Pop atmosferico ben confezionato che regala attimi di vita vissuta all’interno di una scatola chiamata frenesia che troppo spesso fagocita senza lasciare nulla da condividere, nulla di cui godere. Stefano Manzini lo sa bene e ce lo fa capire grazie ad una piccola prova, un EP fatto di cinque canzoni che sembrano attraversare gli istanti vissuti riuscendo ad interpretare sensazioni ed emozioni che colpiscono al cuore di chi ascolta. Consapevolezze è una prova matura, nulla è lasciato al caso. Questo disco è un diario cantautorale, esistenziale e interiore, un bagliore di lucentezza prima del morire del giorno. Comunque vada ad aprire è traccia emblematica per scelta e messaggio da veicolare per poi proseguire con Fiaba allo specchio, la riuscita Lasciare andare, il singolo meditativo Sei parte della storia e un’ulteriore versione di Comunque vada, per un disco che diventa quadretto d’insieme capace di parlare con la voce dei sentimenti, amplificando la bellezza delle cose semplici, piccoli passi da condividere ogni giorno.
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DeaR – Gli altri (Music Force/Egea Music)
Nuovo mastodonte musicale a continuare l’opera di congiunzione col passato del cantautore torinese Davide Riccio, in arte DeaR che per l’occasione mostra, ancora una volta, la forza, la potenza controllata di una musica fuori dal mainstream, ma che nel complesso sente il bisogno intrinseco di essere raccontata. Questo nuovo triplo disco non conosce il peso del tempo. Abbandonate le visioni del precedente Dear Tapes, focalizzato negli anni ottanta, questo nuova fatica racconta la storia musicale del nostro negli anni novanta. Un miscuglio eterogeneo fatto di luci e ombre dove il senso profondo del tutto non ricerca l’assoluta bellezza, ma trasforma il ricordo in qualcosa di tangibile e sicuramente reale, un qualcosa che va custodito e preservato come diario esistenziale di vita. Difficile parlare delle canzoni, difficile davvero. Sono 58 e sanno spaziare in modo sapiente tra i diversi generi dell’epoca. Post punk, alternative, psichedelia, a rintracciare colori mai sbiaditi, ma lasciati a decantare e quando meno te lo aspetti pronti ad uscire dalla terra sotto forma di fiore misterioso, ma coraggiosamente meraviglioso.
Mobili Trignani – Webinar (Music Force)
Scanzonate visioni di un’Italia alla deriva ritornano nella descrizione poppeggiante dei Mobili Trignani a riprendere il perduto nel tentativo di trasformarlo in qualcosa di fresco, geniale e irriverente. Un po’ di Jannacci, un po’ di Pinguini tattici nucleari e se vogliamo anche un po’ di Eugenio in via di gioia; il duo proveniente dalla provincia di Teramo ci regala un disco solare, con uno sguardo però attento alle vicissitudini del reale e del mondo in perenne cambiamento. Webinar è una sorta di allegoria della realtà. Un affresco contemporaneo costruito attorno ad architetture sognanti dove i pensieri primordiali ricoprono attimi di spessore e regalano punti di contatto con un qualcosa di davvero esaltante e sincero. I Mobili Trignani ridefiniscono per autodefinizione il loro PopArticolare senza dimenticare le radici della forma canzone e attingendo dalla modernità il necessario per stupire ancora una volta.
Daniele Mammarella – Wild universe (Music Force)
Ricerca sonora per terre lontanissime imbrigliate all’interno di fessure simultanee dalle quali guardare oltre l’orizzonte per cercare spazi e amplificate nuove vedute. Il talentuoso Daniele Mammarella riesce ad incastrare, con spirito elegante e disinvolto, delle perle musicali dal sapore d’altri tempi in un’amalgama generoso di passione e sudore ad imprimere, nel diario del nostro tempo, un album dove il cantato e lo strumentale si fondono per consegnarci peripezie unitarie, sontuose ballate che guardano oltre l’orizzonte. Wild universe parla di questo e altri mondi da scoprire. Parla di terre vicine e terre lontane. Un assimilare la natura per tenerla accanto a quello che proviamo per un fingerstyle che incrocia un divenire interiore, uno stato d’animo, un modo diverso, quasi di conforto, per raccontare parti intrise di significati, esperienze racchiuse in ognuno di noi. Da wake up (Early in the morning) fino a Thank you! il nostro riesce nell’intento di trasferire all’ascoltatore una parabola di vita che ricopre uno stare, un sentirsi parte di un tutto magnificamente descritto.
DeaR – DeaR Tapes (Music Force)
Triplo disco con materiale inedito, demo mandati a case discografiche senza risposta, elementi di congiunzione con il passato e il futuro, frammenti di vita, di ore spese a recuperare un’introspezione uscita pian piano ed esplosa solo ora, esplosa nel momento forse migliore. L’album mastodontico di DeaR, all’anagrafe Davide Riccio, è un disco complementare ad implementare la produzione del nostro che qui, in queste pagine virtuali, ha trovato posto per tre volte negli anni passati e che adesso, con questa nuova fatica, stupisce per bisogno intrinseco di mettersi in gioco, di sfidare per certi versi il mainstream consegnandoci una prova che profuma di percorso capace di non esaurirsi mai. Dalle cassette al digitale, un passaggio epocale in grado di salvare pezzi di un passato che vive ancora per un disco intriso di avanguardia e bisogno, già all’epoca, di segnare un confine, un territorio del tutto personale da cui partire. Intuizioni quindi erranti e brillanti sulla strada del domani.
