E’ come entrare e essere risucchiati.
Accolti in un bellissimo inverno caloroso e ritmato, maglioni sempre presenti che regalano quella morbidezza di cui uno ha bisogno e allo stesso tempo quell’essere spigoloso, freddo, ma magicamente perfetto, invitante, il non uscire dal calore principale che ci ha portati ad essere quello che siamo.
Tutto questo lo possiamo trovare nel nuovo lavoro degli Honeybird e the Birdies, impossibili da etichettare e altrettanto folli e alchemici.
Una voce maschile Federico, due le voci femminili Paola e Monique, incroci con Molko e Bjork, ma moltiplicate all’ennesima potenza, quasi indescrivibili, tanto le trovate geniali in questo disco sono evidenti.
Dalla Bossanova, ai ritmi caraibici, dal rock dei Beatles al pop più radiofonico di Lisa Hanningan il trio regala, una dietro l’altra, canzoni originalissime e ricche di trasporto, non sempre facili al primo ascolto, ma sicuramente che guadagnano punti con ripetute esecuzioni.
Gli strumenti utilizzati sono innumerevoli: dal charango alla chitarra, dal berimbau al cajon, dall’ukulele alla diamonica senza dimenticare sintetizzatori vari.
Sinceramente una gran prova da studio che vede anche la presenza di Enrico Gabrielli nelle vesti di produttore e musicista in alcuni brani; un album che ci farà ricordare il calore estivo anche davanti a questo lungo inverno e ci farà vedere il mare fissando il muro di casa.
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