Clorinda feat Massimo Iacobacci – Jazz novilunion (Autoproduzione)

Clorinda feat Massimo Iacobacci: "Jazz NovilUnion" recensione

Canzoni contaminate. Pezzi intrisi di significato ad imbrigliare, nel grande palco chiamato vita, fasci di luce pronti ad includere elementi eterogenei e mai lasciati al caso. Il sodalizio di Clorinda con Massimo Iacobacci è sottolineato dalla creazione di un disco che diventa quadro dipinto carico di elementi sensuali, vaganti, elementi compositi a creare la scena, tassello dopo tassello, per un risultato d’insieme esaltante e mai banale, ma capace di far confluire jazz, blues, world music in un solo, piccolo, grande album. Estasi, Favola, Scacchi, Fermo immagine sono solo alcuni degli episodi di un album complesso e multiforme. Un risultato proposto che non delude le aspettative perpetuando l’idea fondamentale di un’architettura oltre le barriere, oltre il vissuto, oltre questo tempo, oltre.


Arsen Palestini – Finding a new job (Amusin’ project records)

FINDING A NEW JOB - ARSEN PALESTINI - recensione

Qui c’è il ritmo e la sostanza. Le parole mai lasciate al caso e la voglia interiore di costruire elementi architettonici che ricoprono la realtà con suoni stratificati e ben soppesati. Il ritorno di Arsen Palestini è in nome delle collaborazioni. Un ritorno in pieno stile underground per uno che mastica musica dagli anni ’90 e che ha sempre cercato, nel tempo, di essere fedele alla propria linea di appartenenza. Canzoni cantate in italiano e inglese si alternano per creare un quadro pregno di sensazioni e bisogno di discostarsi dalla realtà grazie a movimenti ben serrati e incapsulati nel momento che sembra non avere fine. Finding a new job rappresenta un po’ lo specchio di questi tempi. Racconta di vite al limite, ma anche di momenti felici di un passato lontano. Un album che rappresenta il senso più puro di un hip hop italiano, da sempre presente, nel sottobosco migliore della penisola.


Rio sacro – s/t (Jap Records/L’amor mio non muore dischi)

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Elementi disturbanti e conturbanti. Elementi elettrici che si fondono all’interno delle vicissitudini della vita moderna per creare ispirazioni, sensazioni, nuvole sulfuree. Elementi ridondanti questi, ma efficaci che coprono l’etere di suoni a tratti strampalati, ma essenziali per delineare un quadro complesso, un quadro generale. Il duo umbro Rio sacro ci accompagna all’interno di un paesaggio aspro, ma rigoglioso. Un paesaggio dove arte e natura si fondono per dare vita a strutture in rapida ascesa nell’ottenere i risultati sperati. Ci troviamo difronte ad una sperimentazione percepibile, palpabile. Nulla di omogeneo, ma piuttosto un’eterogeneità sospinta a creare le atmosfere già ascoltate in band come Calexico, Iron & Wine ed impreziosite per l’occasione grazie ad un sentore di italianità presente in tutte le tracce. Il disco del duo umbro è genuino e terreno. Un mix importante di generi a ricoprire di verdi speranze il desolato deserto.


Lamecca – Ragazzina (Nufabric Records/Phonarchia Dischi)

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Tanta sperimentazione rock che incontra lo shoegaze regalando tappeti sonori di ineguagliabile bellezza dove chitarre post rock e post punk caricano emotività a valanga in un concentrato siderale di abissi da scoprire. Ragazzina è il tormentato bisogno di occupare un posto nel mondo grazie a suoni granitici e testi abrasivi che non cercano le mezze misure, ma tentano, attraverso una visione d’insieme esaltante, di creare le basi per un suono omogeneo e impattante. Il primo disco della band campana è un album esigente, ricco di rimandi alla scena rock degli anni ’90 e nel contempo carico di trame sonore, di tappeti costruttivi ad implementare la scena. Ginger, Cactus, Melissa sono i singoli apripista, a sognare, nella solitudine di questo tempo, un bagliore di luce terrena qui raccolta sotto forma di poetica ed esaltante maturità.


Cappadonia – Canzoni per adulti (Brutture moderne)

Cappadonia: "Canzoni per adulti" recensione

Cantautorato in rock per il nuovo di Cappadonia a dipingere elementi costruttivi in divenire che condensano l’atmosfera attraverso esigenze rarefatte di bellezza percepibile grazie ad una musica che riflette le vicissitudini dell’età adulta. Cappadonia ci regala un album stratificato, pregno di lirismo poetico riportato ai giorni nostri. Un album ben arrangiato e suonato capace di inglobare il britpop con qualcosa di italiano, legato alle radici della canzone d’autore del nostro Paese. Dentro a canzoni per adulti c’è il desiderio sempre vivo di raccontare esigenze di questa realtà. Nell’era post pandemica prendono vita pezzi come Sentire il rumore, Il ruolo, Giro di vite, La guerra è iniziata, Quadro storto a segnare una sorta di cammino interiore, ad indagare e ad interrogare l’animo umano ad ogni latitudine per un risultato davvero importante.


