Etnia SupersantoS – L’abominevole uomo delle fogne (Adesiva discografica / Edel)

 

Disco frullato che ti fa ballare tutta l’estate.

Testi mai banali e scontati, ironici e taglienti, spunti di riflessione e allegria contagiosa per questa band alla seconda prova da studio.

Disco prodotto dall’onni presente Paolo Iafelice (già collaboratore di Fabrizio de Andrè, Vinicio Capossela, Pfm, Daniele Silvestri ecc.)

La super-band è accompagnata da prestigiosi ospiti: Gianluigi Carlone (sax soprano della Banda Osiris), Gianni Masci (chitarrista degli Jolaurlo), Francesco Giorgi (violinista del Trio Radio Marelli), Gaetano Santoro (sassofonista di Roy Paci e Aretuska) e Roberto Solimando (trombonista deiMusici).

Tutti i brani sono un condensato di ricerca e bravura, più si ascolta questo disco più si possono trovare mille sfumature diverse che valorizzano particolari nascosti.

Bruno Damiani, paroliere del gruppo, nonché voce, ricorda il miglior Bennato che incontra sotto l’ombrellone Bordignon leader dell’avant-rock band dei Casa.

Le musiche ricordano talvolta il gruppo 3000 bruchi.

Si parte dalla Jungla per arrivare al Ministero (trovate pure Voi il collegamento..), in mezzo Gli etnia Supersantos ci raccontano che L’opinione popolare si concentra sull’avvenimento i giornali, la Nazione, il Governo e la Juventus,in Infetta toccano temi socialiIl tuo conto in banca il tuo banco posta dalla paranoia lui ti salverà drogata ma non vedi che sei drogata se ti fossi ammazzata a quest’ora non saresti più drogata il singolo Cazzo, Stasera alla disco!!! è un inno contro i locali da stuzzicchini e aperitivo Cazzo, stasera alla disco balliamo di brutto dai vieni con me.Cazzo stasera alla disco balliamo su un disco del Topo Diggei mentre in M’annoia ci si chiede se è più vero vivere la propria vita da artista o consegnare la propria esistenza all’X-factor di turno.

Con la seconda parte del disco si mantengono sempre toni ritmati e di alto livello: swing, reggae e folk che accompagnano canzoni godibili, da spiaggia e piedi nell’acqua come le atmosfere di Abbandonati da Dio e dagli uomini.

L’apice però dell’album si raggiunge con il pezzo che da il nome al disco: L’abominevole uomo delle fogne.

Una canzone irriverente questa, ma dal bellissimo significato che parla di incontri mancati e il tutto viene spiegato in questo modo:

una mattina uno dei componenti della band non meglio nota come etnia SupersantoS era in bagno e si stava asciugando i capelli. Accorgendosi che alcuni di essi erano adagiati sul fondo del lavandino aprì il rubinetto per lasciar defluire il tutto. Vedendo svanire i capelli giù per il tubo dello scarico venne colto da un’improvvisa febbre e scrisse questo brano partendo da un pensiero filosofico: “i miei capelli finendo nelle fogne incontreranno i capelli di altre persone che io fisicamente non incontrerò mai”.

Disco sicuramente di notevole spessore che riempie un vuoto nel panorama italiano di genere; unico neo forse la troppa comunanza e somiglianza di alcune canzoni presenti nell’album.

Da sottolineare comunque la presente e importante ricerca musicale del gruppo sia sul piano musicale che su quello testuale. Bravi.

 

Marco Notari – Io? (Libellula/Audioglobe) 2011

Da Jonsi ai Sigur Ros, dai Radiohead a Thom Yorke di “The Eraser”, Marco Notari sforna un lavoro caleidoscopico, poliedrico che abbraccia una moltitudine di generi, suoni, colori.

Una copertina firmata da Tommaso Cerasuolo cantante dei Perturbazione, già presente quasi in toto nella creazione del video “Porpora” nello splendido “Babele”; penultima fatica del piemontese Notari.

Le sonorità di “Io?”, rispetto a quelle del precedente disco, sono più ricercate, non sempre immediate come possono sembrare anche perchè ci troviamo davanti ad un album ricco di influenze: dall’elettronica ambient, dal pop raffinato, al rock urlato fino ad abbracciare quella canzone d’autore tanto cara al cantautore Piemontese.

Io?” prima canzone, ritmo tribale e percussioni miste all’elettronica ottimo inizio con quel ritornello legato al tempo accompagnato da un organetto. “Un tempo per restare in due sopra al mio cuore”.

Le stelle ci cambieranno pelle”. Non ci sono presentazioni: Belle and Sebastian incontrano Afterhours e Sigur Ros.

Con la terza canzone “La terra senza l’uomo” le nostre orecchie ascoltano qualcosa di già sentito nel disco d’esordio “Oltre lo specchio”.

Dina” ballata delicata, storia di vita vissuta, xilofono e modulazioni sonore: bel connubio per un testo quasi sussurrato.

L’inizio di “Hamsik” è un omaggio al quintetto oxfordiano e anche il testo ricorda per molti versi il concetto presente in “Hail to the thief”, un affronto alla politica da carta patinata.

Io, il mio corpo e l’inconscio” altra ballata, questa volta poco incisiva e che ha quel qualcosa di già sentito, con sonorità tardo ’70.

Il settimo brano “L’invasione degli ultracorpi” cori alla Marco Notari che incontrano sonorità british e accordi e pensieri “Affamati di Camilla…”

Con “Apollo 11” siamo di nuovo nello spazio, forse la canzone più bella di tutto l’album “Ci siamo odiati, amati, fatti male, tu sei la sola cosa per cui vorrei tornare”.

“Canzone d’amore e d’anarchia” con inizio alla “Daphne Descends dei compianti “Pumpkins” di “Adore” ci fa capire che siamo ancora portatori di pensieri per lottare.

Chiusura con una reprise della prima canzone alla maniera della meraviglia sonora di “Staralfur” degli islandesi Sigur Ros. Brano strumentale che annuncia speranza nel domani.

Questo disco è un viaggio dalla terra alla luna A/R, un volo pieno di rabbia e poesia, dolore e attivismo mai inerzia e apatia. Un disco, a mio avviso non all’altezza del precedente, anche perchè meno concept e quindi meno immediato, ma che cerca di farti aggrappare ancora a qualcosa che sia portatore di cambiamento: “cambiano i colori e sono migliori”.

www.marconotari.it

 

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