Cantautorato elettronico che guarda al contemporaneo con note personali e perennemente in bilico tra ciò che è stato e ciò che sarà in un’intesa perenne che mira ad una soddisfazione non solo personale, ma anche condivisa. Il disco di Tommaso Seconi non segue le mode, ma piuttosto cerca, nelle banalità di questi tempi incerti, una strada da seguire nel labirinto delle produzioni odierne. In Fragolina di campo si sentono echi di Battiato e di Dino Fumaretto, ma anche e soprattutto quel bisogno di intensificare i legami attraverso un ritrovarsi nelle peripezie del nostro vivere. Sono nove tracce eviscerate a dovere che sembrano uscire da un diario di vita esistenziale che parla alle orecchie dell’ascoltatore con sincerità ed esigenza di comunicare. Dalla title track fino a Racchiuso in una conchiglia passando per Il bambino che ero, Dagli occhi tuoi, Persone d’arte, il nostro dimostra una padronanza notevole di forma e contenuti per un disco originale che non lascia nulla in secondo piano.
Category Archives: Indie Pop
Guido Elle – Duepuntozero (Hobo Records)
Pop- rock di matrice britannica che ingloba suoni d’oltreoceano incrociando un cantautorato d’annata e perpetuando quel suono a tratti riflessivo, a tratti prorompente, tipico delle produzioni di genere. Il secondo disco di Guido Elle racconta spaccati di vita assaporati nell’incedere di ogni giorno. In Duepuntozero c’è il ritmo trascinante, ma anche quella sensazione di introspezione che porta l’ascoltatore all’interno di un universo umorale, in continua evoluzione che si sposa con le emozioni che non riusciamo, sempre, ad esternare. Si parla di crescita personale, di amori, di un progredire che appunto non è staticità, ma continua ricerca all’interno di un microcosmo chiamato esistenza che troppo spesso fagocita senza dare il resto. Ecco allora che i pezzi proposti corrono da Tra le nuvole fino alla title track passando per le riuscite La cosa più bella, Liberamente, Le luci del mondo, Rinascere, per un risultato d’insieme che abbraccia le forme classiche del pop senza rinunciare a quella dose di elettricità che compensa e consola.
Genoma Music Project – Nos libera (Autoproduzione)
Musica d’autore sofisticata e ammirevole dove ogni tassello proposto è parte integrante di un tutto che sa donare luminosità e ampiezza di vedute ad una scena in bilico, ma pronta a rialzarsi in caso di caduta accidentale. Nos libera profuma appunto di libertà. Una libertà che trova nella comunicazione un punto di contatto necessario e unico per parlare con l’ascoltatore incentrando una poetica fatta di quotidianità e racchiusa nelle tempeste di ogni giorno. Musica elettronica ad inglobare questa forma di dialogo. Musica che si evolve e che sa concentrare la propria attenzione nella diffusione e nel cambiamento, nella spirale movimentata che occupiamo e che si chiama vita, da cui non possiamo fuggire, ma a cui possiamo dare, costantemente un nome nuovo, un nome diverso. Nos libera è un disco sul cambiamento e su ciò che vorremmo essere. Un universo che si amplia fino a creare qualcosa di davvero entusiasmante e sentito.
PopForZombie – Ricordati di vivere (VREC)
Un bisogno esistenziale di abbracciare un cantautorato sghembo e a tratti fallimentare che ricorda inevitabilmente le gesta eroiche dei Camillas in un vortice caleidoscopico dove il ballo sembra una cosa dimenticata e dove l’ironia presa in prestito dal migliore Rino Gaetano sembra essere così contagiosa da farci dimenticare tutto il resto. Il terzo disco dei PopForZombie suona come un vinile lasciato a decantare nell’universo colorato del pop indipendente. Un album farcito con le sfumature delle stagioni e che sa prenderti per mano raccontandoti piccoli mondi e contesti, spazzati di vita che si fanno portatori sani di una nuova realtà da veicolare e far progredire. Ci sono dodici pezzi, dodici nuove canzoni, più altre quattro sottoforma di bonus track, versioni alternative, interpretate per l’occasione con nomi più o meno di spicco della scena indipendente italiana. Ciò che ne esce è un gran quadretto d’autore dove l’immensità delle piccole cose è essenziale per disegnare futuri e nuove speranze, per un folk che fa dell’intimità la chiave di apertura verso il domani.
Izine – Fuori dal mainstream (Alka Record Label)
Atmosfere intime e melliflue circondano l’etere di un bisogno di appartenenza che nel disco costruito ad arte che mi trovo ad ascoltare, la musica pop, quella migliore, degli ultimi anni, incontra un qualcosa che affonda radici in un cantautorato di vecchia data ad infrangere il velo della quotidianità con musiche che attraversano il tempo per come lo conosciamo. Il disco di Izine, all’anagrafe Marco Ravasini, riesce a dipingere sostanziali bisogni di appartenenza con la bellezza in un concentrato di sogni infranti e di futuri da costruire. Fuori dal mainstream potrebbe suonare ruffiano, ma invece trova degli espedienti musicali per uscire dalla comfort zone e perpetuare un’idea di simultaneità con un io introspettivo che sa guardarsi dentro e riuscire a trovare vie di fuga continue. Sono cinque tracce, da Il vento soffia da Marte a Qui che riescono ad immaginare territori inesplorati e visualizzazioni di un universo in espansione che possiede, come punto fermo, il centro del cuore.
