Suoni provenienti da un’altra galassia rincorrono uno sgangherato bisogno di appartenenza con la quotidianità che intensifica visioni e riesce, con gusto assai particolare, ad interiorizzare significati persi nell’età adulta che avanza. I Mobili Trignani confezionano un dischetto davvero interessante, pieno di rimandi ad un mondo che non c’è più che profuma di amarcord e capace di realizzare, in un solo istante, quel sensazionale ritorno ad un passato che ora, come non mai, è sempre più importante e di valore. Sembra un disco lo-fi altamente digeribile, ma in verità, nelle storie raccontate dai nostri, c’è un velo di solitudine e introspezione che rende la prova una sorta di perla grezza da preservare a dismisura. Un disco dove la parola ironia fa rima con bellezza e dove la semplicità del gesto riesce a colorare, in un solo istante, qualsivoglia giornata grigia che nasce e che cresce di fronte a noi.
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ALECO – Gli amori alle stazioni (Music Force/Egea Music)
Una sorta di regalo natalizio da parte di ALECO che nella sua nuova prova invernale ci dona un album che ha il sapore di tutto quel tempo che passa e a cui non sappiamo dare un nome. Un disco di cantautorato moderno che non disdegna il passato, trovando, nelle inquietudini del nostro vivere, il senso dell’assenza, il bisogno sempre vivo di ricucire i rapporti perduti. Gli amori alle stazioni suona fresco e frizzante. Dentro a questo insieme di canzoni possiamo trovare una bellezza primordiale e genuina di musica d’autore che riesce a conquistare il cuore grazie ad una semplicità di fondo ben congegnata e ben scritta. Sfumature, sensazioni ed emozioni sono le armi necessarie per comprendere una poetica che non si risparmia e che trova in pezzi come la title track, I fantasmi, Bella, Occhi, un punto di svolta necessario e soprattutto carico di quella leggerezza improvvisa che ha il profumo del ricordo.
DeaR – Mon Turin (Music Force/Egea Music)
Questo è un disco complesso e stratificato. Un album creato da una persona che non poteva permettersi un pianoforte e i suoi, allora, gli hanno regalato una chitarra. Un insieme di pezzi nati dopo dodici anni di gestazione che trovano nell’amore per Torino e per la composizione un parallelismo unico e un insieme emblematico di sfumature, gesti, momenti che non torneranno, forse, mai più. Sono le impressioni qui che contano e il lavoro fatto da Davide Riccio, in arte DeaR, è un insieme di ambientazioni sonore che spaziano da suono a suono, destabilizzando e perpetuando una completezza di fondo che stupisce ascolto su ascolto. Difficile da incasellare questo lavoro, ciò che traspare è una bellezza di fondo che si apre alla meraviglia e che trova, nel particolare mai banale, il senso più profondo di un viaggio senza fine.
Emanuele D’Alfonso – Musica sei (Music Force)
Disco costruito attorno a rivisitazioni in simultanea di pezzi che hanno segnato la storia della musica italiana. Emanuele D’Alfonso riesce a toccare le corde dell’animo grazie a pennellate acustiche che non ricercano virtuosismi, ma piuttosto creano una comunione di intenti attraverso l’uso della voce. Una voce capace di comunicare, capace di condensare, all’interno delle tracce proposte, l’amore per la musica, l’amore per la vita. Due inediti e dieci cover. Musica sei e Bambina mia sono la rappresentazione di un mondo che speriamo diventi territorio necessario per creare altri percorsi, nuove vie da seguire. Sicuramente buona l’dea di lanciare qualche proprio pezzo all’interno di un album prettamente fatto di cover. Speriamo in un futuro vicino di poter assaporare un disco di soli inediti per poter dare un giudizio più dettagliato e magari complessivo. Intanto buona la prima.
DeaR – Out of Africa (Egea Music/Music Force)
Dopo l’importante lavoro, recensito su queste pagine, New roaring twenties/Human decision required, torna DeaR, all’anagrafe Davide Riccio, compositore che trova nella metamorfosi interiore un punto d’attracco di sicura efficacia e bellezza. Out of Africa è un disco complesso. Un album che non si accontenta. Un substrato di sabbia, suoni, mescolanze a ricoprire il mondo per come lo conosciamo di sostanza vitale pronta a strabordare, pronta a rincorrere, dentro di noi, quel pezzo di cielo da interiorizzare e colorare. Un album che affascina, pregno di musiche. Un disco che trova nell’espressività del nostro sperimentatore un abbaglio per cercare una nuova strada, una via nuova di comunicazione in simultanea con gli stati d’animo del nostro io. La title track, I am from Babylon, Tigritude, Mozambique, Love of the solitude, No words again sono impressioni a comporre, nella tavolozza del continente primordiale, il nostro venire al mondo.
