Eva Kunt – Plastic era (Three Hands Records)

Cold Night - YouTube

Disegni sonori in dissoluzione spaziano all’interno di una poliedricità che fa scuola ottenendo spigolose ambientazioni che riescono nel tentativo di decifrare forme e sostanza all’interno di una scatola mai chiusa dove colori necessari diventano la chiave esistenziale per capire passi mai incerti e tantomeno sfocati. Qui, nell’avanguardia che respiriamo, ci sono le stratificazioni sonore che fanno dell’elettronica di confine un punto utile nel definire spazi e momenti. Movimenti che si fanno un tutt’uno con il corpo e con la parte più nascosta di noi fondendo nu jazz, lounge e tutta una serie di suoni sintetizzati e d’atmosfera. Plastic era racconta e si spinge, cerca nuove soluzioni nel labirinto della quotidianità e riesce ad ottenere un viaggio spaziale di sola andata verso territori nascosti che trovano nelle sfumature del tempo la chiave per comprendere la complessità che avanza. Da Inside fino a Golden bridge passando per After hate, Hurt box, Seamless, il progetto Eva Kunt progredisce nell’indefinita quotidianità grazie ad una spinta davvero convincente.


 

 

Tipografia Sonora – Tipografia Sonora (51beats Label/NUOVO IMAIE)

Mario Giacomelli, Presa di coscienza sulla natura, anni ‘70, Courtesy Archivio Giacomelli © Rita Giacomelli

L’estate scorsa ero in vacanza a Senigallia, a dieci minuti dal mare, in collina. Nei pressi dell’agriturismo in cui mi trovavo campi sterminati ad abbracciare il colore del cielo. Lungo le strade bianche grandi tabelle esplicative a disegnare in quel paesaggio un senso, un’alternativa, un modo diverso di guardare. L’ispirazione per il grande fotografo del novecento Mario Giacomelli, proprio in quella terra, proprio all’interno di quella natura sognante. Tipografia Sonora prende in eredità questo sentire per tramutare in musica una filosofia che diventa concezione pura di ricerca condensando il tutto all’interno di un vinile di rara eleganza, creato e disegnato come opera artistica che travalica la musica per abbracciare l’arte, il senso estetico e la meraviglia che da sempre la contraddistingue. Musica elettronica, tappeti imprevedibili concepiti come caos calmo da cui partire per imprimere, nella pellicola della vita, un segno indelebile di cambiamento e moto destinato a stupire e ad affascinare. Sono nove movimenti e interiorizzazioni che si fanno testuale omaggio al grande artista italiano. Un modo ispirato per canalizzare l’energia viscerale presente in questa piccola perla nostrana. Un disco fatto di passione e memoria, ricordi indelebili, passi sicuri sull’incerto cammino.


Genoma Music Project – Nos libera (Autoproduzione)

Nos Libera - Genoma Music Project

Musica d’autore sofisticata e ammirevole dove ogni tassello proposto è parte integrante di un tutto che sa donare luminosità e ampiezza di vedute ad una scena in bilico, ma pronta a rialzarsi in caso di caduta accidentale. Nos libera profuma appunto di libertà. Una libertà che trova nella comunicazione un punto di contatto necessario e unico per parlare con l’ascoltatore incentrando una poetica fatta di quotidianità e racchiusa nelle tempeste di ogni giorno. Musica elettronica ad inglobare questa forma di dialogo. Musica che si evolve e che sa concentrare la propria attenzione nella diffusione e nel cambiamento, nella spirale movimentata che occupiamo e che si chiama vita, da cui non possiamo fuggire, ma a cui possiamo dare, costantemente un nome nuovo, un nome diverso. Nos libera è un disco sul cambiamento e su ciò che vorremmo essere. Un universo che si amplia fino a creare qualcosa di davvero entusiasmante e sentito.