Granelli – Elefanti a Buckingham palace (Alka Record Label)
Pop indipendente mescolato all’r’n’b che traduce le problematiche della vita grazie ad un suono che attraversa mescolanze e simultaneità con il percepibile universo che imbriglia attimi riconsegnandoli all’ascoltatore sotto forma di perle malinconiche che profumano di estati andate a male e di amori da recuperare dentro al cassonetto della memoria. Gli elefanti barriscono e i Granelli lo sanno bene. Parlano al mondo circostante con un suono mai banale, ricercato, soffuso e diffuso. Una sorta di metodologia elegante che al primo ascolto sembra immediata, ma che nasconde, in verità, lati trasversali di un mondo in via di definizione. Da Asfalto fino a Osaka i nostri ci regalano cinque pezzi che possono essere tranquillamente cinque singoloni per le radio contemporanee. Un album d’atmosfera che strizza l’occhio al pop fatto bene con tutte le carte in regola per fare il salto di qualità.
Esserescoria – Esondazioni (Overdub Recordings)
Musica d’autore non prettamente incasellata che avanza in modo estroverso e mai timido all’interno di quel vuoto da colmare con le sensazioni e i bisogni di chi riesce a dire ciò che sembra non avere un fine. L’album di debutto di Essescoria, all’anagrafe Riccardo Tomasetti, è un disco fatto di innumerevoli sfumature, di costruzioni realizzate con la materia dei sentimenti, accompagnate da una voce e da una struttura generale in bilico tra Nicolò Carnesi e Edda a ricoprire di pensieri melliflui una musica fatta di vissuti e di circostanze legate inevitabilmente alla quotidianità. Esondazioni si arrampica sulla forma canzone con stile personale e i protagonisti delle canzoni sono persone di tutti i giorni alle prese con le peripezie di una realtà che spesso ci chiede molto più di quello che possiamo dare. Dal singolo riuscito Io ratto tu serpente fino a La comodità del male il nostro costruisce una macchina di sentimenti mescolata alle passioni di una vita intera.
Elisabeth Grey – I Am! Am I? (Resisto)
Ep concentrico per la cantautrice olandese che mette il pop in primo piano nel creare una commistione di bel cantato ed energia soppesata all’interno di tracce che si lasciano ascoltare e introspettivamente accendono le catartiche intenzioni dei sogni a venire. Elisabeth Grey, musicista in continuo mutamento, riesce ad identificare i momenti bui della vita grazie ad una sostanza mai nascosta, ma snocciolata a dovere, in un disco dove i grandi e piccoli progetti di ogni giorno sono necessari per comprendere un quadro d’insieme fatto di meraviglia e strade tortuose da seguire. Ci si perde per un po’ nel labirinto ricreato e pezzi come Don’t stop the dancing, Hold on, Coming home sono utili per interiorizzare una poetica costruita attorno ai sogni che verranno. I Am! Am I? è un disco che si domanda e comunica, un album che profuma di obiettivi da raggiungere e leggerezza da inseguire.
Raesta – Fuoco di paglia (Alka Record Label)
Cantautorato disincantato che ricorda il Bugo più sperimentale intrecciarsi con il mondo circostante, con la quotidianità. Uno scrivere un diario di vita impreziosito da una produzione davvero importante che suona in stato di grazia pennellando cesellature che inglobano indie pop, psichedelia e un cantautorato a tratti sghembo, ma incisivo. L’album di Raesta, all’anagrafe Stefano Resta, è un concentrato autorale di passione e ossimori legati alla realtà di ogni giorno. Ci sono immagini che vengono raccontate, elementi figurativi che vanno ad implementare la bellezza di canzoni che non si domandano troppo, ma nel contempo utilizzano l’intelligenza per scavare a fondo alla ricerca di qualcosa che valga la pena essere ricordato. Ecco allora che il nostro, in questo EP, snocciola cinque brani pregni di poesia, di lirismo mai compresso; una volontà espressa che trasforma l’apparenza in concretezza raffinata.
Gero Riggio – Etere (Carioca Records)
Pop ben raccontato a cucire trame in sospensione che mantengono forme e colori perpetuando una sorta di poesia dell’anima capace di svilupparsi oltre le abitudini e approfondendo l’idea di compiutezza che passa attraverso suoni stilisticamente calibrati. Il nuovo di Gero Riggio, cantautore palermitano, è un disco pregno di canzoni che si affacciano sulla quotidianità e in simultanea diventano diario di vita da cui estrarre pezzi di mondo da conquistare. Etere è una rincorsa, un vento leggero che diventa necessario mezzo di trasporto per entrare negli anfratti oscuri del nostro io cercando forme di sospensione che diventano necessaria comunicazione reale. Dall’intro lasciata a Risveglio fino a Hiroshima passando per la stessa title track, Sempre gli stessi, Trame, il nostro riesce a condensare minuti preziosi diventando narratore di un momento, di un desiderio inespresso, ma compiuto, che probabilmente non tornerà mai più.