Carmine Tundo – La valle dell’Asso (Discographia Clandestina)

La valle dell'Asso

Pezzi di cuore scardinati al suolo e assiepati nel confrontare vissuti ed elementi cangianti che parlano di contemporaneità e di ciò che fu scavando come un fiume le pietre rotolanti del nostro cuore e ritornando, come macigni, ad intrappolare canzoni sopraffine e uniche. Il disco di Carmine Tundo, leader de La Municipàl, è un concentrato autorale di vapori che profumano di ricordi, di ritmo lento e cadenzato, di vino buono che matura dentro e fuori di noi. Uno spaccato di vissuti dove emblematiche sono le visioni di un cambiamento che non avviene, ma che vuole preservare la bellezza che profuma di stagioni intrappolate, di carezze prima di dormire; un suono di chitarre arpeggiate sul far della sera. La bellissima Il canale dell’Asso lascia posto alle riuscite La calma prima, Tempesta, La chiesa Madre di Galatina, Il primo raccolto a stabilire un equilibro tra modernità e tradizione per un album che odora di cose riuscite nel colorare di veridicità le semplici cose di ogni giorno.


Magasin du Café – Shardana (Mdc Productions)

Magasin du cafè - Shardana -

World music a profusione che ingloba nel proprio crescere leggende, misteri, Egitto e profezie, pensieri anacronistici che vanno oltre le ambizioni di questo tempo imprigionando meraviglia sonora e grande capacità evocativa. Il nuovo dei Magasin du café racchiude una bellezza ancestrale nel raccontare favole contemporanee fuori dalla quotidianità usando una sapiente ed elegante maestria nell’ottenere significati da veicolare e cercando di dare un senso reale e tangibile ad una produzione raffinata. Con questo Shardana i nostri hanno qualcosa da dire. Riescono a mescolare le carte in tavola narrando di una realtà che non c’è più e piegandola al proprio volere sanno sfruttare sapientemente testo e musica. The shaman and the mistral, la title track, Zimbabwe, Ashes of Benu, Eternal, un viaggio, una sorta di opera storica che abbraccia i suoni del mondo intero a sancire, ancora una volta, l’indubbia bravura di una band da percepire in ogni sfumatura.


Jimmy & Scots folk band – Seven irish nights (Maxy sound)

Jimmy & Scots Folk Band: è uscito “Seven Irish Nights”, secondo album della  band, per l'etichetta Maxy Sound. - LiquidArte.it

Visioni di un verde aperto ambiscono a centrare il colore dell’anima attraverso immagini sempre pure e in distensione di una musica che non conosce confini e procede, di pari passo, con il nostro eterno migrare. Il nuovo della Jimmy & Scots folk band è un disco che guarda al futuro incapsulando, all’interno della tradizione, un senso necessario per contemplare l’infinito aperto, dando al passato voce nuova per comprendere spazi in divenire. In questo Seven irish night, registrato per l’appunto in sette notti, le interpretazioni di ciò che è stato acquisiscono nuova forma valorizzando il calore del momento e ricreando, quella magica visione domestica che ingloba i sentimenti, la spensieratezza, il divertimento, la vita vissuta. Sono storie di tutti i giorni che si affacciano sul mare della quotidianità. Leggere ambizioni tramandate qui rivivono grazie ad una band che riesce a ricreare l’atmosfera giusta, in un racconto corale che ci rende partecipi di peripezie, avventure, viaggi che forse non potremo mai respirare. Un album, questo, capace di far volare l’immaginazione rimanendo comodamente seduti sul nostro divano a guardare, con gli occhi del cielo, la nostra parte migliore.


Fattore rurale – Raccolgo la notte (Bastione record/Pa74 Music)

Introspezioni da pianura a richiamare l’attenzione sull’intolleranza che dilaga ai nostri giorni in un perpetuo migrare di pensieri che toccano le corde più profonde del nostro venire al mondo. Il disco de il Fattore rurale avvicina il proprio stare agli ultimi di questa realtà in una sorta di sodalizio che si sposa con la canzone d’autore e il folk attraverso una capacità di parlare al cuore dell’ascoltatore con un linguaggio diretto e sincero. Dieci pezzi che si muovono tra la notte più nera incorniciando un cantato davvero riuscito e uno stile compositivo personale che non cerca le mezze misure, ma commuove per ispirazione e bisogno di gridare la propria appartenenza. Raccolgo la notte è un disco fatto di chiaro scuri umorali, un album di certo poco edulcorato, ma nel  contempo una raccolta di tracce in grado di lasciare il segno.


Damien McFly – Frames (Firstline/Gabesco)

Damien McFly cantautore. Storia e biografia su Blog della Musica

Incrociatori sonori incontrano le introspezioni magiche di Bon Iver e James Blake per condensare all’interno di un suono mai banale, ma piuttosto altamente ricercato, un punto di contatto con un senso quasi mistico di comporre stati d’animo ed emozioni che spingono la vista oltre il consuetudinario vivere di tutti i giorni. Il nuovo di Damien McFly è un album che suona internazionale riuscendo, grazie a sovrapposizioni sonore, a scovare punti di attracco, elementi di condivisione, nel mare infinito delle produzioni odierne. Il cantautore padovano riflette attimi di vita all’interno di scatole mai chiuse ermeticamente, ma capaci di regalare momenti di condivisione e speranza in un incedere che conquista ascolto su ascolto. Nove tracce più tre bonus track acustiche a sancire una qualità di fondo sempre più reale e tangibile per un album, a tratti, davvero incredibile.


