DeaЯ – DeaЯ Me!(Music Force/Egea Music)

DeaR Me!

Cantautorato sghembo e sperimentale recupera le visioni cocenti di un mondo lontano per attraversare l’etere e ammirare una poesia urbana che profuma del migliore Badly drawn boy nell’intascare, attraverso un vortice di emozioni altalenanti, una prova personale e capace di dare un tocco di originalità unica ad una realtà in fase di evoluzione. Il disco di Davide Riccio, in arte DeaЯ riesce ad assemblare parti vulcaniche e magmatiche per poi incanalare il tutto in flussi neuronali che meritano ascolti a percepire una poetica fatta di sogni e nell’onirica visione d’insieme riuscire a costruire pulsazioni che diventano motivo simultaneo con tutto ciò che ci caratterizza. Diciassette pezzi che diventano viaggio sonoro e di crescita tra le alte montagne da scalare del nostro vivere. Pezzi che parlano di visioni che vanno oltre il concepibile in un perpetuare momenti unici che forse, non torneranno più.


ALECO – Gli amori alle stazioni (Music Force/Egea Music)

Una sorta di regalo natalizio da parte di ALECO che nella sua nuova prova invernale ci dona un album che ha il sapore di tutto quel tempo che passa e a cui non sappiamo dare un nome. Un disco di cantautorato moderno che non disdegna il passato, trovando, nelle inquietudini del nostro vivere, il senso dell’assenza, il bisogno sempre vivo di ricucire i rapporti perduti. Gli amori alle stazioni suona fresco e frizzante. Dentro a questo insieme di canzoni possiamo trovare una bellezza primordiale e genuina di musica d’autore che riesce a conquistare il cuore grazie ad una semplicità di fondo ben congegnata e ben scritta. Sfumature, sensazioni ed emozioni sono le armi necessarie per comprendere una poetica che non si risparmia e che trova in pezzi come la title track, I fantasmi, Bella, Occhi, un punto di svolta necessario e soprattutto carico di quella leggerezza improvvisa che ha il profumo del ricordo.


DeaR – Mon Turin (Music Force/Egea Music)

Mon Turin

Questo è un disco complesso e stratificato. Un album creato da una persona che non poteva permettersi un pianoforte e i suoi, allora, gli hanno regalato una chitarra. Un insieme di pezzi nati dopo dodici anni di gestazione che trovano nell’amore per Torino e per la composizione un parallelismo unico e un insieme emblematico di sfumature, gesti, momenti che non torneranno, forse, mai più. Sono le impressioni qui che contano e il lavoro fatto da Davide Riccio, in arte DeaR, è un insieme di ambientazioni sonore che spaziano da suono a suono, destabilizzando e perpetuando una completezza di fondo che stupisce ascolto su ascolto. Difficile da incasellare questo lavoro, ciò che traspare è una bellezza di fondo che si apre alla meraviglia e che trova, nel particolare mai banale, il senso più profondo di un viaggio senza fine.


DeaR – Out of Africa (Egea Music/Music Force)

Dopo l’importante lavoro, recensito su queste pagine, New roaring twenties/Human decision required, torna DeaR, all’anagrafe Davide Riccio, compositore che trova nella metamorfosi interiore un punto d’attracco di sicura efficacia e bellezza. Out of Africa è un disco complesso. Un album che non si accontenta. Un substrato di sabbia, suoni, mescolanze a ricoprire il mondo per come lo conosciamo di sostanza vitale pronta a strabordare, pronta a rincorrere, dentro di noi, quel pezzo di cielo da interiorizzare e colorare. Un album che affascina, pregno di musiche. Un disco che trova nell’espressività del nostro sperimentatore un abbaglio per cercare una nuova strada, una via nuova di comunicazione in simultanea con gli stati d’animo del nostro io. La title track, I am from Babylon, Tigritude, Mozambique, Love of the solitude, No words again sono impressioni a comporre, nella tavolozza del continente primordiale, il nostro venire al mondo.


