Mario Mariotti – La persistance du rêve (Abeat Records)

Musica fluida, contaminata che ti viene a cercare inglobando sensazioni da viaggio autunnale in grado di portarti lontano scavando nelle profondità di un interno che si nutre di luce e buio, di oscurità e brillantezza da ricercare nelle spasmodiche visioni di un domani migliore. Un centrare bersagli nella suadente e mistica atmosfera ricreata fatta di oniriche visioni e abbandoni, di caratterizzazioni che si sposano con la ricerca, con il gusto per un’eccentricità mai ingombrante, ma sicuramente degna di nota. Mario Mariotti sperimenta una colonna sonora da noir contemporaneo pur apprezzando un passato che sa consegnare basi e radici necessarie per le composizioni future. Una musica quindi che si fa emblema e diventa dialogo di strumenti, di note, di trovate musicali a riempire i vuoti del nostro continuo isolamento con un suono che fa parte di un sogno costante, una sorta di film lynchiano da cui non vorremmo mai uscire.


Giovanni Scasciamacchia Feat. Perico Sambeat, Dado Moroni, Tommaso Scannapieco – Patto armonico (Abeat Records)

Patto Armonico - CD Audio di Giovanni Scasciamacchia

Swing contemporaneo sporcato da tavolozze di colori imbrigliate all’interno di movenze jazz che stupiscono per assemblaggi e architetture vive, fatte di sostanza, di momenti ed esigenze artistiche intrise di veridicità e voglia di comunicare un progetto, di ricreare una sorta di ambiente visivo e sonoro da cui perpetuare nuovi e profondi significati. L’idea di Giovanni Scasciamacchia di dar vita ad una commistione tra musica e design è preponderante nella raccolta di intenzioni offerta e in quel bisogno artistico ricco di sogni e sfumature, di oscillazioni atemporali e di salti cosmici a riscoprire un perduto mai del tutto abbandonato. Sono dieci movimenti creativi che iniziano con Brainstorming e finiscono con Déco passando per Palette, Schizzo, Scambio creativo, Empatia, ad intrecciare una grande capacità compositiva ad un forte e spiccato senso artistico che trova, nelle complesse immagini create, un punto di raccordo con ciò che possiamo definire bellezza nella meraviglia.

 


I sincopatici ft. Claudio Milano – Decimo cerchio (Snowdonia Dischi)

Decimo cerchio - I Sincopatici - CD - dischivolanti.ch

Deflagrante visione infernale messa su musica che riesce a conquistare per eterogeneità sospinta nel ricreare, in modo emblematico, immagini disturbanti, visioni che intercorrono tra passato e futuro per dare al presente un bagliore di lucentezza eterna. L’oscurità che avanza quindi in un’opera polisettoriale concreta dove la musica, il teatro, il cinema, entrano in contatto per scardinare l’attesa consegnandoci sensazioni che fanno parte di un’evoluzione programmata e sentita. Un lavoro di cinque anni con l’obiettivo di sonorizzare il film muto, del 1911, L’inferno, a rimembrare quella Divina Commedia, quel capolavoro patrimonio del nostro stare. Francesca Badalini, Luca Casiraghi, Andrea Grumelli e Claudio Milano riescono a dare un senso unico ad un disco immenso dove la fusione di stili incontra e si scontra con il melodramma riuscendo a percepire le sfumature intense di un’impresa immensa. Decimo cerchio è un esperimento toccante dove tutti gli elementi presenti sono parti di un movimento immortale.


Linda Gambino – Unexpected (Filibusta Records)

Linda Gambino, Unexpected<small></small>

Assaporare un viaggio interiore nelle visioni solfuree di città da conquistare nel pieno della notte attraverso una musica sopraffina ed elegante pronta a colpire per tramutata bellezza e peculiarità che si fa strada, cammino da inseguire, circostanze da assaporare giorno dopo giorno. La poliedricità di Linda Gambino si percepisce all’interno di un album compatto che riesce a creare appeal e profondità e nel contempo risuona per composizioni mai frenetiche, ma meditate e soppesate, gentili ed eleganti. Sono sette brani atmosferici, tre originali e quattro rivisitati che riescono a percorrere una storia. Uno scavare interiore che si fa racconto consegnando all’ascoltatore una ricerca che in primis è fulcro interiore di un marcato bisogno di comunicare. Unexpected esce con facilità dal cilindro della meraviglia. Un disco leggero e conturbante, fresco e semplicemente unico.