Tacet tacet tacet – Fickle (Gross diskos/attenuation circuit/Slowth Records/Light Item/Bloody Sound)

Tacet Tacet Tacet - Fickle - PREORDER

Variegate contrapposizioni sonore che rincorrono un’elettronica emozionale e un qualcosa di più ancestrale che smuove il di dentro perpetuando visioni oniriche con l’intenzione di creare nuovi mondi ad abbattere il circostante e costruendo una memoria che ha bisogno di diventare ricordo essenziale per i bisogni a venire. Il nuovo di Tacet tacet tacet, all’anagrafe Francesco Zedde, è uno spaccato autorale dove tutti gli elementi presenti concorrono a realizzare un puzzle emotivo mai troppo definito. Un collage di sensazioni che rincorrono l’etere nel tentativo di dare una forma ai sogni ad occhi aperti che ci troviamo ad affrontare. Ci sono sei composizioni neuronali. Sei astratte concezioni musicali che si amplificano con Gamble e muoiono con Recurrence in una sorta di loop dove ogni tassello sembra costruire qualcosa di concreto e reale. Fickle è un album introspettivo dove la sperimentazione elettronica diventa esigenza preponderante per architettare il nuovo che verrà.


iBerlino – Analog:ca (LaBionda Records)

analog:ca

Stati emozionali per cercatori d’anime che si incastrano negli scogli incapsulati all’interno di un mare abissale che sembra non avere fine. Atmosfere dilatate, sghembe, sinuose che ricercano le intenzioni sonore nella musica fredda di un nord discostante, meravigliosamente glaciale, introvabile. Il disco dei iBerlino si fa sperimentazione e prova a scaraventare a terra l’ordine precostituito grazie ad una forte dose avanguardistica immolata per l’occasione e sempre pronta a dare un significato diverso alle costanti forme che via via attraversano il paesaggio. Analog:ca profuma di analisi, studio, approfondimento. Odora di catarsi e i suoni ambientali presenti diventano punto essenziale per amplificare un cantautorato elettronico che conosce gli anni novanta nella loro più intricata interiorità. Da Il mare dall’Intercity 611 fino a SIam segreti d’estate i nostri riescono a riverberare onde di raffinato gusto e introspezioni da scoprire.


Ottodix – Il milione – best of Ottodix (VREC)

Venti anni di carriera per Ottodix, qui raccolti all’interno di un percorso fatto di saliscendi sonori in grado di far conoscere, ai più, la straordinaria capacità, del musicista trevigiano, di estrapolare, dal cilindro delle meraviglie prodotte nel tempo, un insieme ragionato e meticoloso di spazi universali da condividere dove i suoni e le parole diventano un pretesto per apprendere il potere salvifico del viaggio come esposizione trascendentale, come punto di contatto necessario per comprendere il nostro continuo ruotare. Bellissima l’idea di includere un inedito, Marco Polo, per celebrare il navigatore veneziano. Un valore aggiunto utile per capire l’itinerario composito di un disco costruito e accentuato da tocchi sonori di grande classe. Spogliato in qualche modo dalla visual art e dai concept da cui i singoli pezzi sono tratti, questa sorta di best of suona davvero intenso e cangiante. Una musica che travalica i confini incanalando visioni elettropop con qualcosa di più personale e segreto. Un cammino, questo che si trasforma in magia da raccontare.


Smalto – Singolare/Plurale (Tippin’ Factory)

Generare dall’elettronica pura un miscuglio eterogeneo di sfumature e colori non è facile, anzi, le probabilità di trasformare il semplice in banale è cosa assai vicina al pensiero, a ciò che ci tocca veramente. Smalto, in qualche modo, capovolge le regole di genere per costruire architetture che si vanno a scontrare con la quotidianità, creando, onda dopo onda, un mare di potenziali possibilità da cui attingere per ricreare un bagliore di luce composito. Singolare/Plurale è un piccolo disco che si domanda. Uno scavare nelle dicotomia dei nostri giorni per trovare, negli opposti, i punti di contatto per il nostro stare. Ci sono diverse collaborazioni e ognuna di queste, riesce a donare incanto e meraviglia soppesata ad un album a tratti viscerale che si proietta nel futuro che avanza. Da Sotto un’altra luce a Betty Tossica, il nostro riesce, con leggerezza e nel contempo con capacità comunicativa, a produrre, dal nulla, un qualcosa che merita di essere ascoltato.


