Luca Borgia – Fotosintesi (Snowdonia)

La passione straordinaria per la musica si evince ancora una volta nel lavoro di cesello di Luca Borgia, artista recensito qui, su Indiepercui, per altri lavori e sempre pronto a stupire per coerenza e bisogno intrinseco di volere comunicare un’esigenza trascendentale nel racchiudere passi e desideri sospinti verso qualcosa di diverso, migliore. In questa nuova produzione il nostro incontra il regista Francesco Fei. Da questa collaborazione la colonna sonora di Pellizza – Pittore da Volpedo con l’attore Fabrizio Bentivoglio. Una tavolozza policromatica dove l’andare e il venire sembrano necessari punti di coesione per comprendere quella cinematografica necessità di uscire e conquistare parti di vita che si fanno intrecci di respiro, desiderio di conoscere gli anfratti che regolano le emozioni: la morte e la vita, l’amore e quella vertigine indiscussa e inarrivabile dell’arte mai fine a se stessa. In Fotosintesi c’è un lavoro di contatto pregno di idee e solidità. Una sorta di maturità che esplode e convince a dismisura intessendo dialoghi strumentali e atmosferici che segnano un confine di demarcazione intenso, viscerale, coinvolgente. Luca Borgia attinge dal cilindro dell’esperienza per trasformare il quotidiano in meraviglia.


Emanuele Colandrea – Uno (29 Records)

EMANUELE COLANDREA - UNO - TuttoRock Magazine

Disco intimo, soppesato e silenzioso, dove stelle nascoste, lassù, fanno da sfondo ad universo che si comprime attorno a noi. Un mondo raccontato attraverso canzoni che diventano colonna sonora di un sogno in cui gli elementi in campo sono parti integranti di un diario di vita, un diario in cui lo stesso ascoltatore riesce ad immedesimarsi nei desideri inespressi di un’esistenza in divenire. Emanuele ci ha abituati alle belle canzoni. Quelle che non vorresti finissero mai. Ci sono attimi di ripartenza in questo disco, quel qualcosa che deve succedere quando meno te lo aspetti e nel contempo quelle fragranze che profumano di Terra d’Albione dove una semplice chitarra segna il destino del nostro stare e del nostro incedere quotidiano. Uno è un inizio, una ripartenza, ma anche un tragitto ben definito, dove la passione e la qualità intrinseca si sposano con una ricercatezza capace di alzare il livello della produzione nella sua totalità per un album che costituisce una boccata d’aria fresca nel panorama della musica d’autore italiana.


Stefania Avolio – I have been here (New Model Label)

I-Have-Been-Here-il-nuovo-album-di-Stefania-Avolio

Atmosfere sognanti e rarefatte accarezzano l’etere per recuperare passi sicuri all’interno di un universo in evoluzione che riesce ad innescare una bellezza sopraffina nel creare quadri di meraviglia che mescolano l’elettronica alla musica alternativa, il dream pop a qualcosa di più oscuro, ma nel contempo malleabile per un’esigenza che si fa strada da percorrere nelle fragilità dell’animo umano. Sono dodici composizioni artistiche, dodici pezzi soppesati dove sostanza e desiderio di sperimentare si fanno preponderanti nel cammino intrapreso. Alla terza prova da studio, la pianista e cantante veneta Stefania Avolio, è in grado di rappresentare istantanee esistenziali dove la vita e la natura sembrano tracciare perimetrali conseguenze immolate a fotografie che raccontano di viaggi, di legami, di qualcosa che travalica la nostra realtà per stabilirsi laddove tutto sembra avere un senso unico ed essenziale. Da Goosebumps fino a June 29th passando per I feel nothing, Childhood memories, Mirror, Icelandic wind, la nostra riesce ad interagire con gli elementi che la circondano per realizzare, con naturale eleganza, un disco magnetico e personale.