 

Andrea Zacchia – HBPM (WOW Records)

Atmosfere intime soffuse a raggruppare la notte all’interno di un viaggio interiorizzato a dovere dove l’introspezione costante è punto focale ed emblematico nel recidere l’inutilià e moltiplicare la bellezza all’interno di una porzione di universo che si fa appartenenza accolta, leggera condivisione di intrinseche visioni fatte per durare nel tempo. Andrea Zacchia alla chitarra accompagnato da Angelo Cultreri all’hammond e da Maurizio De Angelis alla batteria, riesce a creare un ambient sofisticato e persistente, un High Beat Per Minute che si fa ricordare attraversando porzioni di sogni a venire che si mescolano al passato. Una mescolanza che gioca con le parole e omaggia. Su tutti Wes Montgomery, ma lo stesso titolo del disco può essere anche analizzato percependo i segreti nascosti delle due parole Hard Bop e Pat Martino, quest’ultimo tra i migliori chitarristi jazz mai esistiti. Uno studio quindi, un divenire che riecheggia in tutti i brani proposti. Dalla stessa title track fino a Send in the clowns passando per le riuscite The days of wine and roses di Henry Mancini, Nuages di Django Reinhardt e la bellissima Song for Elias dello stesso Zacchia, per un risultato d’insieme, a tratti, davvero sorprendente.


Emanuele Sartoris with Roberto Cifarelli – Inquadratura di composizioni (Tǔk Music)

Inquadratura di composizioni, Emanuele Sartoris e Roberto Cifarelli

Nella lucentezza di una stanza sufficientemente illuminata si nascondono prodigi in divenire che tendono all’evoluzione scardinando il presente e immagazzinando l’inutile all’interno di scatole vuote pronte ad essere gettate al suolo. In quella stessa stanza convive la sperimentazione con l’oblio intercettato dal ricordo in una sostanziale visione di ciò che verrà mescolato nella velocità del giorno che fagocita e non lascia nulla al caso. Le nuove elucubrazioni, del duo, formato per l’occasione dal pianista Emanuele Sartoris e dal fotografo Roberto Cifarelli, sono di vitale importanza per stabilire nuove coordinate da associare alle esperienze umane. Lavorare quindi su scatti, su rappresentazioni melliflue del mondo in cambiamento, diventa punto cruciale e sentito nel panorama di avanguardie italiano. Concentrare l’attenzione sulla fusione e sul vortice di sensazioni che diventa preponderante nella ricerca sonora, ottimizzare spazi e paesaggi, punti di inclusione, è essenziale poi per ottimizzare una narrazione mai sintetica, ma elaborata, colta, cristallina. Un disco che si fa esperimento nel costruire egregie architetture sonore.


Fabio Mazzini – Letters (Raighes Factory)

Letters by Fabio Mazzini - Raighes Factory

Disco strumentale fatto di chitarre evocative che colpiscono per complessità di arrangiamenti e dilatazioni sonore in grado di percepire il tempo atmosferico e il nostro divenire in una continua metamorfosi che profuma di evoluzione e simultanea riappacificazione con il nostro stare e il nostro comprendere. Il nuovo di Fabio Mazzini non nasconde il piacere per la sperimentazione, dosando, in modo maniacale, i colori provenienti dai numerosi paesaggi evocati come fossero colonna sonora mutevole di questa e altre vite possibili. I pezzi proposti, da Carillon a Three mountains, sanno descrivere l’attesa per le cose belle, quelle suonate con il cuore. Un’attesa che scioglie le circostanze per trasportarci all’interno di nuovi universi in via di definizione. Mondi lontanissimi che si possono toccare. Tangibilità e concretezza, quindi, per una rappresentazione magica e misteriosa che diventa fusione imprescindibile con gli elementi della natura che sono parti indistinte del nostro esistere.


