Arpioni – Rido e piango che non si sa mai – Jannacci secondo noi (Autoproduzione)

Jannacci secondo noi - Rido e piango che non si sa mai

Esemplare e sudata meraviglia che si affaccia alla contemporaneità incentrando uno studio che diventa emblema di un passato da scoprire e da rivalutare attraverso un’intensa ricerca che diventa asse portante di un album ricco di sfumature e bellezza da percepire. Gli Arpioni utilizzano lo ska, il reggae, una sorta di blues cantautorale per costruire una rivisitazione unica del repertorio di Enzo Jannacci. Non semplici cover, ma vere e proprie reinterpretazioni che si fanno materia preponderante nel dare anima e corpo ad un’impresa specifica nella forma, personale nella visione d’insieme. Un album scanzonato e nel contempo intelligente, come la musica di Jannacci ovviamente. Sorridere con la testa, sorridere alla vita questo è il significato che i nostri riescono a trasmettere nel sedimentare non un semplice tributo, ma una vera e propria occasione che diventa ponte generazionale nel dimostrare e nel mettere in scena un teatro che non conosce età e che si confronta inevitabilmente con la realtà di tutti i giorni. Bravi davvero.


24 Grana – Metaversus – Ristampa in vinile – (La Canzonetta)

Ristampa in grande spolvero su vinile da centottanta grammi per Metaversus dei 24 Grana. Disco del 1999, terzo album della band napoletana, album spartiacque questo che raccoglie l’eredità del reggae e del dub per immortalare come fotografia fuori dal tempo contenuti che si estendono al rock di matrice internazionale fino a raggiungere commistioni di difficile interpretazione e classificazione, ma sicuramente veicolo di messaggi estesi e pietra miliare nel panorama di genere. Uscita per La Canzonetta, etichetta partenopea, questa ristampa remixata e rimasterizzata si fa apprezzare per qualità intrinseca, per cura e scelta del formato stesso e per la necessità di sottolineare il valore di una band cresciuta sui palchi dei centri sociali e finita sulle copertine di Rumore o de Il mucchio selvaggio senza mai perdere il senso artistico di un progetto importante costruito questo su strade polverose urbane dove energia, passione e bisogno di comunicare sono diventati elementi caratteristici della stessa band. Le canzoni proposte rivivono grazie ad una nuova luce e il futuro distopico che riecheggia attraverso i pezzi proposti si fa immutabile visione di una realtà sovrabbondante, concentrica, capace di seguire le orme verso casa in una città abbandonata allo scorrere dei giorni. I 24 Grana anticipano i tempi. Sono riuscito a ricollocare un album di venti anni fa in questa contemporaneità. Un disco non di certo desueto, ma piuttosto un tentativo riuscito di mescolare elementi compositi a ricreare quella magia che fu capace di accogliere l’alba del nuovo millennio. 


Lola & The Workaholics – Romance (Autoproduzione)

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Influenze condite a dovere all’interno di incisioni che diventano realtà preponderante mescolata ad un pizzico di meraviglia e di quotidianità che rendono la proposta essenziale e percepibile. I Lola & The Workaholics sanno divertire, lo sanno fare bene e riescono, con intrigante presa diretta, elargire significati ad una vita tante volte troppo cupa per essere affrontata. Nel colore del dub e nella sostanza dei sogni ricreati i nostri riescono con capacità innata percepire i colori della terra e riconsegnarceli con naturale immediatezza, con una naturale energia che esplode pezzo su pezzo, raccontando del mondo che ci gira intorno, raccontando di questo e altri mondi. Pezzi come Diva, Obvious, la stessa title track, White rabbit sono solo alcuni dei momenti più felici di un disco che sa far riflettere con il sorriso sulle labbra.

Dj Vale – Groovin’ Connection (Autoproduzione)

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Disco composito ricco di ammirazione per una moltitudine di generi che in pista trova il punto di sfogo più alto, il punto musicale unico e irripetibile per conquistare e lasciarsi andare. Torna Dj Vale con un album cesellato a dovere che vede nelle collaborazioni un punto necessario per comprendere il futuro. Numerosi gli ospiti presenti a coadiuvare il nostro in un frizzante ingegno del tutto personale. Ciaffo dei Persiana Jones, Bunna e Madaski degli Africa Unite, Paolo Parpaglione e Gianluca Senatore dei Bluebeaters solo per citarne alcuni, sono l’anima vivente di un insieme di canzoni che mescola reggae, dub, electro attingendo dalla prolifica scena torinese un senso comune di appartenenza. Groovin’ Connection è un racconto di storie per far ballare. Un disco che piace nell’immediato e che parla alle nostre orecchie con voce del tutto sincera e ammaliante. Dj Vale compie una specie di piccolo miracolo e cioè quello di costruire un album con un sacco di artisti importanti nella loro unicità, qui riuniti insieme per far risplendere la nostra estate.


Skaosss – Ci trovi sulla playa (IndieBox Music / Self)

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Distesi al sole del nuovo giorno tra spiagge roventi e bisogno di respirare  a pieni polmoni l’estate che avanza. Ci trovi sulla playa è un disco squinternato, balordo, in grado di farti provare irresistibilmente un bisogno unico ed essenziale attraverso un desiderio comunicativo più unico che raro. Skaosss corre alla velocità della luce, corre per dimenticare l’inutilità di questo mondo e per farci assaporare canzoni che non si chiedono troppo, ma che con una punta d’ironia vibrano e brillano di luce propria attraverso una realtà sospesa e invidiabile. Punk californiano intrecciato ad uno ska d’oltreoceano che non risparmia il rock’n’roll, ma trova proprio in questo la forza necessaria per far ballare a perdifiato grazie a motivi e pezzi che sono delle vere e proprie hit che ti entrano in testa e non ti lasciano più. Non è facile creare un insieme di canzoni così comunicative e immediate. Gli Skaosss ci sono riusciti, tanti di cappello quindi.


