SuMo – Naga (Alka Record Label)

Nāga - SuMo

Evoluzione sonora che diventa metamorfosi in costante cambiamento dove spazi vitali si fanno parte preponderante e inscindibile con uno stato, con un vivere fatto di peripezie e bisogno di sperimentazione. I SuMo, band bergamasca, ritornano con un album concentrico e caleidoscopico, dove il piglio di originalità diffusa raggiunge apici mai nascosti e dove le costanti e le sicurezze tendono a sgretolarsi in nome di un qualcosa che cerca, ora più che mai, meno punti di riferimento e più sostanza personale. Dentro a Naga ci sono elementi di blues, rock, pop, ska, strumenti a diffusione, fiati a non finire che si intrecciano, creano storie, comprimono l’inutile per diffondere meraviglia. I SuMo fanno ballare con grande savoir-faire e grazie a queste sei tracce tutto acquisisce un diverso sapore, un diverso modo di affrontare la vita per un lavoro di insieme davvero entusiasmante e camaleontico.


Helen Burns – The rain caller (Alka Record Label)

The Rain Caller

Incazzature colossali fanno di questo disco una sferzata sincera di musica contemporanea che imbraccia le sfumature di quell’ondata post duemila che ha visto band come Editors, Interpol, Bloc Party, Supergrass, affacciarsi o riconfermarsi come paladine di un rock oscuro che trova nelle profondità del nostro substrato particellare un punto di contatto con i pensieri, l’universo intorno, il magma fluttuante che costruisce il domani. Gli Helen Burns sanno il fatto loro e con questa loro sorta di post punk intavolano discorsi di solitudini per un primo album che suona compatto e omogeneo, forse non troppo originale, ma piacevole da scoprire e da perpetuare negli ascolti. The rain caller è un insieme di emozioni che vengono a galla e lasciano all’ascoltatore quel sapore di famigliarità che mai delude, ma che smuove, incoraggia e si trasforma. Sono dieci pezzi, tra cui il singolone Mina, capaci di ottenere un’innata energia che sa riempire gli spazi della nostra quotidianità.

Izine – Fuori dal mainstream (Alka Record Label)

Atmosfere intime e melliflue circondano l’etere di un bisogno di appartenenza che nel disco costruito ad arte che mi trovo ad ascoltare, la musica pop, quella migliore, degli ultimi anni, incontra un qualcosa che affonda radici in un cantautorato di vecchia data ad infrangere il velo della quotidianità con musiche che attraversano il tempo per come lo conosciamo. Il disco di Izine, all’anagrafe Marco Ravasini, riesce a dipingere sostanziali bisogni di appartenenza con la bellezza in un concentrato di sogni infranti e di futuri da costruire. Fuori dal mainstream potrebbe suonare ruffiano, ma invece trova degli espedienti musicali per uscire dalla comfort zone e perpetuare un’idea di simultaneità con un io introspettivo che sa guardarsi dentro e riuscire a trovare vie di fuga continue. Sono cinque tracce, da Il vento soffia da Marte a Qui che riescono ad immaginare territori inesplorati e visualizzazioni di un universo in espansione che possiede, come punto fermo, il centro del cuore.

The hunting dogs – WE ARE (Alka record label)

Primo album per “i cani da caccia” che riescono, dopo un background notevole, a chiarificare il futuro attraverso composizioni elettroniche per un progetto dove l’evoluzione del suono si sposa con qualcosa di più complesso e raffinato, intrinseco nelle peculiarità diffusa e attraversato da onde neuronali capaci di unire passato e futuro con un sound sospeso e decisamente ben strutturato. C’è alchimia di fondo tra i due, possibilità da assaporare e tentativo di poter costituire qualcosa che risiede fuori dagli schemi di ogni giorno, intercettando, con i ritmi ossessivi, quelle sensazioni tanto care a chi cerca qualcosa di nuovo. Prodotto dal funambolico Marco Fasolo, anima di progetti seminali come i Jennifer Gentle e gli I hate my village, i The hunting dogs riescono a dar voce ad un alternative dove l’improvvisazione si sposa con l’esigenza di dar senso alle elucubrazioni esistenziali di un divenire mai sazio di aspettative concrete.


Posterstory – Adorabile (Alka record label)

Adorabile

Elementi prettamente anni ’90 si proiettano in un tubo fluttuante che porta direttamente nel futuro intensificando attese, visioni, speranze, all’interno di una musica che nella dissoluzione del momento compie un volo deflagrante nella complessità del nostro esistere. I Posterstory, band veneziana al secondo Ep, ci regalano una sorta di urgenza espressiva arricchita da chitarre distorte e disturbanti che attingono dal post-punk e dell’alternative in generale quel senso di comunione profondo nel volere scardinare l’inutilità della musica banale con qualcosa di più strutturato e composito. Ecco allora che i quattro pezzi proposti costituiscono un quadro d’insieme esaltante dove la potenza e la calma sono facce di una stessa medaglia a costruire ambizioni profonde nel mare dei pensieri attuali, riuscendo, con naturalezza, a confezionare qualcosa di davvero esaltante e sincero.