Dance floor closed – Top 10 (Music Force/Egea Music)

Top 10 - Dance Floor Closed - CD | IBS

Musica dance a raccontare di questa realtà tra sali scendi di spessore che ricoprono la pista, ricoprono l’etere di lustrini e luci per dare nuovo significato alla vita che stiamo vivendo. Il disco del duo toscano formato da Gianni Mini e Simone Serotti concentra l’attenzione all’interno di un mondo in continua evoluzione che qui, attraverso uno stile ridondante, ma di sicuro effetto, ci porta alla scoperta di un’elettronica fatta per ballare, fatta per pensare. Dance floor closed sembra parlare di questi tempi incerti, lo fa con un linguaggio sincero inglobato nella quotidianità. Dieci pezzi più tre remix. Da Count on me fino a Best Decade troviamo un universo in continua evoluzione. Non un universo sognante, ma piuttosto un universo cangiante e finalizzato a stupire con gusto.


Max Casali – St3rzo (Music Force/Egea Music)

Terzo album per il cantautore romano che impacchetta per bene un disco che parla di quotidianità mai sopita e pronto a contrastare con le parole le debolezze di questo periodo in declino. Le canzoni di Max Casali si fanno tangibili e parlano, attraverso un’essenza naif, di tutto ciò che spesso lasciamo in disparte, delle nostre paure, di ciò che abbiamo vinto e di ciò che inesorabilmente abbiamo perso nella vita. St3rzo è un album verboso, fatto di prosa, quasi a superare il senso musicale. Pezzi come Segnali di noi(a), Bulli e rupe, Il de(re)litto perfetto, Il resto manc(i)a giocano con i termini, si sciolgono, aprono a nuove aspirazioni cercando sempre e comunque una propria strada da seguire, una via di ritorno dal frastuono di ogni giorno. St3erzo è un album semplice, ma nel contempo carico di spunti e di riflessioni che sottolinea ancora una volta l’importanza intrinseca e reale di un cantautore come Max Casali; un musicista capace di trovare, nelle curve della nostra realtà, il rettilineo vincente.


Vaniggio – Solo un sogno (Music Force/Egea Music)

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Classic rock d’annata cantato in italiano a ricoprire di vapori sulfurei i tanto attesi viaggi lungo strade infinite, lungo strade che non portano in nessuna direzione. Torna Vaniggio, all’anagrafe Iva Griggio, musicista con esperienze notevoli in numerose formazioni. Torna con un disco che abbraccia l’arte del sogno e scompare mellifluo a ricoprire di polvere e di terra ciò che è stato, ciò che ci siamo portati dentro e che non riusciamo più a scordare. Le canzoni si snocciolano ruvide e gli appigli precostituiti per comprendere a fondo la poetica d’azione del nostro rendono più chiari significati e sovrapposizioni create. Da A volte basta fino a Stessi sbagli, passando per le riuscite Amoreuncazzo, Dai un nome alle cose, Mai come sembra il nostro confeziona una prova di impatto, ben suonata e graffiante. Un album che fa della comunicazione un’arma necessaria per andare oltre i preconcetti e le illusioni della vita moderna.


Lou Seriol – Occitan (Autoproduzione/Egea Music)

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Panorami lontani che non segnano confini, ma piuttosto immaginano una terra da raggiungere dove piantare le proprie radici e poter abitare, tra una musica che affonda note in arcani e celati pertugi di una montagna dalla cui roccia sgorga acqua a dissetare il nostro bisogno umano di musica. Tornano i Lou Seriol con un disco compatto dove il folk dell’apertura stende importanza attraverso un’esigenza del tutto personale di riportare in auge una lingua che risale alla notte dei tempi per suoni che non cercano attimi propiziatori, ma piuttosto creano una comunione che diventa cammino e fase di sviluppo per i sogni a venire. Strumenti della tradizioni si mescolano al rock più classico e questo Occitan è un inno ad una cultura che non deve sparire, ma piuttosto deve integrarsi, una cultura che sa donare cogliendo dalle differenze punti di contatto con questo nostro mondo che occupiamo, senza dimenticare da dove veniamo, traghettati, dissidenti e perennemente in prima linea.