Temi importanti e condivisibili nel nuovo dei MANICAs a creare una sorta di New-wave capace di affondare radici italiane di fine anni ottanta tra CCCP e Diaframma in una sostanziale ricerca di significati nel vuoto cosmico della contemporaneità. Arcadia non è un luogo idilliaco, ma piuttosto un ambiente di denuncia dove l’uomo inghiotte la natura, la distrugge e la calpesta. La grande città, un posto divenuto inospitale e il tentativo di ritornare alle origini per poter respirare di nuovo. Suoni, rumori, saette sonore claustrofobiche riescono ad ottenere una miscela esplosiva di luce e colori. Importanti, direi uniche forse, le collaborazioni con Robert Wheeler dei Pere Ubu e con Carmelo Pipitone già chitarrista dei Marta sui tubi ad assemblare una musica spigolosa e fragorosa, densa di parole e di movimenti sonori per un’ondata di stupore che sedimenta significati e non passa inosservata. Bl4ck M4rk3t, Nel freddo, Alice, la stessa title track, Equilibrista, sono alcuni dei pezzi di un disco che diventa boccata d’aria fresca nell’appiattimento musicale contemporaneo. Un album, questo che sarà sempre diverso ad ogni ascolto.
Vince Pastano & Noisebreakers – Nocturnal (Vince Pastano Records)
Prodezze crepuscolari abbracciano un blues d’annata per intessere trame di spessore che non passano di certo inosservate, ma riescono ad aprire nuovi panorami, mondi, costruiti in simultanea con un senso di appartenenza nei confronti di una scena polverosa e fatta per creare meraviglia. Il nuovo di Vince Pastano, con il cantante Tony Farina, racchiude il segreto della notte, parla di solitudine e di amori andati a male, di speranza e bisogno di riscatto. Un album pregno di lirismo da cui poter assaporare costanti visioni e luci di un’altra epoca dove le aspirazioni future sono parti integranti di un risultato da ammirare e da custodire. Sono tredici pezzi che in simultanea danno vita ad un progetto omogeneo, ma nel contempo carico di sfumature, simboli, elementi complessi. Un disco che profuma di concept trasportando il blues in territori da percepire e da assemblare tra sofferte visioni di un mondo in declino e una luce a ricoprire i nostri sogni a venire.
Onioroshi – Shrine (Bitume Productions)
Cavalcate sonore che oltrepassano l’orizzonte ci consegnano una prova destrutturata, potente, dove tutti i meccanismi sono ben oliati e pronti per stupire e dove il suono proposto si sporca di alternative, di prog, di post rock e psichedelia, in un concentrato di tecnicismi impressionante e vissuto. Sono solo tre pezzi e quasi un’ora di ascolto per un viaggio siderale dentro la mente umana a ritrovare, nei labirinti della coscienza, un punto di contatto con i giorni a venire. La band di Cervia, in questa nuova fatica, conferma la propria bravura nel saper creare architetture sonore che perpetuano l’oscurità attorno a noi e sanno perfezionare tentativi, sempre vivi, di dare alla luce un suono di puro stampo internazionale. Un sofisticato tentativo quindi di risalire alle origini della complessità grazie a un disegno geometrico che raccoglie fragore e silenzio per un risultato d’insieme di grande classe e sperimentazione.
Cosimo Bianciardi & Intima PsicoTensione – Singolarità nuda (The Orchard/Suburban Sky Records)
Velocità di parole racchiuse all’interno di poesie in musica che affrontano la vita con grande disinvoltura e cercano perennemente una strada da seguire nel labirinto della realtà umana. Il nuovo di Cosimo Bianciardi & Intima PsicoTensione è una raffigurazione meditata di quotidianità che respira movenze electro-pop pur non disdegnando una certa passione per il rock nostrano degli anni novanta. Un concentrato autorale dove l’alternative scomposto ritrova un’impostazione sicura fatta di citazionismo, scienza, concetti universali riportati nel particolare. Un album che avanza in assenza di gravità dove la parte digitale non è preponderante, ma strumento sicuramente utile per definire uno stile che si muove tra le tracce proposte. Stadi evolutivi, Nella tua luce, Astrolabio, Orbita contraria, Nebulosa, sono solo alcuni dei pezzi che vanno a comporre un album complesso dove il viaggio interspaziale, nelle profondità della nostra anima, diventa momento imprescindibile per comprendere appieno l’inizio di un nuovo esistere.
