Questo è un disco complesso e stratificato. Un album creato da una persona che non poteva permettersi un pianoforte e i suoi, allora, gli hanno regalato una chitarra. Un insieme di pezzi nati dopo dodici anni di gestazione che trovano nell’amore per Torino e per la composizione un parallelismo unico e un insieme emblematico di sfumature, gesti, momenti che non torneranno, forse, mai più. Sono le impressioni qui che contano e il lavoro fatto da Davide Riccio, in arte DeaR, è un insieme di ambientazioni sonore che spaziano da suono a suono, destabilizzando e perpetuando una completezza di fondo che stupisce ascolto su ascolto. Difficile da incasellare questo lavoro, ciò che traspare è una bellezza di fondo che si apre alla meraviglia e che trova, nel particolare mai banale, il senso più profondo di un viaggio senza fine.
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DeaR – Out of Africa (Egea Music/Music Force)
Dopo l’importante lavoro, recensito su queste pagine, New roaring twenties/Human decision required, torna DeaR, all’anagrafe Davide Riccio, compositore che trova nella metamorfosi interiore un punto d’attracco di sicura efficacia e bellezza. Out of Africa è un disco complesso. Un album che non si accontenta. Un substrato di sabbia, suoni, mescolanze a ricoprire il mondo per come lo conosciamo di sostanza vitale pronta a strabordare, pronta a rincorrere, dentro di noi, quel pezzo di cielo da interiorizzare e colorare. Un album che affascina, pregno di musiche. Un disco che trova nell’espressività del nostro sperimentatore un abbaglio per cercare una nuova strada, una via nuova di comunicazione in simultanea con gli stati d’animo del nostro io. La title track, I am from Babylon, Tigritude, Mozambique, Love of the solitude, No words again sono impressioni a comporre, nella tavolozza del continente primordiale, il nostro venire al mondo.
DeaR – New roaring twenties/Human decision required (New Model Label)
Futurismi mai celati all’interno di clessidre fuori dal tempo che incamerano bolle di grazia sulfurea per riportarci alla realtà una solida visione spaziale d’insieme. Disco doppio pregno di lirismo introspettivo capace di oltrepassare i muri confortevoli che abitiamo per continuare un percorso iniziato negli anni ottanta e qui aperto al mondo in cambiamento. DeaR, all’anagrafe Davide Riccio, ci regala una mastodontica visione capace di abbracciare coscienze che intersecano la sperimentazione di Bowie e i substrati emozionali di una certa musica elettronica di matrice d’oltremanica. Una musica che trova nei confini da superare il proprio senso profondo sotterraneo. Una musica che scava oltre le abitudini confessando un certo amore per l’avanguardia che, come cuore pulsante, dona linfa vitale ad un percorso ben delineato. New roaring twenties e Human decision required sono probabilmente le facce della stessa medaglia. Un doppio disco che sa emozionare con punti d’interiorità davvero esaltanti.