Cacciato – Lo stato delle cose (Circuitisonori)

Profumo di realtà mai edulcorata, ma piuttosto sintetizzata e riproposta attraverso una riscoperta degli anni ottanta e di quel pop non da classifica, ma ricco di sfumature e intelligente vitalità che sa donare spazi di ricerca e nuove soddisfazioni da intraprendere. Il disco di Armando Cacciato raccoglie ciò che è stato grazie ad un suono coinvolgente e grazie anche ad un lirismo di facile presa che si può percepire in tutte le dodici tracce proposte. Fusioni di melodie d’oltremanica raccolgono l’eredità del cantautorato italiano, Battiato e Graziani su tutti, per un risultato d’insieme fresco e nel contempo graffiante, capace di smuovere quel qualcosa dal di dentro che inevitabilmente diventa parte essenziale di questo nostro costruire. Lo stato delle cose è forma e sostanza. Un’idea di musica che porta con sé l’entusiasmo e la passione di chi ancora crede che tutto questo sia materia essenziale per comunicare.


Mundial – Culacchi (Discographia clandestina)

Culacchi

Seconda prova per il trasversale progetto di Carmine Tundo, Roberto Mangialardo e Alberto Manco, ad intrecciare elementi electro con un suono di confine mai stagnante,  pregevole nella fattura e nell’insieme d’atmosfere ricreate. Un disco analitico, complesso, pieno di rimandi ad un mondo arcaico che parte dai suoni di una terra madre, la Puglia e si riscopre portatore di eleganza nella modernità soppesata e distribuita all’interno di pezzi che hanno quel potere unico e inimitabile di collegare passato e presente in una bolla sulfurea chiamata domani. Filastrocche, storie tramandate e ricollegate all’interno di un’elettronica contemporanea. Un bisogno reale di dare un senso al ricordo e ai momenti di un’infanzia che inevitabilmente si affacciano all’età adulta intensificando solide visioni all’interno di un progetto singolare. Culacchi è sapore del tempo, è colore del cielo e della natura, è il profumo di un’infanzia, un onore alla memoria, una bellezza che supera il quotidiano narrando storie che non esistono più.


Elektrobot – Space invaders (Dmi Music)

Copertina di Elektrobot Space Invaders

Elettronica di confine sintetizzata a dovere scava negli anfratti della coscienza cercando di trovare un proprio canale descrittivo, una valvola di sfogo a dare un senso al disegno d’insieme ricreato. Un Synth pop d’oltreoceano apre a visioni sotterranee e underground in un intreccio sonoro fatto di passione e suadente mistero che si svela pian piano durante l’ascolto dell’intero disco. Gli Elektrobot sono un trio capace di dare un senso alle reinterpretazioni proposte. Pezzi famosi degli anni ’80 diluiti, immagazzinati e riproposti. Tracce mai in dissoluzione a ricercare, nel comunque già sentito, un punto di contatto con un qualcosa di interiormente elaborato. Ciò che ne esce è un album ben suonato che in alcuni momenti è mancante di un’anima centrale, ma che nel complesso riesce a regalare le giuste emozioni senza tradire troppo le aspettative. In attesa del primo full length posso dire che nel complesso questo è un buon lavoro.