Dance floor closed – Top 10 (Music Force/Egea Music)
Musica dance a raccontare di questa realtà tra sali scendi di spessore che ricoprono la pista, ricoprono l’etere di lustrini e luci per dare nuovo significato alla vita che stiamo vivendo. Il disco del duo toscano formato da Gianni Mini e Simone Serotti concentra l’attenzione all’interno di un mondo in continua evoluzione che qui, attraverso uno stile ridondante, ma di sicuro effetto, ci porta alla scoperta di un’elettronica fatta per ballare, fatta per pensare. Dance floor closed sembra parlare di questi tempi incerti, lo fa con un linguaggio sincero inglobato nella quotidianità. Dieci pezzi più tre remix. Da Count on me fino a Best Decade troviamo un universo in continua evoluzione. Non un universo sognante, ma piuttosto un universo cangiante e finalizzato a stupire con gusto.
Max Casali – St3rzo (Music Force/Egea Music)
Terzo album per il cantautore romano che impacchetta per bene un disco che parla di quotidianità mai sopita e pronto a contrastare con le parole le debolezze di questo periodo in declino. Le canzoni di Max Casali si fanno tangibili e parlano, attraverso un’essenza naif, di tutto ciò che spesso lasciamo in disparte, delle nostre paure, di ciò che abbiamo vinto e di ciò che inesorabilmente abbiamo perso nella vita. St3rzo è un album verboso, fatto di prosa, quasi a superare il senso musicale. Pezzi come Segnali di noi(a), Bulli e rupe, Il de(re)litto perfetto, Il resto manc(i)a giocano con i termini, si sciolgono, aprono a nuove aspirazioni cercando sempre e comunque una propria strada da seguire, una via di ritorno dal frastuono di ogni giorno. St3erzo è un album semplice, ma nel contempo carico di spunti e di riflessioni che sottolinea ancora una volta l’importanza intrinseca e reale di un cantautore come Max Casali; un musicista capace di trovare, nelle curve della nostra realtà, il rettilineo vincente.
Collettivo casuale – Aria (Egea Music/Music Force)
Filoni di chitarre woodstockiane si incontrano per sfiorare l’etere di energia attraverso una musica acustica che si dipana dalla notte dei tempi e immacolata ci consegna le visioni di una nuova alba. Il collettivo casuale ci consegna una prova dalle tinte classiche, ma che custodisce al proprio interno una poetica visione di anima gentile che si racconta attraverso le vicissitudini del tempo, le vicissitudini che inglobano il nostro vivere e si adattano ai giorni che verranno. Dieci pezzi verbosi, pieni, a tratti improvvisati. Dieci canzoni semplici. Brani quasi da cantare attorno al fuoco per un risultato d’insieme non completamente convincente, ma sicuramente atteso e importante in una maturazione a venire.
Duo acoustic – Stop! (Music Force)
Metafore esistenziali si sovrappongono ad un bisogno sentito di percorrere la strada della vita attraverso sentieri, percorsi che imbrigliano una coscienza che diventa radice indissolubile con quello che ci portiamo dentro. Fingerstyle, loop, processi di sovraincisione si collocano oltre l’infinito per compiere una parabola ascendente verso il nulla migliore. Il disco dei Due acoustic parte da lontano, dalle nostre fondamenta appunto, per compiere un viaggio di introspezione capace di amalgamare stili differenti in una sorta di cantautorato jazz che concede spazi al blues e a momenti di raccoglimento perenne che ricordano la miglior musica d’autore per un risultato finale davvero originale. Anima quindi, voce e coraggio. Da Tu l’albero io il tuo fiore fino a Lost i nostri riescono a creare una sorta di immagine visiva che travalica il pensiero e si posa all’interno di un serale quadro notturno di fine estate.
Marco Nocera – Look ahead (Music Force)
Elettronica di confine ben ponderata e accesa in grado di attraversare i limiti dell’attualità per proiettare l’ascolto all’interno di compartimenti dove sembianze e atmosfere sono parte essenziale di un tutto in dissoluzione. Bella prova questa per il nostro Marco Nocera, un disco che trasforma le sembianze di ogni giorno grazie ad una musica compatta e ben studiata, una musica totale che abbraccia il passato con sguardo liberatorio e concentrico attraversando indissolubilmente il futuro. Look ahead suona pulito, senza sbavature. La voce è ben calibrata, non propriamente originale, ma capace di comunicare emozioni geometriche, emozioni che creano spazi di realtà. Da Silent emotion fino alle varie extend version a comprimere una certa concentricità con la finale Still here, il nostro musicista riesce a dar luce ad un qualcosa di sentito e sicuramente pregno di un bisogno unico di comunicare emozioni.