Francobeat – Amour automatique (Ribéss Records/L’amor mio non muore)

Stream 3_Se rinasco by francobeat | Listen online for free on SoundCloud

Vuoti di memoria e di quotidianità sono riempiti attraverso una musica che tocca vertici di modernità grazie ai volteggi disincantati di un personaggio che ha prestato la sua presenza sia attraverso inediti da lui pubblicati, sia inglobando, nei confronti di altri artisti della scena indipendente italiana, un pensiero lucido e in continua evoluzione, capace di condensare elettronica e un tocco di personalità unica e mai celata. Franco Naddei, con il nome d’arte Francobeat, ci regala la quarta fatica da studio. Un viaggio sensoriale e asciutto fatto di parole, di movenze, di musiche che incantano per la ripetitività in loop e quell’essenzialità tipica di chi muove i fili di un progetto ben ideato, con un’anima e una direzione da seguire. Amour automatique mescola la musica afro con l’elettronica, le visioni jazz, l’ambient, l’underground da scoprire. La banalità è messa in un angolino e tutti gli elementi proposti concorrono a creare qualcosa di magico, a tratti anacronistico, ma nel contempo collocato prepotentemente nei nostri giorni. Sono dieci canzoni che si muovono su territori non troppo definiti. Se rinasco è il pezzo simbolo che più riassume l’intera elaborazione per un risultato d’insieme in grado di costruire una forma di libertà che non sente il peso del tempo.

 

temo babila – Cava (Dischi uappissimi)

CAVA

Un luccichio tremendo di meraviglia costituisce l’impalcatura necessaria per comprendere un disco fatto di architetture bisognose di aprire l’arte senza mai celare quel desiderio quasi unico di comunicare un concetto, un’ambizione inespressa. Ci si muove a cavallo della Terra delle gravine, in mezzo una cava a fare da fulcro ad un progetto misterioso e alquanto sperimentale dove il rock e la canzone d’autore sono necessari per perpetuare un senso di grandezza perenne e dove i suoni dilatati si sposano con una poetica che guarda oltre e considera il tutto come un viaggio introspettivo da cui partire per disegnare, nel cielo grigio, un magico contorno di esistenza. Interiorità ed esteriorità sono solo parti di un qualcosa di più grande. Immensità quindi e voglia di stupire, centrale appartenenza ad un territorio dove i frammenti di vita servono a costruire un qualcosa di mai compiuto, ma piuttosto elegante, inusuale, non convenzionale, pezzi di un puzzle sopraffino a delineare tracce che sono impronte nel domani. Da pinto a beccuccio si colorano i quadri d’insieme di sintetizzatori e luce per una prova che copre l’assordante rumore del nulla con qualcosa di spaventosamente gigante.

Per ascoltare il disco:

https://temobabila.bandcamp.com/album/cava


 

Dj Rocca – Triorox Moods (Irma Records)

Jazz ed elettronica a ricoprire di sulfuree visioni un tentativo più unico che raro di portare la contemporaneità ad uno stadio superiore, in continua evoluzione, attraverso un suono che diventa parte integrante di un bisogno sempre vivo nel creare similitudini con la realtà che ci circonda. Il progetto sopraffino di Dj Rocca riesce a spaziare con una certa disinvoltura di fondo attraverso un suono strutturato dove le architetture poliedriche dominanti si rifanno a qualcosa di ancestrale che profuma di ambient per una sorta di colonna sonora da cinema futuro. Giovanni Guidi, Luca Roccatagliati, Joe Rehmer, sperimentano con classe la bellezza del domani e ce la consegnano all’interno di un disco notevole sotto molti punti di vista. Dance-floor, trip-hop, un po’ di house, il jazz, il digitale che si trasforma in analogico e viceversa in un continuo divenire che convince,  nel panorama, spesso asfittico, delle produzioni odierne.