Baldo & i Giovani – L’ora d’aria (Music Force/Toks records)
Jazz e swing sopraffino si incontrano per intensificare attimi di vita vissuta in un caleidoscopio vintage colorato che profuma di bellezza e leggerezza ad intrecciare momenti reali ad uno stile vintage onirico capace di creare connessioni con l’ascoltatore. Tratti di congiunzione perennemente in bilico tra uno stile scanzonato e uno comunicativo sono preponderanti per comprendere una poetica da sala da ballo che si trasforma in divertimento e unisce corpi e cuori attraverso uno spaccato di vita che si fa realtà. L’ora d’aria è bisogno intrinseco di colorare l’universo circostante. Un concentrato di movimenti mai superficiali che creano aspettative liberando l’essere dalle frustrazioni della vita. Un modo costruttivo e sentito di regolare l’intensità dell’esistenza raggruppando pezzi che affondano radici nel nostro quotidiano tra ironia e pazzia diffusa e percepita. Baldo & i Giovani riescono a creare un quadro retrò senza disdegnare la contemporaneità, tra picchi di spettacolare baldoria e bisogno, impegnato, di raccontare qualcosa.
GTO – Go GTO go 1993-2023 (Music Force)
Impressionante raccolta di brani a coronare trent’anni di musica imbrigliata negli anfratti di un vivere fatto di chiaro scuri, di tempeste da affrontare e di momenti da ricordare da qui a per sempre. I GTO regalano, a tutti i loro fan e ai nuovi ascoltatori, un insieme di canzoni tra le più caratteristiche della loro lunga carriera scavata nei palchi d’Europa e dell’Italia intera. Uno stile del tutto personale si affaccia nelle peregrinazioni del momento riuscendo ad incrociare folk e rock in una formula ampia e personale, costruita, per l’occasione, attorno ad un vivace progetto in grado di resistere alle intemperie di questo tempo. Non quindi una semplice selezione, ma un diario di vita da dove poter estrapolare un’immagine intensa e fondamentale di una band longeva e caratteristica nel dare un valore diverso alla musica suonata in Italia.
DeaЯ – DeaЯ Me!(Music Force/Egea Music)
Cantautorato sghembo e sperimentale recupera le visioni cocenti di un mondo lontano per attraversare l’etere e ammirare una poesia urbana che profuma del migliore Badly drawn boy nell’intascare, attraverso un vortice di emozioni altalenanti, una prova personale e capace di dare un tocco di originalità unica ad una realtà in fase di evoluzione. Il disco di Davide Riccio, in arte DeaЯ riesce ad assemblare parti vulcaniche e magmatiche per poi incanalare il tutto in flussi neuronali che meritano ascolti a percepire una poetica fatta di sogni e nell’onirica visione d’insieme riuscire a costruire pulsazioni che diventano motivo simultaneo con tutto ciò che ci caratterizza. Diciassette pezzi che diventano viaggio sonoro e di crescita tra le alte montagne da scalare del nostro vivere. Pezzi che parlano di visioni che vanno oltre il concepibile in un perpetuare momenti unici che forse, non torneranno più.
Claudio Milano’s end friends (La bobina di Tesla) – ManifestAzioni live 2011/2023 (Music force/Egea Music)
Sperimentazioni in chiave live acquisiscono vigore e potenza nel condensare un suono che si sposa egregiamente con una world music fatta di vocalizzi altamente impattanti, suadenti e magnetici. Claudio Milano, grande ricercatore vocale, ci accompagna all’interno del suo mondo geometrico fatto di stanze dove le architetture vocali diventano parte essenziale e unica nel selezionare geometrie utili nel perpetuare significati che diventano sfaccettature preziose ad arricchire di sfumature necessarie un disco inglobato nel coronare una carriera rara e generosa. Sedici dischi all’attivo e quel bisogno sempre vivo di mescolare generi su generi senza confine alcuno. Un album che odora di libertà sospinta che trova, nei risvolti e negli anfratti celati, una strada d’avanguardia che ci può indicare la via.
Mobili Trignani – PopArticolare (Music Force)
Suoni provenienti da un’altra galassia rincorrono uno sgangherato bisogno di appartenenza con la quotidianità che intensifica visioni e riesce, con gusto assai particolare, ad interiorizzare significati persi nell’età adulta che avanza. I Mobili Trignani confezionano un dischetto davvero interessante, pieno di rimandi ad un mondo che non c’è più che profuma di amarcord e capace di realizzare, in un solo istante, quel sensazionale ritorno ad un passato che ora, come non mai, è sempre più importante e di valore. Sembra un disco lo-fi altamente digeribile, ma in verità, nelle storie raccontate dai nostri, c’è un velo di solitudine e introspezione che rende la prova una sorta di perla grezza da preservare a dismisura. Un disco dove la parola ironia fa rima con bellezza e dove la semplicità del gesto riesce a colorare, in un solo istante, qualsivoglia giornata grigia che nasce e che cresce di fronte a noi.