Granelli – Elefanti a Buckingham palace (Alka Record Label)

Pop indipendente mescolato all’r’n’b che traduce le problematiche della vita grazie ad un suono che attraversa mescolanze e simultaneità con il percepibile universo che imbriglia attimi riconsegnandoli all’ascoltatore sotto forma di perle malinconiche che profumano di estati andate a male e di amori da recuperare dentro al cassonetto della memoria. Gli elefanti barriscono e i Granelli lo sanno bene. Parlano al mondo circostante con un suono mai banale, ricercato, soffuso e diffuso. Una sorta di metodologia elegante che al primo ascolto sembra immediata, ma che nasconde, in verità, lati trasversali di un mondo in via di definizione. Da Asfalto fino a Osaka i nostri ci regalano cinque pezzi che possono essere tranquillamente cinque singoloni per le radio contemporanee. Un album d’atmosfera che strizza l’occhio al pop fatto bene con tutte le carte in regola per fare il salto di qualità.


Potena – Canzoni per l’inverno (Alka Record Label)

Canzoni per l'inverno

Il rock d’autore di Potena è forte quanto basta per parlare con il cuore e la testa dei viaggi nella quotidianità che sono la base necessaria per comprendere strade da seguire nel complicato labirinto delle sensazioni e delle emozioni umane. Canzoni per l’inverno nasce come medicinale attivo per curarsi dal freddo invernale, per dare forma decisa e nuova luce alle sensazioni dello stesso artista. Basterà, la title track, Madre, Semplice, sono la normale prosecuzione di un percorso che parla come diario di vita interiore e che trova uno sfogo nel particolare flusso musicale ricreato. Nell’album di Potena c’è la new wave degli anni ’80 e l’alternative dei primi ’90, c’è il desiderio sempre acceso di provare a dare un senso ai passi incompiuti di ogni giorno. Canzoni per l’inverno suona, nel suo insieme classicheggiante, come un agglomerato di tracce che nella loro singolarità sanno costruire un puzzle emotivo definito e omogeneo, un quadro d’insieme generoso nell’immediato e da valorizzare sicuramente nel futuro.


La chance su Marte – Rave (Alka Record Label)

Beat sincopati ad estendere opinioni e similitudini con la vita che attraversano la contemporaneità per colorare di elettronica definiti paesaggi sonori capaci di intensificare una scena commerciale fatta di proporzioni e larghe vedute. Il nuovo album di La chance su Marte suona pulitissimo ed omogeneo, ha un forte appeal pop che sa mescolare un hip-hop da strada sicuro della direzione da seguire. Ci sono battiti e minuti, c’è l’attesa per qualcosa di nuovo e la sicurezza di un futuro certo anche se a livello testuale i nostri combattono con amori malati, andati a male e intenzioni, sempre costanti, nel raccontare storie di tutti i giorni. Il risultato d’insieme è sicuramente importante anche se manca, nella totalità, un po’ di forza nel dare nuova linfa ad un genere forse già sentito. Rave è un album che non passa inosservato di certo che riesce a decollare in parte, ma che nella sua complessità sa regalare spunti di realtà a tratti essenziali.


The memory of snow – Home is where the heart aches (Alka Record Label)

THE MEMORY OF SNOW: “HOME IS WHERE THE HEART ACHES”, UN'ARMONIOSA ODISSEA  ELETTRONICA – THE MUSICWAY MAGAZINE

Viaggio sonoro incapsulato all’interno di cellule primordiali dove musica elettronica e new wave si sposano per dare alla luce un disco prezioso, inglobante luce, un suono d’oltremanica capace di affrontare le tempeste di questi giorni. The memory of snow, all’anagrafe Albin Wagener, artista sperimentale francese, riesce a creare una tavolozza di chiaro scuri esistenziali che attraversano la coscienza, incastrando, in un puzzle emotivo, tutta la propria capacità di dare un senso alla bellezza circostante. Ci sono canzoni importanti in questo album come il singolo No safe place, ma anche brani come Simple song, Drug, Miami, le bonus track Core, Man per un risultato d’insieme che trova nell’esigenza di parlare al cuore dell’ascoltatore un punto essenziale che diviene senso primario da scoprire ascolto dopo ascolto. Home is where the heart aches è un album complesso che si rifà ai grandi degli anni ’80 come i Tears for fears, i primi Depeche Mode ad agglomerare, nel complesso labirinto della mente, elucubrazioni sonore particolari e ricercate.


Raesta – Fuoco di paglia (Alka Record Label)

raesta - Topic - YouTube

Cantautorato disincantato che ricorda il Bugo più sperimentale intrecciarsi con il mondo circostante, con la quotidianità. Uno scrivere un diario di vita impreziosito da una produzione davvero importante che suona in stato di grazia pennellando cesellature che inglobano indie pop, psichedelia e un cantautorato a tratti sghembo, ma incisivo. L’album di Raesta, all’anagrafe Stefano Resta, è un concentrato autorale di passione e ossimori legati alla realtà di ogni giorno. Ci sono immagini che vengono raccontate, elementi figurativi che vanno ad implementare la bellezza di canzoni che non si domandano troppo, ma nel contempo utilizzano l’intelligenza per scavare a fondo alla ricerca di qualcosa che valga la pena essere ricordato. Ecco allora che il nostro, in questo EP, snocciola cinque brani pregni di poesia, di lirismo mai compresso; una volontà espressa che trasforma l’apparenza in concretezza raffinata.


