24 Grana – Metaversus – Ristampa in vinile – (La Canzonetta)

Ristampa in grande spolvero su vinile da centottanta grammi per Metaversus dei 24 Grana. Disco del 1999, terzo album della band napoletana, album spartiacque questo che raccoglie l’eredità del reggae e del dub per immortalare come fotografia fuori dal tempo contenuti che si estendono al rock di matrice internazionale fino a raggiungere commistioni di difficile interpretazione e classificazione, ma sicuramente veicolo di messaggi estesi e pietra miliare nel panorama di genere. Uscita per La Canzonetta, etichetta partenopea, questa ristampa remixata e rimasterizzata si fa apprezzare per qualità intrinseca, per cura e scelta del formato stesso e per la necessità di sottolineare il valore di una band cresciuta sui palchi dei centri sociali e finita sulle copertine di Rumore o de Il mucchio selvaggio senza mai perdere il senso artistico di un progetto importante costruito questo su strade polverose urbane dove energia, passione e bisogno di comunicare sono diventati elementi caratteristici della stessa band. Le canzoni proposte rivivono grazie ad una nuova luce e il futuro distopico che riecheggia attraverso i pezzi proposti si fa immutabile visione di una realtà sovrabbondante, concentrica, capace di seguire le orme verso casa in una città abbandonata allo scorrere dei giorni. I 24 Grana anticipano i tempi. Sono riuscito a ricollocare un album di venti anni fa in questa contemporaneità. Un disco non di certo desueto, ma piuttosto un tentativo riuscito di mescolare elementi compositi a ricreare quella magia che fu capace di accogliere l’alba del nuovo millennio. 


Giorgio Stammati – La festa patronale (Autoproduzione)

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Canzoni urbane e patronali di una realtà di provincia che ingloba tessuti sociali e non crea, ma piuttosto distrugge tra legami di un tempo andato e quel solitario ripetersi in apnea di forme decolorate di vita, solitudini introspettive di un animo umano che tendono a riempire i vuoti con il volere rincorrere a forza consuetudini inglobate dalla voracità del tempo. Giorgio Stammati crea un quadro di vita attraverso sei canzoni cantautorali del tutto personali e cariche di quell’aspetto retrò capace di custodire i segreti dei giorni migliori, testi sobri e in parte diretti amplificano i contrasti con suoni schietti e in divenire ad aperture sonore che vedono una voce in primo piano parlare di questi giorni, dei nostri giorni. Dalla traccia d’apertura Il pomeriggio fino a toccare apici con pezzi come Il guardaspiaggia o la title track per passare al finale intenso di Non abbiamo le scarpe adatte  il nostro persegue il bisogno di ribadire un concetto a segnare l’impresa. La festa patronale è un album per chi ha creduto nelle illusioni della vita e si ritrova, ormai cresciuto, a guardare, quasi senza speranza, quella giostra chiamata realtà che segna il nostro divenire.

Big Domino Vortex – Human Colonies (MiaCamerettaRecords/LadySometimesRecords)

Rumori pop che intensificano un rock degli anni ’90 spregiudicato e ambizioso che incasella degnamente la lezione del tempo e rimanda a riff chitarristici contagiosi in noise grazie ad apporti tecnici elevati e grazie ad una sperimentazione di fondo che olia per bene l’ingranaggio dell’assolutezza per consegnare un disco, questo nuovo Big Domino Vortex, di matrice puramente americana contaminato a dovere in substrati di livelli musicali grati agli anni passati per sei canzoni che sono in bilico perennemente con la caduta e la rinascita, la quiete e la tempesta, mescolando un grunge primitivo con la post new wave di band come Interpol e affiliati, tracce che pian piano si aprono con Sirio fino a creare connubio di intese e di approcci con pezzi come Vesuvius o Mondrian, percependo il sapore metallico nel gelido inverno, estrapolando dal caos quella melodia necessaria a rendere la proposta ghiotta e persistente, sudata e rinvigorita grazie a elucubrazioni che vanno oltre il pensiero, oltre la luce e stampandosi in un cielo fatto di onde magnetiche e campi gravitazionali.