The Peripheries – Mechanical Reproductions (Autoproduzione)

Suoni elettronici a profusione si insidiano nella mente e lasciano quel senso di abbandonato fuori controllo all’interno di fraseggi musicali che percepiscono i cambiamenti del futuro e tentano di comprendere le sorti di un’esistenza sempre in evoluzione. Il disco dei The Peripheries narra di una meccanicità mai nascosta, ma piuttosto palesata e concentrica. Un suono che rimanda ai primi duemila senza disdegnare una post wave che riflette, in velocità cangiante, il futurismo di un disco che livella i sentimenti, li espande e tenta, con un sintetico rumore di fondo, di dare un nuovo senso alla vita tutta che ci circonda. Lodestar apre le buone intenzioni elencate e via via si scende negli abissi, nelle profondità di un tormento sudato ed esplicato. Vik, Mr Xanax, Murmansk, A shadow passing over, Jurmala, racchiudono il segreto custodito di una produzione ben orchestrata e arrangiata che attraversa il tempo rendendo l’intorno preponderante bisogno di essere oltre l’apparire.


Migraine – Un’abitudine (Autoproduzione)

Turel Caccese: Il Nuovo Album dei Migraine: Molto di più di un'abitudine - Un'intervista di Turel Caccese

Ci sono pezzi di oscurità in questi anfratti e in queste crepe. Sottili e uniformi questioni che intrecciano l’evidenza intrappolando fraseggi di potenza conclamata e mai lasciata e abbandonata, ma piuttosto concentrata nel sostanziale vivere di tutti i giorni. I Migraine regalano una prova rock dal sapore granitico che inevitabilmente ricorda le evoluzioni degli anni novanta pur mantenendo i piedi ben appoggiati nella realtà che ci circonda. Sono canzoni che scivolano veloci e dimostrano quanto questa band sia in grado di apprendere la lezione del passato in un saliscendi emozionale non troppo originale, ma sicuramente riuscito. Sono tracce che vibrano e brillano di luce propria. Dalla title track passando per Andromeda, Marlboro, Indagini fino a Gocce a riscoprire nel buio un tentativo energico di dipingere nuove visioni, nuovi orizzonti, per un album viscerale e completo.


Fiesta Alba – Pyrotechnic Babel (neontoaster multimedia dept./Bloody Sound)

Fiesta Alba - Pyrotechnic Babel

E’ la complessità che prende forma. Una complessità cangiante e di ampio respiro che si ripercuote all’interno della contemporaneità attraverso una musica in continua evoluzione, di difficile incasellamento, meravigliosa per quanto riguarda il comparto tecnico, unica per direzione intrapresa. Il nuovo, lungo album, dei Fiesta Alba, intensifica un concetto tangibile di sostanza che pervade l’etere incrociando una sperimentazione psichedelica e tribale con qualcosa che assapora la world music e incanta, magnetizza, spopola per qualità emanata. Pyrotechnic Babel è una commistione di suoni a profusione dove la fusione di generi è parte preponderante di un tutto che non si accontenta, ma ricerca, nella complessità, la strada da seguire. Il disco dei Fiesta Alba è un album alquanto complesso, radicale e forse seminale. Una prova che sa osare e che si allontana dalle mode valorizzando una potenza fuori controllo che compie un viaggio all’interno dell’arte, un tragitto di sola andata verso un mondo inesplorato.


Post Fata Resurgo – ‘E capa ‘e core ‘e stommaco (Autoproduzione)

P.F.R. Post Fata Resurgo – 'E stommaco Lyrics | Genius Lyrics

C’è sempre una sorta di complicità melliflua e artistica nei P.F.R. Quel senso profondo di condivisione che oltrepassa le mode e cerca di ritrovare, nelle peripezie di ogni giorno, una strada diversa da seguire, sottolineando, quando serve, gli errori dell’essere umano e trovando, nella musica, un’arma di denuncia necessaria alla realtà che stiamo vivendo. Con questa nuova fatica Mauro Marsu e Salvatore Torregrossa ritornano ad odorare la strada, ma anche una sorta di musica concettuale che non si accontenta, ma che ricerca, nella commistione dei generi, punti di contatto con un sentire personale e sincero. Diarii di vita quindi, ad inglobare una musica fatta assieme ad altri musicisti che si mettono a disposizione per creare un qualcosa che non è divisivo, ma potente collante nell’affrontare i giorni a venire. Ci sono brani che ritroviamo, già presenti nel passato lavoro, altri nuovi che continuano a dare un senso reale alla direzione da seguire. In mezzo tanta vita e bisogno di contaminazione per un risultato di insieme che riscopre, nell’unione, la speranza per calpestare il quotidiano e rinascere a vita nuova.