No Dada – Fossili del futuro (Soundinside Records)

NO DADA - Fossili dal futuro - Radiocoop

Immense visioni industrial si sposano con la concatenazione degli eventi che ci investono ogni giorno sradicando presupposti per un futuro migliore e dando alla luce un disco che nel buio trova riparo, dimora, punto di contatto con qualcosa di indefinito, ma vicino alle catastrofi che respiriamo. Fossili del futuro è il primo esperimento prodotto dal collettivo napoletano No Dada costruito attorno alle menti di Lorenzo Campese e Marco Maiolino e dall’illustratrice Federica De Simone in una rincorsa onirica che da valore aggiunto ad elementi non tangibili e mentali rendendoli punto di contatto necessario per comprendere quella sensazione di indefinito che ci avvolge e ammalia. Sono dieci canzoni, dieci tratteggi emozionali e fantascientifici dove tutto sembra confluire all’interno di un’opera enorme e irraggiungibile. Un disco multiforme e importante, un modo diverso, unico, di raccontare l’universo intorno a noi dove l’elettronica e le orchestrazioni diventano cuore pulsante di un ragionato quadro in divenire.


Tiziano Popoli – Selinute (Archaelogical Records)

Un ballo, una danza psichedelica, un linguaggio tribale che scardina punti importanti per lasciare spazio ad un’improvvisazione che sa di terra, di cielo, di mare, di ambienti sovrastanti e conturbanti implementati dal bisogno di capire il sentiero da seguire. Selinute affonda le radici del nostro esistere in un condensato barometrico che mi ricorda troppo le sperimentazioni del Santana migliore in un caos di colori melliflui e cangianti che sbalordiscono e rintracciano particelle elementari, primordiali, in un futuristico suono che profuma di passato. Tiziano Popoli ci accompagna in un viaggio musicale che è costruito attorno alle percezioni sensoriali, al divenire oltre ogni immaginazione, a quel bisogno intrappolato nell’essenza stessa della musica per poter comunicare, poter smuovere qualcosa dentro che ci siamo dimenticati di avere. Quattro movimenti presentati. Entrata, Prima danza, Seconda danza, Trionfo. Un’opera composita costruita con l’aiuto di Paolo Venturi alle chitarre e alla voce e con Paolo Modugno ai tamburi a cornice per un risultato d’insieme elettrizzante, mai circoscritto, in grado di abbracciare il mondo intero.


Luca Falomi/Alessandro Turchet/Max Trabucco – Mare aperto (Abeat Records)

Meraviglioso naufragare tra i flutti della coscienza dove ogni cosa sembra avere, acquisire, un giusto posto, una giusta direzione. Mare aperto suona come colonna sonora con echi morriconiani per poi aprirsi lentamente verso le ambiziosi attese e raggiunte di una world music presente che profuma di Mediterraneo, di improvvisazione e qualità sonora ineccepibile. Un trio esplosivo incapsulato in una calma apparente narrata che conosce il senso e il mistero delle attese, degli arrivi e delle partenze, un abbandonato raccolto e ricostruito, allineato al mondo decontestualizzato per un universo cesellato ad arte e costantemente proteso, con gli occhi, al futuro. Falomi, Turchet, Trabucco sanno emozionare grazie ad una prova meditativa che scava l’abisso della nostra coscienza e pian piano segue la rotta che ci spinge, noi umani, a scoprire nuove ed entusiasmanti destinazioni. Da E vui durmiti ancora a Little lullaby for a lonely night i nostri, con l’aiuto di Maria Pia De Vito alla voce e Daniele Di Buonaventura al bandoneon, riescono a far incontrare aspirazioni e nuovi linguaggi sonori all’interno di un universo perennemente in cambiamento.