Granelli – Elefanti a Buckingham palace (Alka Record Label)

Pop indipendente mescolato all’r’n’b che traduce le problematiche della vita grazie ad un suono che attraversa mescolanze e simultaneità con il percepibile universo che imbriglia attimi riconsegnandoli all’ascoltatore sotto forma di perle malinconiche che profumano di estati andate a male e di amori da recuperare dentro al cassonetto della memoria. Gli elefanti barriscono e i Granelli lo sanno bene. Parlano al mondo circostante con un suono mai banale, ricercato, soffuso e diffuso. Una sorta di metodologia elegante che al primo ascolto sembra immediata, ma che nasconde, in verità, lati trasversali di un mondo in via di definizione. Da Asfalto fino a Osaka i nostri ci regalano cinque pezzi che possono essere tranquillamente cinque singoloni per le radio contemporanee. Un album d’atmosfera che strizza l’occhio al pop fatto bene con tutte le carte in regola per fare il salto di qualità.


Potena – Canzoni per l’inverno (Alka Record Label)

Canzoni per l'inverno

Il rock d’autore di Potena è forte quanto basta per parlare con il cuore e la testa dei viaggi nella quotidianità che sono la base necessaria per comprendere strade da seguire nel complicato labirinto delle sensazioni e delle emozioni umane. Canzoni per l’inverno nasce come medicinale attivo per curarsi dal freddo invernale, per dare forma decisa e nuova luce alle sensazioni dello stesso artista. Basterà, la title track, Madre, Semplice, sono la normale prosecuzione di un percorso che parla come diario di vita interiore e che trova uno sfogo nel particolare flusso musicale ricreato. Nell’album di Potena c’è la new wave degli anni ’80 e l’alternative dei primi ’90, c’è il desiderio sempre acceso di provare a dare un senso ai passi incompiuti di ogni giorno. Canzoni per l’inverno suona, nel suo insieme classicheggiante, come un agglomerato di tracce che nella loro singolarità sanno costruire un puzzle emotivo definito e omogeneo, un quadro d’insieme generoso nell’immediato e da valorizzare sicuramente nel futuro.


La chance su Marte – Rave (Alka Record Label)

Beat sincopati ad estendere opinioni e similitudini con la vita che attraversano la contemporaneità per colorare di elettronica definiti paesaggi sonori capaci di intensificare una scena commerciale fatta di proporzioni e larghe vedute. Il nuovo album di La chance su Marte suona pulitissimo ed omogeneo, ha un forte appeal pop che sa mescolare un hip-hop da strada sicuro della direzione da seguire. Ci sono battiti e minuti, c’è l’attesa per qualcosa di nuovo e la sicurezza di un futuro certo anche se a livello testuale i nostri combattono con amori malati, andati a male e intenzioni, sempre costanti, nel raccontare storie di tutti i giorni. Il risultato d’insieme è sicuramente importante anche se manca, nella totalità, un po’ di forza nel dare nuova linfa ad un genere forse già sentito. Rave è un album che non passa inosservato di certo che riesce a decollare in parte, ma che nella sua complessità sa regalare spunti di realtà a tratti essenziali.


The memory of snow – Home is where the heart aches (Alka Record Label)

THE MEMORY OF SNOW: “HOME IS WHERE THE HEART ACHES”, UN'ARMONIOSA ODISSEA  ELETTRONICA – THE MUSICWAY MAGAZINE

Viaggio sonoro incapsulato all’interno di cellule primordiali dove musica elettronica e new wave si sposano per dare alla luce un disco prezioso, inglobante luce, un suono d’oltremanica capace di affrontare le tempeste di questi giorni. The memory of snow, all’anagrafe Albin Wagener, artista sperimentale francese, riesce a creare una tavolozza di chiaro scuri esistenziali che attraversano la coscienza, incastrando, in un puzzle emotivo, tutta la propria capacità di dare un senso alla bellezza circostante. Ci sono canzoni importanti in questo album come il singolo No safe place, ma anche brani come Simple song, Drug, Miami, le bonus track Core, Man per un risultato d’insieme che trova nell’esigenza di parlare al cuore dell’ascoltatore un punto essenziale che diviene senso primario da scoprire ascolto dopo ascolto. Home is where the heart aches è un album complesso che si rifà ai grandi degli anni ’80 come i Tears for fears, i primi Depeche Mode ad agglomerare, nel complesso labirinto della mente, elucubrazioni sonore particolari e ricercate.


Raesta – Fuoco di paglia (Alka Record Label)

raesta - Topic - YouTube

Cantautorato disincantato che ricorda il Bugo più sperimentale intrecciarsi con il mondo circostante, con la quotidianità. Uno scrivere un diario di vita impreziosito da una produzione davvero importante che suona in stato di grazia pennellando cesellature che inglobano indie pop, psichedelia e un cantautorato a tratti sghembo, ma incisivo. L’album di Raesta, all’anagrafe Stefano Resta, è un concentrato autorale di passione e ossimori legati alla realtà di ogni giorno. Ci sono immagini che vengono raccontate, elementi figurativi che vanno ad implementare la bellezza di canzoni che non si domandano troppo, ma nel contempo utilizzano l’intelligenza per scavare a fondo alla ricerca di qualcosa che valga la pena essere ricordato. Ecco allora che il nostro, in questo EP, snocciola cinque brani pregni di poesia, di lirismo mai compresso; una volontà espressa che trasforma l’apparenza in concretezza raffinata.