D.In.Ge.Cc.O. – Bacanadera (Waste noise records)

BACANADERA

Non ci sono regole per la follia messa in musica, messa in scena, dal producer e compositore D.In.Ge.Cc.O. Un suono atipico, capace di mescolare più stili, si sposa con una qualità sonora e costruttiva elevata capace di perpetuare melodie mai raffinate, ma piuttosto intrecciate a mondi paralleli in continui sali scendi esperienziali e di sicuro effetto. Bacanadera è l’essenza tribale del nostro migrare. E’ la sensazione scomposta dell’andamento della corrente durante il mare in tempesta in attesa della quiete che verrà. Oniriche visioni si frappongono all’intensa produzione di elementi sonori che caratterizzano questo disco ricercando nuove strade da percorrere, nuove vie da seguire. Anche qui il viaggio diventa necessario elemento costante per comprendere il nostro venire al mondo. Un viaggio interiore, prospero e capace di raccontare, fino all’ultimo, punti vista, azioni e immagini, tra jazz, elettronica e world music d’avanguardia per un album vissuto, eccentrico ed intenso.


LOMII – We are an island (Autoproduzione)

WE ARE AN ISLAND - LOMII

Disco per viaggiatori esistenziali che ricorda per certi versi le elucubrazioni sonore dei Rue royale. Una mescolanza di indie, di pop, di musica folk, di voci che si intrecciano in grado di creare atmosfere uniche e per certi versi irripetibili. We are an island nasconde una bellezza cosmica, una bellezza dal sapore di altri tempi che vaga nell’eternità e cerca nel bagliore del momento un segno, un gesto, un senso profondo a questo stare al mondo. I LOMII ci consegnano un album d’esordio carico e introspettivo. Dentro ci si ascoltano gli Of monsters and men, i Postcards, ma anche tutta una serie di influenze che abbracciano la tradizione, donando il profumo tangibile di un sogno ad occhi aperti. Meraviglia l’inizio affidato a The traveller passando per Mary Ann, Pale Skin, My house is your home, Kismet per un risultato d’insieme sorprendente, luminoso, immensamente vasto.


HLFMN – Double mirror (Autoproduzione)

Seismic Love - Hlfmn | Shazam

Mondi, introspezioni, intimismo, rarefazione cosmica, suoni minimali, concentrici che spaziano da qui all’infinito attraversando vaste pianure all’interno della dance floor della nostra anima in un sodalizio comune e costruttivo di bellezza suadente che incrocia Modeselektor, Apparat, Dead can dance per una musica che allarga spazi, visioni, futuri. Half man ci porta all’interno della sua realtà stratificata grazie ad una musica elettronica di facile presa, una musica che unisce mondi, li colora, segnando la via, una via indiscutibilmente ricca di anfratti e posizioni da cui ammirare l’evoluzione del nostro esistere. Da The sorcerer fino a Expansion il nostro sa regalare emozioni a non finire cercando di unire il fisico al metafisico in una sorta di bolla esistenziale capace di prendere direzioni, a tratti, davvero inaspettate. Bene così.


Migraine – Migraine (Dirty brown records)

Potrebbe essere un'immagine raffigurante il seguente testo "MIGRAINE"

Propulsione sonora intrecciata alla vita che ci circonda grazie a pezzi in sovraesposizione che arrivano al nocciolo dell’essenza attraversando pareti ineluttabili fatte da un suono carico, impattante e a dir poco esclamativo. I Migraine ci regalano un disco impreziosito da un spettacolare desiderio di appartenenza alle forme quasi desuete del rock per come lo conosciamo. Un alternative che incontra lo stoner, il grunge, la deriva di inizi duemila e la rinascita sulfurea dal sottosuolo incendiario degli ultimi anni. Il disco in questione è un concentrato di rabbia ed essenza. Già nel singolo Last Shot si può intravedere ed assaporare un brivido di fisicità ed emblematica passione per l’essenzialità del suono, delle aperture in divenire. Pezzi invece come Winter sadness, Splice, Files and nails catturano l’attenzione incendiando già dalle note introduttive e ingabbiando, con l’oscurità, una luce sempre più fievole. I Migraine intrappolano una nazione malata e la raccontano grazie a pezzi attuali e giustamente incazzati, lo fanno con l’esperienza di chi non ha nulla da perdere, ma solo da guadagnarci.


Dei perfetti sconosciuti – Fuori (Autoproduzione)

DEI PERFETTI SCONOSCIUTI - Fuori - TuttoRock Magazine

Atmosfere rarefatte si sposano con un sound eccellente che ricorda i Negramaro degli esordi imbrigliando di luce e sensazioni un disco fatto per colpire al primo ascolto. Tornano i Dei perfetti sconosciuti con un album ispirato e raccolto, un album che parla di introspezione attraverso memorie che diventano necessità vibrante sul tavolo dell’esistenza in contesti alternati che riecheggiano e costringono l’atmosfera circostante a ricercare una continua, propria, valvola di sfogo. Fuori è un album che parla di vite e di incontri. Un insieme di tracce che analizzato, da vicino, ha il sapore della migliore terra d’Albione in un mix esplosivo di indie rock capace di vagare all’interno della nostra penisola con uno stile a tratti originale e sicuramente ispirato. Undici pezzi, da Apri gli occhi fino a Mi godo il brivido che sinceramente, per genere e stile, non si sentivano da un po’ e che riescono a valorizzare un disco da ascoltare mai in dissolvenza, ma sempre in primo piano.