Ivan Francesco Ballerini – La guerra è finita (RadiciMusic Records)
Canti di speranza oltre la guerra di copertina che ricoprono il territorio circostante di essenzialità e studio, di amore per il passato e intraprendenza nei confronti del futuro. Ci sono storie dentro questi pezzi che escono da schemi preimpostati per consegnarci un vissuto che si fa ancora in un porto sicuro, punto di contatto, bisogno sempre vivo di narrare un venire al mondo. Il nuovo di Ivan Francesco Ballerini raccoglie la lezione di ciò che è stato per sciogliere pezzi delicati e nel contempo incisivi. Una poetica maledettamente attuale trova, nelle nove canzoni proposte, la chiave per la creazione di un album mai banale, pieno di significati e ricco di sostanza. Il cantautore toscano si muove all’interno di paesaggi sonori strutturati, da Il mondo aspetta te (Overture) passando per la title track, Sulle pietre del mondo e Vestire di parole. Pezzi meritevoli di essere citati, elementi indissolubili con un mondo in distruzione che ricercano la luce nelle oscurità di ogni giorno.
FUMETTO – Igort – Numbers Vol.1 / La vipera di Hong Kong (Oblomov)
Titolo: Numbers Vol.1 / La vipera di Hong Kong
Autore: Igort
Casa Editrice: Oblomov Edizioni
Caratteristiche: 64 pp, colori, 21,5 x 30
Prezzo: 22,00 €
ISBN: 9791281692060
Notturne visioni prebelliche dipingono il cielo d’oriente di nuvole sulfuree, luci soffuse al calar della sera, intrighi nei bassifondi di una città in divenire, attraversamenti di tempo che trovano, in protagonisti magnificamente caratterizzati, un punto di fuga necessario per raccontare un’avventura che da tempo non leggevamo.
Dentro al nuovo di Igort c’è lo spirito di Hugo Pratt e di Vittorio Giardino. C’è la sostanza lasciata a decantare e quel senso profondo e meticoloso di una narrazione studiata nei minimi particolari dove le movenze autorali ritrovano nella storia vera, poco conosciuta, l’ammaliante fascino di un amore senza fine.
Ci troviamo ad Hong Kong tra i tumulti all’alba della Seconda guerra mondiale. Una metropoli in costruzione, gente comune, in condizioni precarie, cerca di sopravvivere, mentre, ai piani alti, si muovono le pedine di un paesaggio più ampio, grande, spaventoso; non possiamo ancora saperlo, ma lo percepiamo.
La Triade a dominare i momenti scanditi di un fumetto che diventa evolversi ragionato e dove i particolari sono essenziali per percepire le sfumature necessarie alla creazione di un preambolo maestoso che ben fa sperare per il futuro e che nel contempo riesce ad interiorizzare una lezione di vita frutto di uno studio preciso e accurato.
Una storia dentro ad un’altra storia, quella vera, quella che non risparmia e che qui rivive attraverso immagini che si fanno visione cinematografica di un progetto che accorpa il reale all’immaginato, la fantasia e i vissuti, come nelle migliori storie, quelle che vorremmo non finissero mai.
Greg Pholon, funzionario britannico, incontra Lyn Lyn, la vipera di Hong Kong, nel mezzo le lotte, gli inganni, le macchinazioni delle famiglie più potenti della mafia cinese in un ritorno, questo che consegna, al fumetto nazionale, un’internazionalità mai tradita che alza l’asticella verso obiettivi davvero memorabili.
Uscito per Oblomov e primo di tre volumi, Numbers è un sofisticato meccanismo di meraviglie che ritrova la strada da percorrere all’interno di un racconto corale dove l’imprevedibilità è di casa e dove la raffinatezza regna sovrana.
