Skaosss – Ci trovi sulla playa (IndieBox Music / Self)

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Distesi al sole del nuovo giorno tra spiagge roventi e bisogno di respirare  a pieni polmoni l’estate che avanza. Ci trovi sulla playa è un disco squinternato, balordo, in grado di farti provare irresistibilmente un bisogno unico ed essenziale attraverso un desiderio comunicativo più unico che raro. Skaosss corre alla velocità della luce, corre per dimenticare l’inutilità di questo mondo e per farci assaporare canzoni che non si chiedono troppo, ma che con una punta d’ironia vibrano e brillano di luce propria attraverso una realtà sospesa e invidiabile. Punk californiano intrecciato ad uno ska d’oltreoceano che non risparmia il rock’n’roll, ma trova proprio in questo la forza necessaria per far ballare a perdifiato grazie a motivi e pezzi che sono delle vere e proprie hit che ti entrano in testa e non ti lasciano più. Non è facile creare un insieme di canzoni così comunicative e immediate. Gli Skaosss ci sono riusciti, tanti di cappello quindi.


Mujura – Come tutti gli altri dei (Radiocoop/Self)

Sensazioni territoriali da mare lontano che si inerpicano sulle scogliere incontaminate di un mondo in dissoluzione dove dei e umani convivono in un’alterità che si fa presenza nella quotidianità e sfiora l’indissolubile legame con qualcosa di spirituale che percepiamo nell’aria che non possiamo sfiorare, ma che immaginiamo, in una comunione di intenti che si perde all’orizzonte. Il disco del produttore e musicista folk Mujura, all’anagrafe Stefano Simonetta, si perde negli abissi della sostanzialità teatrale e incrementa una buona dose di bellezza partendo dalle viscere che ci portiamo dentro, dal nostro essere interiori in una principale metamorfosi cangiante che sposa i suoni mediterranei con connubi stilistici da sperimentatore non folk, spostando l’asticella più in alto, in un intreccio di colori, sensazioni, istanti e attimi che stupiscono per freschezza e incisività della proposta. Come tutti gli altri dei si presenta come un ponte importante tra passato e futuro, ne sono da testimonianza pezzi come l’apertura affidata a Toro, Afrodite, Efesto con la voce di Edoardo Bennato e poi ancora Orfeo a cullare una Mai di una bellezza centrale e comprensiva di ogni sorta di influenza che si respira nell’intero disco. L’album di Mujura è composto da una musica che entra direttamente in comunione con la terra e con la radici d’appartenenza, una musica che scavalca l’idea di confine incasellando una manciata di pezzi in un viaggio ultra temporale davvero significativo, concreto e anacronisticamente contemporaneo. 


Downflyers – Frequency (Self/IndieBox)

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Musica contaminata pronta a scandagliare l’orizzonte per incidere a piede sicuro attimi inespressi di abitudini e quotidianità per un suono potente che non lascia respiro e sicuramente riesce a delineare un quadro d’insieme graffiante quanto basta per rendere incisiva la proposta del gruppo bresciano. I Downflyers registrano una prova che viene dal cuore, sviscerata a dovere e gridata al mondo circostante, una prova pensata e distribuita attraverso introspezioni pronte ad esplodere in un alternative rock caratterizzato da un’internazionalità sospinta e in modo incisivo portante per una band che ha il gusto e il bisogno di un palco per gridare la propria appartenenza, gridare il proprio nome. Gli spiriti affini non mancano e sono individuati in band come i Biffy Clyro, Foo Fighters, Billy Talent per un concept di silenzi e suoni, un concept organizzato a puntino dove tutto sembra al posto giusto anche se in realtà il giusto non esiste, anzi, esiste quel bisogno di comunicare al di là del risultato, oltre ogni aspettativa. 


Tears of blood – A new way of life (Self)

Nuovi anfratti sonori per comprendere la propria esistenza attraverso un disagio interiore che si immola ad essere quintessenza di un cammino preponderante sospeso tra sonorità metal e costrutti raggiungibili attraverso il punk rock di matrice americana incastrando alla perfezione rifacimenti chitarristici in grado di smuovere quel qualcosa dentro a cui dare un nome, un bisogno, un’essenzialità di fondo che in questa musica prende il sopravvento e ci porta a conoscere in modo più profondo i Tears of blood, band dalle molteplice possibilità, capacità e speranze, in grado, attraverso questo disco, di cercare una nuova forma di comunicazione sintetizzando i suoni convogliati in un’esperienza di vita per raggiungere sensazioni esprimibili attraverso il racconto quotidiano, una potenza che si esprime grazie anche ad una capacità musicale invidiabile, una potenza testuale virata in immagini talvolta secche e tese, talvolta morbide, soffermandosi sul senso del momento sul senso di quella vita da conquistare, da raccogliere e custodire fino alla fine.

Mercuri – Progetti per il futuro (Adesiva Discografica/Self)

Disco di pregevole fattura che grazie ad un linguaggio semplice e diretto riesce nell’intento di colpire in profondità utilizzando un vocabolario capace di narrare amori e sfortune quotidiane,  noi alle prese con le situazioni che ci attanagliano, noi in cerca di quella quotidianità ormai svanita in bilico tra il dire e il fare, in bilico tra la nostra fame di essere reali fino in fondo e il duro colpo che la vita vissuta può rappresentare, canzoni che si snocciolano e si fanno ascoltare grazie alla creazione di un mondo immaginario in cui vivere, dove lo stesso Mercuri, all’anagrafe Fabio Mercuri, ci vuole accompagnare, tra sali scendi elettropop e le velature rockettare che tessono trame e trasportano all’essenza la canzone stessa in brillanti composizioni che ricordano per certi aspetti le scelte stilistiche dei compianti North Pole mettendo una firma di freschezza e contemporaneità a questo disco prodotto artisticamente da Leziero Rescigno, già con La Crus e Amor Fou e mixato e masterizzato da Paolo Iafelice ricordato per lavori con De Andrè, Vinicio Capossela, Silvestri, Mannoia; un album da riascoltare più volte, partendo proprio da quel tormentone brucialettore di Universale per arrivare al finale di Una cosa normale, inno all’immobilità interiore e di intenti che farà proprio da base da cui partire per un disco che spicca tra le centinaia di produzioni del momento per cura, analisi e appeal contagioso.