Talèa – Aura (VREC)

 

Talèa e la sua "Aura". Dalle origini al desiderio di cantare al Pergolesi - Capocronaca

Pop elettronico ben condensato in visioni del tutto personali quasi fossero un diario di vita in cui concentrare attimi, momenti, introspezioni che non torneranno più. Nella genuinità della proposta  di Talèa si evince un desiderio unico e reale di raccontare, con i suoni della contemporaneità, uno stare che perpetua vicissitudini personali rapportandosi inevitabilmente al vivere di tutti i giorni, a quello straccio di cielo, a quella parte di terra da assaporare intensamente. Ecco allora che la magia diventa realtà e la bellezza ricreata si sposa con uno stile si ricercato, ma attento a racchiudere le sfumature del nuovo che avanza. Tempie, il singolone Vetri, Rovesciamenti, Sconnessi, Vuota, Caleido, la reinterpretazione di Amandoti dei CCCP, Bianco sono solo alcuni degli episodi necessari per comprendere una poetica che mai si nasconde, ma che usa il proprio esistere per gridare al mondo una sorta di appartenenza unica e vera.


Mobili Trignani – PopArticolare (Music Force)

PopArticolare

Suoni provenienti da un’altra galassia rincorrono uno sgangherato bisogno di appartenenza con la quotidianità che intensifica visioni e riesce, con gusto assai particolare, ad interiorizzare significati persi nell’età adulta che avanza. I Mobili Trignani confezionano un dischetto davvero interessante, pieno di rimandi ad un mondo che non c’è più che profuma di amarcord e capace di realizzare, in un solo istante, quel sensazionale ritorno ad un passato che ora, come non mai, è sempre più importante e di valore. Sembra un disco lo-fi altamente digeribile, ma in verità, nelle storie raccontate dai nostri, c’è un velo di solitudine e introspezione che rende la prova una sorta di perla grezza da preservare a dismisura. Un disco dove la parola ironia fa rima con bellezza e dove la semplicità del gesto riesce a colorare, in un solo istante, qualsivoglia giornata grigia che nasce e che cresce di fronte a noi.


Barberini – Giorni d’oro (Autoproduzione)

Giorni D'Oro

Barbara Bigi, in arte Barberini, scioglie il tempo e le emozioni attraverso tracce da luna park incapsulato nella cameretta di una bambina alle prese con il tempo che passa e la contemporaneità che ingloba vivace. Sintetizzatori d’atmosfera attanagliano l’ascoltatore. Il risultato cangiante ricorda qualcosa degli esordi de Il genio pur mantenendo una certa dose di originalità e personalità. Giorni d’oro è un disco da assaporare in pillole. Ogni canzone sembra una micro storia a se stante. Una realtà che ingloba altre realtà nella fantastica giostra chiamata vita fatta di specchi, maschere da indossare, salti, discese e costruzioni commoventi che fanno bene al cuore. Barberini, cantautrice romana, riesce a maneggiare con cura, un’enigmatica visione di questi giorni dove l’incessante rincorrere una chimera diventa il pretesto per assaporare la dolce e lenta introspezione. Una musica fatta di nostalgia e perle elettroniche dove le spruzzate di vita vissuta sono e diventano ingredienti fondamentali per capire una poetica costruita attorno all’intimità delle piccole cose.


Damien McFly – Frames (Firstline/Gabesco)

Damien McFly cantautore. Storia e biografia su Blog della Musica

Incrociatori sonori incontrano le introspezioni magiche di Bon Iver e James Blake per condensare all’interno di un suono mai banale, ma piuttosto altamente ricercato, un punto di contatto con un senso quasi mistico di comporre stati d’animo ed emozioni che spingono la vista oltre il consuetudinario vivere di tutti i giorni. Il nuovo di Damien McFly è un album che suona internazionale riuscendo, grazie a sovrapposizioni sonore, a scovare punti di attracco, elementi di condivisione, nel mare infinito delle produzioni odierne. Il cantautore padovano riflette attimi di vita all’interno di scatole mai chiuse ermeticamente, ma capaci di regalare momenti di condivisione e speranza in un incedere che conquista ascolto su ascolto. Nove tracce più tre bonus track acustiche a sancire una qualità di fondo sempre più reale e tangibile per un album, a tratti, davvero incredibile.


Tra gli altri – Vorrei tanto non dover guardare (We work Records)

Vorrei tanto non dover guardare

Ci sono gli spazi aperti, il rosso delle montagne al tramonto, Niccolò Fabi, la solitudine dei numeri primi, l’esistenza accesa oltre le fiammelle effimere di questo tempo. C’è la classe e l’eleganza di chi non ha nulla da perdere, ma tanto da dare. Vorrei tanto non dover guardare è l’intima poesia sotterranea di un cantautore che amplifica spazi attraverso canzoni ben delineate e introspettive. Brani che aprono il cuore nella loro semplicità e lasciano polvere di vento al nostro passaggio creando un connubio davvero importante con l’ascoltatore. Un musicista di un certo spessore, tempo fa, mi disse che quando scrivi devi saper raccontare qualcosa, far in modo che la persona che ti ascolta sia in grado, in qualche modo, di immedesimarsi in quello che dici, in quello che provi. Ascoltare Tra gli altri, all’anagrafe Marco Mattioli, è un po’ tutto questo. Un lento migrare di stagione capace di passare il confine, di condividere stati apparenti di forma e sostanza creando emozioni a profusione in una bellezza che sembra conquistare, centimetro su centimetro, il nostro essere vivi.