Tra gli altri – Vorrei tanto non dover guardare (We work Records)

Vorrei tanto non dover guardare

Ci sono gli spazi aperti, il rosso delle montagne al tramonto, Niccolò Fabi, la solitudine dei numeri primi, l’esistenza accesa oltre le fiammelle effimere di questo tempo. C’è la classe e l’eleganza di chi non ha nulla da perdere, ma tanto da dare. Vorrei tanto non dover guardare è l’intima poesia sotterranea di un cantautore che amplifica spazi attraverso canzoni ben delineate e introspettive. Brani che aprono il cuore nella loro semplicità e lasciano polvere di vento al nostro passaggio creando un connubio davvero importante con l’ascoltatore. Un musicista di un certo spessore, tempo fa, mi disse che quando scrivi devi saper raccontare qualcosa, far in modo che la persona che ti ascolta sia in grado, in qualche modo, di immedesimarsi in quello che dici, in quello che provi. Ascoltare Tra gli altri, all’anagrafe Marco Mattioli, è un po’ tutto questo. Un lento migrare di stagione capace di passare il confine, di condividere stati apparenti di forma e sostanza creando emozioni a profusione in una bellezza che sembra conquistare, centimetro su centimetro, il nostro essere vivi.


Float music – Clouds & butterflies (Resisto)

Clouds & Butterflies - Float Music

Elementi sognanti che incrociano Bon Iver, Damien Rice e nel contempo l’italianità di artisti come Cristina Donà si riscoprono fiori che sbocciano attraverso una musica sospinta alle stelle capace di comunicare elementi di bellezza onirica e viaggiante e di incrociare il folk con la musica d’autore e il pop più concentrato. Il duo dei Float music consegna agli ascoltatori un dischetto niente male. Un album che mescola il cantato in italiano con quello in inglese, un insieme di pezzi che riescono nell’intento di avvicinare gli oggetti lontani grazie ad una luce che pervade le nove tracce proposte. Riflessi, Thinking out loud, ma anche Sara’s hill, Hummingbird sono solo alcuni dei movimenti più riusciti di un album che racchiude le inquietudini di questa realtà. Un suono emozionale poi è quello che ci vuole per rendere il tutto appetibile e maledettamente onesto e riuscito.


LOMII – We are an island (Autoproduzione)

WE ARE AN ISLAND - LOMII

Disco per viaggiatori esistenziali che ricorda per certi versi le elucubrazioni sonore dei Rue royale. Una mescolanza di indie, di pop, di musica folk, di voci che si intrecciano in grado di creare atmosfere uniche e per certi versi irripetibili. We are an island nasconde una bellezza cosmica, una bellezza dal sapore di altri tempi che vaga nell’eternità e cerca nel bagliore del momento un segno, un gesto, un senso profondo a questo stare al mondo. I LOMII ci consegnano un album d’esordio carico e introspettivo. Dentro ci si ascoltano gli Of monsters and men, i Postcards, ma anche tutta una serie di influenze che abbracciano la tradizione, donando il profumo tangibile di un sogno ad occhi aperti. Meraviglia l’inizio affidato a The traveller passando per Mary Ann, Pale Skin, My house is your home, Kismet per un risultato d’insieme sorprendente, luminoso, immensamente vasto.


Herbert Stencil – Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori ultravivaci (Canzoni Giuste)

Herbert Stencil: "Potevamo stupirvi con effetti speciali e colori  ultravivaci" recensione

Nove canzoni psichedeliche che abbracciano un folk d’autore incapsulato all’interno di momenti di ilarità contagiosa e amore unico per un mondo in decomposizione tra effetti speciali strabilianti mai utilizzati e potenza fuori controllo ad incantare ascolto su ascolto. L’anomalo cantautore Herbert Stencil ci regala un dischetto fatto di tanta veridicità in salsa ironica che si muove leggiadra in canzoni come la title track, L’orgia è cominciata, Camaro, Ti piacciono le sfere? per poi affondare nella bellezza ritrovata in pezzi come Tu sei un diamante e Gabriele D’Annunzio. Un disco, questo, particolare, fuori dagli schemi e fuori dal coro che riesce nel tentativo di stupire passando facilmente di genere in genere pur mantenendo una matrice comune di speranza a contemplare un senso profondo e necessario da cui partire. Il cantautore sardo ancora una volta costruisce architetture strampalate, ma che lasciano il segno.


Frozen farmer – Things to share (Piesse Groove Records/Grooveit Edizioni)

Frozen Farmer - folk rock band from Varese, Italy

Eleganti sovrapposizioni d’oltremanica e d’oltreoceano si affacciano al mondo dell’alternative folk con un gusto ispirato e un’energia moderna nel catturare la contemporaneità di questo tempo. Things to share ha dei chiari rimandi al folk americano. Rimandi che riempiono gli spazi di architetture pensate per creare solide composizioni che inglobano internazionalità e momenti di introspezione sonora in grado di analizzare elementi di continuità con la tradizione. Iron & Wine, Wilco, Will Oldham sono solo alcuni dei musicisti che si possono sentire ascoltando le dodici tracce proposte. Da The lights fino a A new love passando per Crossing, The shore, Run, Fly i nostri riescono ad interpretare un genere che porta con sé il sapore del viaggio, il sapore di un’autenticità senza confini che con gusto e maturità acquisita riesce a colpire al primo ascolto.