Babyscreamers – peek-a-boo! (Autoproduzione)

Una bomba di basso a creare una melodia portante, sempre sotto, sempre a tiro, per dare la giusta dose di energia punk viscerale ad incontrare un rock and roll d’annata e sapientemente mescolato ad un groove bello tosto che affronta il futuro con marcato menefreghismo e poca importa se suona derivativo e già sentito. L’album nuovo, fresco, frizzoso, dei Babyscreamers è anarchico quanto basta per gridare al miracolo contemporaneo. Un’idea di musica, spogliata dalle sovrastrutture moderne, intensifica quella visione unica e rara di un chissenefrega collettivo capace di perpetuare un simbolismo sposato all’urgenza compositiva e al mix di generi che si muove trasversalmente dall’hardcore fino al garage passando appunto per i generi sopra citati, in una mescolanza di underground deciso e mai autoreferenziale. Provenienti da Ancona, i Babyscreamers con il loro nuovo peek-a-boo!, ritornano agli albori di un genere che ti smuove dentro senza però lasciare nulla al caso. Otto tracce di passione e sudore contaminate a dovere e in grado di segnare un nuovo inizio .

Andrea Marchesino – Gargano Blues (Controra Records)

Gargano Blues - Album di Andrea Marchesino | Spotify

Terra bruciata dal sole, montagne non troppo alte a dominare la scena e in fondo il mare che fa da contorno ad un universo affascinante dove calore e culture si fondono nel creare accoglienza, empatia, ascolto, storie che si tramandano grazie al vento e alle forze della natura. Andrea Marchesino colpisce al cuore dell’ascoltatore grazie ad atmosfere blues incastonate all’interno di pezzi che si fanno racconto di vita, speranza per il domani, centralità desert a lambire gli anfratti celati della nostra anima più oscura. In Gargano blues ci sono le impressioni di un territorio che diventa punto essenziale e preponderante per canalizzare una meraviglia da narrare e da tramandare, un connubio di suoni che non passa inosservato. All’interno di questo disco possiamo percepire un surf alla Dick Dale sporcato da una sorta di musica delle origini perché l’album di Andrea Marchesino affonda radici nella terra e nel colore, nelle sfumature e dentro a tutte quelle storie tramandate che vorremmo sempre ascoltare e in qualche modo, nel nostro piccolo, far diventare nostre. Aiutato, nella nuova fatica, da Danilo Gallo al basso, da Matteo Nocera alla batteria, mentre nei featuring da Marta dell’Anno, Antonello Iannotta, Jack Spittle e Yeore Kim, Andrea Marchesino pone al centro della sua creazione una musica fatta di ricordi incasellati nelle istantanee della vita a ricordare che il suono proposto serve a disegnare, costantemente, qualcosa che non c’è più.


 

MANICAs – Arcadia (Wires Records)

ARCADIA

Temi importanti e condivisibili nel nuovo dei MANICAs a creare una sorta di New-wave capace di affondare radici italiane di fine anni ottanta tra CCCP e Diaframma in una sostanziale ricerca di significati nel vuoto cosmico della contemporaneità. Arcadia non è un luogo idilliaco, ma piuttosto un ambiente di denuncia dove l’uomo inghiotte la natura, la distrugge e la calpesta. La grande città, un posto divenuto inospitale e il tentativo di ritornare alle origini per poter respirare di nuovo. Suoni, rumori, saette sonore claustrofobiche riescono ad ottenere una miscela esplosiva di luce e colori. Importanti, direi uniche forse, le collaborazioni con Robert Wheeler dei Pere Ubu e con Carmelo Pipitone già chitarrista dei Marta sui tubi ad assemblare una musica spigolosa e fragorosa, densa di parole e di movimenti sonori per un’ondata di stupore che sedimenta significati e non passa inosservata. Bl4ck M4rk3t, Nel freddo, Alice, la stessa title track, Equilibrista, sono alcuni dei pezzi di un disco che diventa boccata d’aria fresca nell’appiattimento musicale contemporaneo. Un album, questo che sarà sempre diverso ad ogni ascolto.