-LIBRI ILLUSTRATI- Angelo Ruta – La valigia (Carthusia)

Titolo: La valigia

Autore: Angelo Ruta

Casa Editrice: Carthusia Edizioni

Caratteristiche: Volume cartonato

28,5 x 28,5 cm.

Prezzo: 19,90 €

ISBN: 9788869450907

 

Una valigia appoggiata sulle macerie del tempo a ricoprire gli spazi di speranza raggruppando coraggio e bisogno di andare oltre, di trovare nuovi luoghi, scavalcando il rumore quotidiano. Una valigia che diventa una porta per entrare in altri mondi. Luoghi che dalla polvere vedono la rinascita attraverso gli occhi di un bambino, luoghi che a pensarci bene ricoprono solo in parte l’immensità della fantasia sfiorando il tangibile, il reale come tela accavallata su di un promontorio sperduto e infinito.

Un silent book, un libro senza parole. Prezioso testimone di questi nostri tempi. Fuori il frastuono, dentro immagini che diventano poesia allo stato puro. Immerse in un sogno che non sappiamo dove ci porterà, un sogno che non conosce certezza. Un sogno senza fine, ma che diventa causa ed effetto, una concatenazione di eventi, un continuo aprire porte verso altre dimensioni. Paul Thomas Anderson alle prese con i Radiohead. Un Daydreaming ad occhi bene aperti che riscopre nella brutalità della guerra un luogo, un posto sicuro da dove poter ripartire, una danza che ingloba, una festa che possiamo tranquillamente chiamare casa.

Il libro edito da Carthusia, La valigia, raccontato per immagini da Angelo Ruta è un’affascinante e fugace visione di ciò che l’immaginazione può concedere al lettore, di ciò che può veicolare la potenza dell’immagine, oltre gli stereotipi quotidiani. Una narrazione completamente illustrata che racchiude, nella visione di un’infanzia, la forza per andare oltre, di superare gli ostacoli, di lasciare alle spalle le brutture di questo nostro tempo per tentare di ripartire.

Le illustrazioni di Angelo Ruta sono veicolo di emozioni. Li puoi sentire gli spari dei soldati, le case che crollano, l’odore della polvere. La puoi sentire quella musica lontana che diventa una danza, una gioia da condividere, un calore umano che avvolge grazie a matite inglobate in un bianco predominante. Una bellezza perpetuata che conosce il cammino da seguire. Una bellezza commovente ed esaltante veicolata da una forte capacità comunicativa diffusa.

La valigia è prima di tutto un’opera che ci permette di conoscere in profondità uno stato, un modo di essere, un’emozione. La valigia è trama onirica per ciò che ci aspetta oltre le porte della nostra quotidianità. E’ un viaggio che attraversa gli stati dell’animo umano, una musica che ci permette di dare un senso nuovo al calore degli affetti. Un viaggio dentro a noi stessi quindi, ma rivolto inevitabilmente agli altri. Un modo diverso di aprire la nostra realtà o più semplicemente un modo diverso di essere umani.


Per info e per acquistare il libro:

http://www.carthusiaedizioni.it/libri/448/la-valigia

 

MATA – Archipelogos (OFN Records)

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Disco esploso di getto a ricercare, nell’emblematica scansione dell’impossibile, un punto d’attracco con un suono legato a sonorità futuristiche che mescolano industrial ed elettronica espressa nell’urgenza di recuperare un senso comune, un senso necessario con il mondo circostante. Un progetto che diventa costrutto, un disco che diventa mutevole esigenza. Un insieme di isole che ricercano un punto d’attracco veicolate dalla parola e sorrette da un incessante bisogno di costruire mattone su mattone una riconoscibile sensazione di compiutezza che si esprime in otto tracce sapientemente cesellate. I MATA creano un disco eterogeneo, ma mosso da un filo comune, da un ritmo sostanziale che apre d’intensità a mondi mutevoli e in continua sovrapposizione. Pezzi come Message no.11, Underwater, The block, Message no.29 segnano un percorso importante ed essenziale per comprendere una poetica criptica e oscura. Archipelogos è un disco maturo che guarda avanti, senza dimenticare le origini, ma piuttosto implementando il sapore del tempo con qualcosa di curato e innovativo.


Daniele Brusaschetto – Flying Stag (Wallace/Bandageman/Bosco Rec/Solchi sperimentali discografici)

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Ritorno alle origini, ritorno al tempo perpetuo dove l’ispirazione la faceva da padrone per toccare apici di puro godimento musicale e senso condiviso di appartenenza. Ritorno al metal per il musicista Daniele Brusaschetto, ritorno costante per celebrare una pluridecennale carriera fatta di numerosi album capaci di toccare i generi più disparati e intensi. Con il nuovo Flying stag il nostro intensifica il rapporto con un genere da sempre amato, canalizzando le capacità acquisite nel tempo e riuscendo in qualche modo a dare vita in simultanea a qualcosa di veramente vissuto. Suoni fuori controllo, potenza sonora senza freni, ritmi che scorrono alla velocità della luce perseguendo un senso di unità introspettivo e carico di appeal concentrico. Daniele Brusaschetto si muove bene da Otherwhere passando per The unreal skyline, Fanculo mondo e From a tight angle registrando un disco che vede, con la batteria perfetta di Alberto Marietta, un compimento di un’opera sviluppata negli anni e carica di freschezza e speranza.