Matteo Prencipe – Bianco (Alka Record Label)

MATTEO PRENCIPE: “BIANCO”, UN DEBUT ALBUM STUPEFACENTE E RAREFATTO – THE MUSICWAY MAGAZINE

Rock autorale di rinascita che profuma di civiltà urbane in decomposizione e amori finiti male tra le pagine di qualche diario disperso nelle profondità del nulla. Il disco di Matteo Prencipe abbonda di infinitesimale conforto nel raccontare storie di tutti i giorni, nel parlare di significati oltre le aspettative che perlustrano e scandagliano i fondali  di un’esistenza contesa all’interno di un vivere, di un sentire che si fa pesante fardello da portare e condividere. I rumori dei giorni che passano diventano istanti da fotografare su polaroid sbiadite e la potenza di un rock ben arrangiato costruisce un’impalcatura necessaria per veicolare testi forse, a tratti, semplici, ma allo stesso tempo diretti e funzionali. Bianco è un album che unisce esperienze e fa della musica raccolta un punto essenziale da cui partire per creare unione nella diversità.


Angelae – Sassolini (Alka Record Label)

Sintetiche visioni d’insieme si fanno portatrici di un suono condensato a dovere che riesce ad esplodere all’interno di momenti e situazioni che si fanno portanti e necessarie nel costituire un senso di condivisione profondo con il tutto che avanza. L’album di Angelae, cantautrice padovana, è un insieme di pezzi multisfaccettato, in grado di attraversare un’elettronica di confine che odora di internazionalità e racconta, in modo del tutto personale, la quotidianità esistente. Sono tracce mai gridate, ma magistralmente orchestrate e prodotte. Si passa da una forma teatrale, recitativa, ad un’altra dove l’idea canzone prende vita ricoprendo di sassolini il cammino, la strada da seguire. Nei territori esplorati si percepiscono autrici del calibro di Cristina Donà, Patrizia Laquidara, ma anche di band italiane, ingiustamente sottovalutate, come gli Amycanbe. Sassolini è un album completo e ricco nella forma. Un disco in divenire che profuma di libertà e di nuove forme in sospensione. 


La collera – Dove inizia la notte (Alka record label)

Dove inizia la notte

Rock d’oltremanica ad intessere trame importanti che ricordano una sorta di italianità che sprigiona dalle intercapedini discostanti un suono degno di nota che non stanca, ricavandosi una piccola nicchia nel panorama di genere nostrano. I La collera suonano potenti e incisivi. Graffiano quanto basta attraverso brani simbolo come Mille pezzi, Fotografie, Che cosa sai di me con Pierpaolo Capovilla, Torino Milano solo andata in un tripudio esagerato di distorti ad abbracciare gli estremi della vita, i chiaro scuri esistenziali che fagocitano i nostri corpi esangui e senza energia. Ecco allora che da qui i nostri partono per raccogliere il tempo andato e scoprire, attraverso la poesia rumorosa, uno spaccato autorale pungente e mai idealizzato, concreto nella struttura e nel sentimento espresso. Dove inizia la notte è un album che appare cupo, ma che si dimostra poi brillante ascolto su ascolto per un risultato che trova nell’omogeneità proposta una sorta di via di fuga dalla realtà. 


Animanoir – La ragnatela (Alka record label)

La Ragnatela

Rock contaminato dall’alternative a ricoprire i passi di elementi indistinguibili a creare una sorta di vortice simultaneo con un pensiero sovrastante che permette di scavare a fondo, all’interno della nostra intimità celata, per trovare, nelle abitudini, la chiave di volta necessaria per comprendere ciò che ci portiamo dentro. La ragnatela ferma e racchiude tutto ciò che le viene a tiro. Ingabbiati quindi, in questo crepuscolare labirinto, come mosche tentiamo la fuga in un incedere simultaneo con la notte più nera che vive dentro di noi. Questo primo album della band pugliese è un connubio di influenze derivanti dalle varie esperienze dei singoli componenti. Si passa con facilità da un alternative d’oltreoceano ad un interiore rock d’oltremanica in un susseguirsi costante di saliscendi emozionali che fanno bene al cuore. Gli Animanoir registrano un disco che fa ben sperare. Dentro c’è tanta maturità e passione, incastri necessari per risvegliare magia.

Il branco barracuda – Rurale (Alka record label)

Il Branco Barracuda – Radio Gioiosa Marina (RGM) – RgmDiskOvery

Pop sintetizzato mescolato al cantautorato a racchiudere percezioni sonore che sprigionano una sorta di energia proveniente da lontano che racchiude significati da veicolare e che attanagliano la realtà con elementi che sono alla portata di tutti e fanno parte del background di ognuno di noi. Il nuovo di Il branco barracuda è una sorta di costruzione sonora che sposa linee musicali mai scontate percependo attimi di introspezione da gettare al suolo per trasformare il già sentito in qualcosa di davvero entusiasmante e variopinto. Estate artica suona elettronica, a tratti catartica e lascia il posto a pezzi simbolo come Lothar, Basta e Faccia di merda a sottolineare il continuo essere con il quotidiano che spinge i nostri ad assestarsi in fondo e in bilico tra l’onirico e la realtà. Prodotto da Manuele Fusaroli e Michele Guberti, Rurale è un salto qualitativo notevole e dal forte impatto emozionale che accontenterà anche i palati più esigenti.