Balentia – Nieddu (Nuragika/Roots)

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Suoni metropolitani oscuri che incrementano appoggi di vita essenziali raccontando di un’Italia in decomposizione attraverso parole che sospingono e alterano la concezione della realtà ottenendo una mistura di contemporaneità davvero essenziale. Tornano i Balentia, i rapper di origine sarda che hanno raccolto nel tempo oltre a numerose collaborazioni con artisti del calibro di Neffa, Colle der formento, Club Dogo anche innumerevoli concerti nella penisola e in Europa intascando elogi di critica per una poetica affilata e mai banale. Un disco oscuro questo, un album che non cede alle mezze misure, ma in modo introspettivo rappresenta situazioni che possiamo vivere nella nostra quotidianità sospesa alla ricerca di un qualcosa che mai potremmo avere. Nieddu è buio come la notte, ma porta con sé un desiderio di rivalsa e di libertà che si spinge oltre le consuetudini e consegna all’ascoltatore un’esigenza sempre nuova da ricercare nell’essere piuttosto che nell’apparire. 


Mellow Mood – Large (La Tempesta Dub)

Sonorità colorate e sospese attraverso una solida base ritmica che si sposa alla perfezione con un suono sempre in evoluzione per la band reggae più importante che l’Italia possa avere. Ritornano i Mellow Mood con un disco compatto che tratta in maniera sempre chiara e senza mezze misure il consumismo sfrenato che investe la nostra società, la nostra economia, raccontando di un mondo in decadenza e proponendo ricette alternative che nella semplicità ritrovano una speranza di cambiamento, una speranza di scissione con tutto ciò che è passato. Large è un disco davvero di notevoli dimensioni, i suoni contemporanei si sposano a meraviglia con ciò che può essere inteso tradizionale e i colori che escono dal caleidoscopio dei nostri non sono altro che forme di racconto, forme di narrazione e di sostanza. Da Call back the love fino a Place called home i gemelli Garzia e il resto della ciurma ritornano con un disco da far passare da mente a mente, un album per tutti coloro che oltre i muri guardano lontano. 


Frank DD & Friends – Sos Kaos (VREC 243)

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Ritorna il mondo disincantato di Frank DD & Friends, ritorna con un disco colorato e ricco di sfumature contaminato dalla forma mutevole e cangiante di pezzi che intersecano svariati generi, ma che mettono sempre in primo piano il ritmo in levare, il suono contagioso di territori d’oltreoceano. Pop e reggae, musica d’autore e hip hop sono i marchi di fabbrica di uno dei più rappresentativi gruppi di genere della penisola, per un album che come rompicapo si affaccia alla vita moderna raccontando di una contemporaneità malata, di una vita che nel caos quotidiano ricerca sprazzi di cielo oltre l’inutilità di tutto ciò che può essere materiale ed effimero. La band di Prato stilisticamente abbraccia culture lontane, ma dirompente si rivolge a questa contemporaneità come in Spara, Sos Kaos, C’è chi, Inconsapevolezza, il tutto all’interno di un disco cangiante e mutevole che facilmente si fa riascoltare e dirompente misura al millimetro le parole valorizzando una prosa metrica di sicuro effetto e sicuramente convincente. 


Bruno & The Souldiers – Kingston Funky Crime (One Drop Fellas Records)

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Intrappolato da decenni dentro ai Bruno & The Souldiers vive uno spirito antico che porta il nome di reggae e di funk, uno spirito che riesce ad accarezzare qualsiasi cosa trasformandola in pura goduria per il nostro palato e per le nostre orecchie attraverso, questa volta, un disco sopraffino ed elegante, mai forzato o prepotentemente in debito con la musica d’oltreoceano, ma piuttosto calibrato a dovere nell’intento di cercare una propria strada da seguire. Kingston Funky Crime è un album che, nonostante le cinque canzoni proposte, si trasforma in necessaria guida tra incursioni che si fanno pura psichedelia fino a comprendere radici d’insieme che sono la prosecuzione di un cammino e di un apparato notevole alle spalle, divincolato dalle mode e che trova nelle soluzioni proposte una forma desueta di strutture caraibiche altamente apprezzate. Nel disco c’è lo spazio per un paio di versioni diverse delle medesime canzoni Come Closer e la cover Crosstown Traffic di Hendrix a definire una manciata di brani che danno valore aggiunto al primo demo autoprodotto Nothing to lose e che trovano all’interno di questo piccolo album compiuto un groove davvero contagioso. 


Zara McFarlane – Arise (Brownswood Recordings)

Terzo album caraibico per Zara McFarlane, intenso disco colorato che racchiude roboanti caleidoscopi in grado di trattenere la bellezza di un cielo azzurro e il blu del mare in una simultanea esigenza riuscita di dare marcatamente un gusto soul leggero e quasi disincantato all’insieme sfumato di canzoni che racchiudono questo Arise per un’eterogeneità mai nascosta di jazz, soul per l’appunto, reggae e world music. Sono dodici tracce che appartengono ad un mondo parallelo, ad un mondo da scoprire, penetrare e osservare, dodici stati emotivi che aprono le danze con Ode to Kumina fino a Ode to Cyril passando per la potenza di Pride, Freedom chain, Fisherman a sottolineare l’importanza culturale, il retaggio, l’eredità che il tempo ha lasciato, laddove i Caraibi sembrano vivere e continuare a sperare, tra i suoni del sole e del vento, tra le trappole marine e i pesci da pescare Zara confeziona un disco davvero speciale in grado di rappresentare al meglio una cultura e convogliarla al centro del mondo.