Kiko KC – Nessun piano B (Hyper lucid records)

Pop autorale intriso di realtà a sorprendere momenti di calma apparente attraverso una musica che si compone di elementi primari e non lascia via di scampo. Il disco di Kiko KC, batterista di formazione, riunisce la canzone d’autore italiana aggiungendo un tocco di personalità nel vasto e complesso panorama della musica di genere, cercando di trovare una personale interpretazione ai sentimenti di questo tempo. Ecco allora che il nostro tira fuori dal cilindro sette canzoni che spaziano su territori si già ascoltati, ma capaci di donare sempre nuova linfa vitale ad un progetto coraggioso e soprattutto percepito interiormente. Quello che ne esce è un insieme di canzoni che sembrano parlare della nostra quotidianità. Pezzi che ci sussurrano da vicino l’immensa complessità dei rapporti umani.


Ornello – Nato per cantare (Dischi gonfiabili)

Ornello - Nato per cantare -

Brunori, Calcutta, Rino Gaetano concentrati in un disco dal sound avvolgente, semplice e coinvolgente. Nato per cantare è un disco che usa l’irriverenza per narrare le vicende di questo tempo, usa la sapiente arma dell’intelligenza per raccontarci che tutto sta andando a rotoli, ma con un certo stile. Ornello snocciola canzoni su canzoni attivando l’ironia come ingrediente essenziale per non prendere le cose troppo sul serio intensificando, nell’ascolto, il significato da veicolare. Nato per cantare è un album sincero dove le influenze si sentono, ma non sono così fondamentali. Il nostro cantautore riesce a trovare una propria via di fuga dalla realtà grazie ad un’astuta apertura alle mode del momento condite con tocchi unici e personali. Nato per cantare è un album estivo. Un disco che trova nell’immediatezza il proprio punto di fuga.


Le canzoni giuste – Attenti alla linea (Autoproduzione)

Copertina dell'album ATTENTI ALLA LINEA, di Le Canzoni Giuste

Formula ammiccante per giornate estive che racconta di un’Italia in dissoluzione, pronta a ripartire, ma senza aver imparato nulla di nuovo da questo tempo infame. Le canzoni giuste ci fano assaggiare un pezzo di bella stagione attraverso una canzone pop che incontra l’elettronica e condensa le aspettative attraverso filtri su filtri ad incontrare il nostro essere, il nostro stare. Attenti alla linea è un pezzo veloce, misurato e intelligente. Un singolo apripista per nuove e imminenti soddisfazioni future.


Il peggio è passato – Bugie d’autore (Dischi Soviet Studio/Shyrec)

Profumi dei Baustelle nell’esordio discografico del trio electro pop Il peggio è passato. Profumi di adolescenza e di Estate che sentono il bisogno di atterrare nel nostro essere affossando ciò che è stato grazie ad un suono fresco e genuino che riesce a ricaricare di significati la nostra quotidianità. Bugie d’autore ha le parvenze di un disco all’acqua di rose, ma in verità è la fotografia cruda e nuda di questo nostro universo. Un ossimoro costante a ribadire concetti post pandemia o pandemici che qui trovano spazio grazie a titoli efficaci e capaci di fotografare un delirio collettivo ben rappresentato e addolcito da amori andati a male e velleità mai troppo velleitarie. Il peggio è passato riesce nell’intento di creare un album che suona pungente e attuale. Un disco in caduta libera che si fa strada esistenziale per ciò che verrà. Non prendendosi troppo sul serio che sia chiaro eh!


Float music – Clouds & butterflies (Resisto)

Clouds & Butterflies - Float Music

Elementi sognanti che incrociano Bon Iver, Damien Rice e nel contempo l’italianità di artisti come Cristina Donà si riscoprono fiori che sbocciano attraverso una musica sospinta alle stelle capace di comunicare elementi di bellezza onirica e viaggiante e di incrociare il folk con la musica d’autore e il pop più concentrato. Il duo dei Float music consegna agli ascoltatori un dischetto niente male. Un album che mescola il cantato in italiano con quello in inglese, un insieme di pezzi che riescono nell’intento di avvicinare gli oggetti lontani grazie ad una luce che pervade le nove tracce proposte. Riflessi, Thinking out loud, ma anche Sara’s hill, Hummingbird sono solo alcuni dei movimenti più riusciti di un album che racchiude le inquietudini di questa realtà. Un suono emozionale poi è quello che ci vuole per rendere il tutto appetibile e maledettamente onesto e riuscito.