Per info e per acquistare il fumetto:
https://www.oblomovedizioni.com/libri-numbers-vol-1.php
Manuel Pistacchio – Pellegrino (Brutture moderne)
C’è un suono soffuso, mai siderale, ma piuttosto caldo e accogliente che sa nascondere il passaggio del tempo e ritornare a galla, tra i ricordi, quando meno te lo aspetti. Ci sono polaroid tra le intercapedini della vita, quelle che fotografano i momenti migliori, le sensazioni, i passi nascosti nel lento migrare e poi c’è una musica d’insieme che prova, attraverso le parole, a dare un significato ai cambiamenti, affascinando, colpendo allo stomaco, lacerando il cuore. Il disco di Manuel Pistacchio parla di tutto questo e riesce, con grande maestria, a creare un suono unico, sulfureo. Una musica sottomarina che percepisce le onde del cambiamento. Un incrocio raffinato di elementi della grande musica d’autore italiana, quella del passato e l’evoluzione del suono d’oltremanica, d’oltreoceano, per ragnatele di vita imbrigliate nel mutare delle stagioni. Pellegrino è un disco magico e fuori dal coro, di una bellezza rara, a tratti accecante.
Enzo Moscato – Hotel de l’Univers (Squilibri)
Incroci surreali di world music concentrica riescono ad imbrigliare il fascino del jazz e della musica cinematografica degli anni passati e si fanno portatori del ricordo di un grande drammaturgo, Enzo Moscato e della sua attenzione unica, rara e indiscussa per la ricerca e per l’evoluzione di una scena in continuo divenire. Per l’occasione, sotto la direzione di Pasquale Scialò, rivive un’avventura musicale che affonda le proprie radici nella scoperta, nel cinema dei grandi del passato, da Fellini a Wenders, nelle musiche di Rota, Piovani, in un continuo sali scendi emozionale capace di spingersi oltre l’immaginato perpetuando quell’idea di bellezza che coinvolge, ammalia, ingloba il tutto in un disegno universale. Sono tracce che si fanno memoria e colgono l’insperato all’interno di un movimento musicale dove la sostanza sembra essere punto imprescindibile per comprendere una musica fatta per essere vissuta. In Hotel de l’Univers si possono evidenziare, nel finale, due momenti di interpretazione affidati a Enzo Gragnaniello per un risultato d’insieme che fonde la poesia a qualcosa di più sofisticato e immortale.
Arneo Tambourine Project – Arnissa (Squilibri)
Nato dall’iniziativa di Giancarlo Paglialunga, maestro di tamburello, membro del Canzoniere Grecanico Salentino e componente dell’Orchestra Popolare La notte della Taranta, Arnissa è un trovare, all’interno delle radici mediterranee, la porta unica e inimitabile per scoprire, in profondità, il senso dell’appartenenza, dello stare, dei legami e dell’amore che vola e unisce ogni cosa. Arneo Tambourine Project ricopre di ritmo, energia e bellezza un vivere che trova, nella speranza di ogni giorno, il senso della vita e di ciò che ci appartiene. Una voce racconta, narra, caratterizza suoni e colori e a coadiuvare il tutto otto tamburellisti capaci di creare vivide immagini mai in dissolvenza, ma cariche di quella meraviglia primitiva che non ci fa stare seduti, impassibili, ad aspettare che il destino si compia, ma piuttosto ci rende protagonisti attivi del cambiamento che risiede in noi. Arnissa è un album che si spoglia del superfluo e ti guarda, con onestà, dentro al cuore. Un disco che trova, nella ricerca, tutte quelle sensazioni nascoste e lontane di un essenziale e unico divenire.
Tritonica – PGR (Autoproduzione)
Tensione palpabile che si respira all’interno di un disco che sovrasta per capacità mai sintetica di scardinare l’ordinario proponendo una musica che trasversalmente colpisce e cerca di diffondere originalità nel panorama, spesso troppo saturo, della musica indipendente italiana. Per Grazia Ricevuta è un album versatile che non segue le mode, riuscendo a intersecare trasversalmente alternative, progressive, jazz core, per una proposta d’insieme davvero entusiasmante perché sa coniugare la tecnica all’energia in un approccio concentrico ad una musica che non ricerca le mezze misure. Sono quattro pezzi che diventano un essenziale biglietto da visita per comprendere le sonorità di una band sempre in evoluzione e capace di partorire dissonanze che in questo nuovo disco si fanno elementi mai banali di un suono ricco di sfumature pronto ad accontentare anche i palati più esigenti.