The Winonas – Arborea (Vaccino Dischi)

Substrati di coscienza si intensificano all’interno di scarne melodie dove una voce in sordina penetra la carne e come tepore di un tempo che non esiste più inumidisce i cuori e apre a nuove destinazioni. Le Winonas sono tornate con un disco dal chiaro appeal grunge acustico impresso e inglobato all’interno di costanti che sono diventate oramai il marchio di fabbrica delle nostre in un sodalizio perpetuo con le migliori band di Seattle. Arborea è approccio materico al mondo naturale che ci riempie, un omaggio alla natura circostante che ingloba la luce e l’oscurità mescolando, in un solo momento, pezzi di cielo per poi ritrasformarli in qualcosa di sfuggevole, ma tangibile. Un breve EP, sei pezzi in totale che comprendono una bellissima cover, Senza un perché, di Nada ad intensificare i rapporti con uno spirito femminile che con grazia mai assopita ridona all’animo punk un senso di introspezione dolce e malinconico, attraente e bello nella sua semplicità.


The Winonas – Sirene (Autoproduzione)

Non vengono dal mare, ma scavano le profondità degli abissi, si lasciano trasportare dai suoni della natura conquistando uno strumentale d’avanguardia che intreccia substrati di chitarre acustiche provenienti direttamente dal grunge e dal rock degli anni ’90 amalgamando decostruzioni di puro impatto emotivo che riguardano il nostro vivere, la nostra quotidianità, valorizzando, in chiave acustica sostanza e nel contempo passione; loro sono le Winonas, citazionismo puro della Ryder del film Sirene, tre amiche rinate dalle ceneri punk delle Cioccolata Fondente a ribadire ancora un concetto che in questo disco, in questa prova, si fa ancora più sentito e calibrato a dovere, undici tracce dove i suoni registrati in studio grazie a microfoni ambientali mantengono una costante ricerca di fondo che esplode in bellissime e ipnotiche concentrazioni emozionali come nel singolo Ansia che vede il cameo esistenzialista di Gian Maria Accusani dei Sick Tamburo ex Prozac+, a completare il quadro poi le essenziali e necessarie intro e outro passando per Lo Specchio e le rivisitazioni di Love in a traschan dei Raveonettes e di So Easy degli Eagles of Death Metal per un album pieno di amore verso un mondo in decadenza, un disco che a guardarlo bene ha lo stesso colore del mare in tempesta.