Nino Scaffidi – A un pesce che esce (L’amor mio non muore Dischi)

Silenzi e sole da abbracciare, meraviglia sonora racchiusa all’interno di un cantautorato ispirato e ricco di rimandi ad una scena che non esiste più, ma che riesce a vivere grazie ad un poetica intrisa di storie, vite e nostalgia per quel qualcosa che non tornerà. Il disco di Nino Scaffidi è un concentrato autorale fatto di pezzi di mondo vissuto, di quotidianità modellata e di elementi compositi che si snocciolano come puzzle d’autore consegnandoci una profondità ammirevole e sapientemente diluita attraverso l’interpretazione musicale di una narrazione che conosce le coordinate del cuore e riesce ad osservare le particolarità dell’essere umano attraverso una geografia corporea fatta di sudore, sacrifici, giorni andati a male e speranza ad illuminare il senso tutto delle cose migliori. Il nostro ci regala un disco che alla fin fine è un laboratorio di suoni ed esperienze. Un affascinante viaggio di conforto immaginato con gli occhi di un bambino chiamato ad essere adulto troppo presto. Nove pezzi, cinque momenti, due età, un tempo, ad intrecciare un agglomerato di sogni dentro alla nostra realtà.


Rio sacro – s/t (Jap Records/L’amor mio non muore dischi)

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Elementi disturbanti e conturbanti. Elementi elettrici che si fondono all’interno delle vicissitudini della vita moderna per creare ispirazioni, sensazioni, nuvole sulfuree. Elementi ridondanti questi, ma efficaci che coprono l’etere di suoni a tratti strampalati, ma essenziali per delineare un quadro complesso, un quadro generale. Il duo umbro Rio sacro ci accompagna all’interno di un paesaggio aspro, ma rigoglioso. Un paesaggio dove arte e natura si fondono per dare vita a strutture in rapida ascesa nell’ottenere i risultati sperati. Ci troviamo difronte ad una sperimentazione percepibile, palpabile. Nulla di omogeneo, ma piuttosto un’eterogeneità sospinta a creare le atmosfere già ascoltate in band come Calexico, Iron & Wine ed impreziosite per l’occasione grazie ad un sentore di italianità presente in tutte le tracce. Il disco del duo umbro è genuino e terreno. Un mix importante di generi a ricoprire di verdi speranze il desolato deserto.