Cornoltis – Qlandia (Autoproduzione)

Risultati immagini per cornoltis qlandia

Disco che se ne frega del mondo circostante e lo analizza con fare disincantato, ironico, accentuato da irriverenza e sottolineando l’inutilità del superfluo, l’inutilità del male. Tornano i Cornoltis con un insieme di pezzi che spaziano vivacemente per tematiche trattate raccontate attraverso la potenza espressiva e deflagrante del punk rock. Un album che non ha mezze misure, ma che piuttosto intesse trame e architetture sghembe consegnando ilarità necessaria all’ascoltatore per sdrammatizzare le amarezze della vita. Otto pezzi soltanto, ma necessari intrinsecamente per raggiungere un obiettivo e cioè quello di far divertire con l’ingegno, un pizzico di bontà e tanto, tanto savoir -faire da intrattenimento mai banale.


Downflyers – Frequency (Self/IndieBox)

Risultati immagini per downflyers frequency

Musica contaminata pronta a scandagliare l’orizzonte per incidere a piede sicuro attimi inespressi di abitudini e quotidianità per un suono potente che non lascia respiro e sicuramente riesce a delineare un quadro d’insieme graffiante quanto basta per rendere incisiva la proposta del gruppo bresciano. I Downflyers registrano una prova che viene dal cuore, sviscerata a dovere e gridata al mondo circostante, una prova pensata e distribuita attraverso introspezioni pronte ad esplodere in un alternative rock caratterizzato da un’internazionalità sospinta e in modo incisivo portante per una band che ha il gusto e il bisogno di un palco per gridare la propria appartenenza, gridare il proprio nome. Gli spiriti affini non mancano e sono individuati in band come i Biffy Clyro, Foo Fighters, Billy Talent per un concept di silenzi e suoni, un concept organizzato a puntino dove tutto sembra al posto giusto anche se in realtà il giusto non esiste, anzi, esiste quel bisogno di comunicare al di là del risultato, oltre ogni aspettativa. 


Candies for breakfast – Candies for breakfast (Autoproduzione)

L'immagine può contenere: una o più persone e cappello

Alternative rock suonato che ammicca alla bellezza della musica degli anni ’90 costringendo l’ascoltatore a fare inevitabilmente un tuffo nel passato, un tuffo nei ricordi e in tutto quello che ci portiamo dentro. I Candies for breakfast creano nel loro omonimo una commistione essenziale e ben ponderata tra rock e pop che trova linfa vitale e costruzioni ammirevoli nella prima Alanis Morissette e nei No Doubt in un sali scendi emozionale che alterna canzoni dal facile appeal ad altre più introspettive e meditative. La band di Cremona cerca nei testi, inoltre, un proprio punto di fuga, una soddisfazione personale che va oltre le mode imposte e convince a dismisura in canzoni come l’apertura affidata a California, Hot, Are u cryin’, How long, The death of me and you per cercare di dare un senso ad una prova circolare attingendo di luce l’oscurità che avanza. I nostri sanno quello che vogliono, in questo album lo hanno saputo dimostrare. Anche se il punto di maturità e originalità sospinta è ancora un po’ lontano questo concentrato di bellezza li aiuterà a comprendere più a fondo la loro meta da seguire. 


Duracel – Supermarket (IndieBox Music)

Risultati immagini per duracel supermarket

Carriera disinibita su palchi polverosi di una penisola in fibrillazione atriale concessa per un ennesimo disco dal sapore d’altri tempi e che vede i Duracel compiere il miracolo ancora una volta. Dopo L’ora d’aria e dopo un’attesa di quattro anni, torna la band veneziana che da quindici anni di sostenibile potenza trova ancora nella denuncia sociale una propria strada, un proprio grido potente per raccontare e raccontarsi, all’interno di quella scatola chiamata Italia che troppe volte toglie senza nulla dare. Le canzoni si sciolgono come aspirina nell’acqua e il toccasana riprodotto ha il gusto di qualcosa di forte e di ben strutturato, musicalmente classico, ma pieno di quella sostanza che si fa ricordare. Dodici canzoni che sono lo specchio di questi tempi, dodici pezzi che a fatica si dimenticano. Bentornati Duracel e che sia sempre un inizio per voi. 