Jack Adamant – Unkind (AR Recordings)

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E’ un disco esplosivo il nuovo di Jack Adamant, un album che si specchia all’interno dell’abisso musicale targato ’90, un abisso esplorato a dovere da dove è uscita la migliore evoluzione musicale degli ultimi decenni. Unkind racchiude il segreto delle cose migliori. Tracce omogenee nel creare una sorta di comunione d’intenti con l’ascoltatore che riescono a ristabilire un senso profondo di condivisione capace di andare oltre le barriere di questo nostro tempo. I Placebo incontrano gli Smashing Pumkins in un album dal sapore alternative che racconta delle nostre fragilità, del nostro perenne stare in bilico in un universo decadente e pieno di luci che non brillano sempre di bellezza. Jack Adamant mette a nudo i propri sogni, i propri desideri, lo fa con la capacità e il senso di chi non ha nulla da perdere. Da A gap in the sun fino a All the way through il nostro memorizza l’attesa per dare vita a qualcosa di pienamente vissuto e sentito.


The Winonas – Arborea (Vaccino Dischi)

Substrati di coscienza si intensificano all’interno di scarne melodie dove una voce in sordina penetra la carne e come tepore di un tempo che non esiste più inumidisce i cuori e apre a nuove destinazioni. Le Winonas sono tornate con un disco dal chiaro appeal grunge acustico impresso e inglobato all’interno di costanti che sono diventate oramai il marchio di fabbrica delle nostre in un sodalizio perpetuo con le migliori band di Seattle. Arborea è approccio materico al mondo naturale che ci riempie, un omaggio alla natura circostante che ingloba la luce e l’oscurità mescolando, in un solo momento, pezzi di cielo per poi ritrasformarli in qualcosa di sfuggevole, ma tangibile. Un breve EP, sei pezzi in totale che comprendono una bellissima cover, Senza un perché, di Nada ad intensificare i rapporti con uno spirito femminile che con grazia mai assopita ridona all’animo punk un senso di introspezione dolce e malinconico, attraente e bello nella sua semplicità.


Giovanni Peli – Sette giorni (Autoproduzione)

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Sogni e speranze all’interno di un disco dedicato al figlio che ripercorre con poesia introspettiva i giorni della settimana attraverso variazioni sul tema che rendono l’ascolto imprevedibile e a tratti stupefacente. Ritorna il cantastorie/poeta Giovanni Peli, ritorna con un album aperto all’incedere del tempo e sminuzzato a dovere per lasciare spazio a racconti di vita che nelle situazioni rendono i costrutti narrati tangibili, reali e coscienziosamente veri. Sette giorni e sette tracce impresse in un immaginario più aperto e meno criptico del passato, un immaginario che abbraccia i raggi tiepidi del sole e non li nasconde, ma li mostra in tutta la loro apparente bellezza. I suoni legati a cantautori come Fossati incontrano con velata leggerezza i contenuti e la sostanza di musicisti come Unorsominore aprendo a tentativi sempre più accentuati di dare peso e bisogno nuovo alla musica d’autore ormai persa nei meandri dell’autoreferenzialità o del pop d’aperitivo. Giovanni Peli regala ancora una volta emozioni per un disco che si fa riascoltare in tutta la sua manifesta bellezza. Sette giorni di una realtà che diventa senso continuo e scoperta del domani.


Liquid Shades – Locked exit (Autoproduzione)

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Suoni a profusione che come magma simultaneo incrociano i sapori di un tempo passato e l’esigenza sempre contemporanea di creare dal nulla un puzzle emotivo incastrato a dovere e sempre pronto a stupire. Il disco dei Liquid Shades è un concentrato di prog e passione, una narrazione di concetto che passa veloce in rassegna gli anni passati e si attesta nella creazione di una sorta di concept che partendo da una fotografia apre a territori incontaminati dove l’esigenza di dare un senso all’imprevedibilità è racchiusa all’interno di otto canzoni che come suite sonore si inerpicano su territori inospitali, ma vicini alle orecchie dell’ascoltatore. Dalla title track fino a Metamorphosis of darkness passando per Ozymandias e Insomnia i nostri riescono a dare vita ad un album che diventa necessità di questi tempi raccogliendo dalla terra e dai vissuti un punto di vista coraggioso e perennemente in evoluzione.


La Sorte – Itaca (Sins Records)

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Musica eterogenea che si sposa alla perfezione con una scelta testuale bizzarra e istrionica capace di dare ampio respiro a costrutti emozionali che non cedono passo al tempo, ma piuttosto lo trasformano e lo rendono sostanza malleabile per forme e sovrapposizioni future. Il disco dei La Sorte è un concentrato di ironia e sostanza che lascia in disparte velleità e autoreferenzialità incanalando vissuti e radici di ogni singolo componente per dare forma ad una musica di grande spessore che abbraccia il cantautorato, il pop e il rock in un’artistica ambizione di creare qualcosa di diverso, di maledettamente nuovo. Itaca è un viaggio nei meandri della nostra psiche scollegata. Un viaggio intenso di abbandono e ritrovo senza trascurare mai un’estetica imprevedibile che fa di questo disco un’esperienza irripetibile da provare e sperimentare senza il timore di cadere nella trappola dell’ovvietà, ma intensificando, ascolto su ascolto, un proprio stile, un modo nuovo di vivere la vita.