Latente – Monte Meru (IndieBox)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Rock emozionale che si inerpica sulle pendici del Monte Meru ad aspettare l’esplosione vulcanica, ad aspettare che tutto ciò che ci portiamo dentro possa passare attraverso i secoli per lasciare qualche particella infinitesimale di noi nell’etere che ci circonda. I Latente ritornano di gran carriera con un disco immediato di rock alternativo che lascia le aperture shoegaze iniziali a canzoni e ballate più incisive e meno sognanti sempre però affidate ad ampiezze che nei ritornelli raggiungono l’immaginazione valorizzando l’uso della parola che conturba e capace di creare immagini in costante cambiamento e alquanto visionarie. Tratti di psichedelia si contorcono dunque ricordando i primi Verdena, pezzi come La mia stanza buia, Nervi, Brace ed Everest ne sono emblema fino a chiudere un disco carico di una naturalezza e forte capacità espressiva difficili da trovare ai nostri giorni. Un album che suona già sopra di un palcoscenico illuminato, un disco catapultato di gran carriera nella nostra quotidianità ed è lì, forse che i Latente vogliamo trovare.

Gold miners night club – Gold miners night club (IndieBox)

L'immagine può contenere: 2 persone, persone che sorridono, persone che suonano strumenti musicali, persone sul palco e chitarra

Riff geografici che si attestano negli States di un tempo passato, inglobano carne, sudore ed energia per prorompenti paesaggi che delineano le caratteristiche di una musica immediata che ben si sposa, attraverso un ponte orbitale, rotante con i suoni dei Led Zeppelin, Black Sabbath fino ai più recenti White Stripes e Arctic Monkeys in un susseguirsi di immagini prive di ogni fronzolo e assiepate in formule mai lineari e mai aggressive, ma piuttosto incanalando attenzione per bisogni che comprimono, bisogni che si fanno sentire oggi più che mai. I Gold Miners Night Club sono un duo esplosivo dalla provincia di Brescia che grazie a questa prova riesce a dare vita ad un piccolo sunto a suon di rock impattante di uno stato d’animo che forse ci coinvolge da vicino, un hard  rock sostanzioso che prende le distanze dalle impomatature moderne per concedere una vitalità che sa si di già sentito, ma anche e soprattutto di nuova e genuina freschezza. Ad attestare tutto ciò ci sono pezzi come l’apertura affidata a Gummy eyeballs per poi passare e scivolare in pezzi come I live my life o Rock’n’roll song fino al finale lasciato a Funeral Party. Ironia quindi, ribellione e contrasti rendono questa prova piacevole e ben strutturata, capace di rispolverare appieno un genere di qualche decade fa, senza strafare, con le dovute cautele.

Cattive abitudini – 20:3 (Indiebox Music)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Ritorno spudorato e sfacciato di una delle punk rock band più influenti della storia nostrana, un disco vertiginoso che ricorda il passato, ma proiettando la necessità nel futuro che stiamo vivendo, attraverso un’attenzione costante nei confronti di una società che emargina e non riunisce, una società pronta ad implodere e che grazie a questo disco trova terreno di rivalità a difesa dei deboli in un susseguirsi di eventi radicati a ricordare quel Tutto fa parte di noi o Il meglio del peggio che hanno portato la band veneta ad essere essenziale prima e ora come non mai, contro il modernismo folk minimal, contro le garanzie precostituite senza dimenticare la vena melodica che cattura l’ascoltatore fin dalle prime note della title track per arrivare alla conclusione del disco con Il male assoluto e poi quegli aerei in copertina pronti a lanciare bombe di distruzione metaforica ad un mondo in auto estinzione sono attuali oggi più che mai a ribadire un concetto di appartenenza acclamato e reale.

Endrigo – Ossa rotte, occhi rossi (IndieBox)

L'immagine può contenere: una o più personeCanzoni che corrono con noi alla velocità del suono, non lasciano scampo e non lasciano fiato, trattengono il respiro e le poche cose che ancora possiamo avere e ci consegnano uno spaccato di involuzione rock che sfocia ed esplode in attimi di rabbia convulsa che accecata dal troppo star male si riaddormenta in un sonno che porta i nostri Endrigo a cucirsi attorno una pelle di lacerante bisogno di sopravvivenza, contro le furie del tempo, contro l’inesorabile declino, apprendendo diligentemente la lezione dai FASK, dai Ministri e da altre band come Majakovich su tutte ad incatenare il nostro bisogno di appartenere a quella fame da palco che ha sempre e comunque una valvola di sfogo tra le tenebre in un inseguire continuo fatto di coraggio e bisogno di incanalare le energie, talvolta facendosi del male, ma con il potere di rialzarsi e di poter raccontare e raccontarsi ancora in pezzi come Controcrederci, Sobrio, Spara e la finale Buona Tempesta a ristabilire equilibri dopo le ondate di mare a rischiarare il tempo oltre i costrutti che conosciamo, senza paura, senza rancore, ma con un briciolo di esperienza e speranza in più.