JoyCut – PiecesOfUsWereLeftOnThe Ground_ (Pillow Case Records, Irma Records)

Per noi di IndiePerCui un album indispensabile.

Abituati come siamoAdobe Photoshop PDF a parole senza sostanza, magari troppo gridate per contornare note sparse nel mondo che non ci appartiene, ci lasciamo trasportare da esotiche cavalcate di puro lirismo elettrico senza mezze misure.

Con questo album i Joy Cut si amano o si odiano.

Un salto in avanti di decine d’anni per suoni ricercati e manipolati fino a convogliare in momenti di catarsi post-tramonto che incediano in defrag le ultime ambizioni di un essere umano stanco delle parole arrotolate come sigarette bruciate e gettate per terra.

I colori si mescolano al nero, le tinte di rosa indicano segnali dal futuro e solo un completo ascolto ti riporta al clamore del viaggio nascosto tra distese di stelle.

Un album incomparabile e inclassificabile, se poi il classificare rende meglio l’idea, ascoltare i nuovi Joy Cut è come cucirti addosso un completo di seta pianistica mescolata al post più geniale e creativo.

3 gli atti, un enorme rappresentazione teatrale, incrociatori di Editors e Mars Volta, una voce che si fa strada fino all’ultimo respiro in Funeral: colonna sonora per un maestoso film dal sapore dolceamaro.

Un itinerario segnato questo PiecesOfUsWereLeftOnThe Ground_, dove intrecci narrativi si sciolgono in visioni oniriche di viaggi ultratterreni e dove la parola suono acquista sempre più valore.

 

 

Confusional Quartet (Hell Yeah/Goodfellas)

Che suono.

Che elettricità.

Che energia.

Dire che il Confusional Quartet è semplicemente un gruppo che stanco di aspettare i tempi del cambiamento, si è messo a creare nuovi suoni, è riduttivo.

L’ascoltatore in questo album di prog, new wave, indie rock, samba, jazz, bossanova elettrizzata e chi più ne ha più ne metta, è coinvolto in un vortice di suoni potenti e dirompenti.

Questi giovincelli non più giovani portano con sé ancora la necessità di fare musica ad alti livelli.

A tratti PFM a tratti Eterea PBB, tra i primi Devo e gli Area, si possono scoprire echi di rinascita in quella Bologna confusionaria dove tutto è nato.

Il Confusional Quartet è nato nel 1977 e tra il 1979 e il 1981 realizza alcuni album e tanti live, collaborando con l’Italian Records di Oderso Rubini. Poi il silenzio fino al 2011.

Ora però sono tornati con una nuova band: la musica si è fatta più matura e vissuta, meno ironica e più incisiva, dove tutto è possibile, dove l’inesplorato non esiste e dove vince la cura dei suoni e dei ritmi che conducono a spazi di creatività infinita.

La formazione con Lucio Ardito al basso, Gianni Cuochi alla batteria, Enrico Serotti alla chitarra e Marco Bertoni alle tastiere è accompagnata al mixer da Giugno Ragno Favero (Teatro degli Orrori, One Dimensional Man).

Ricordo che non c’è il cantante nel Confusional Quartet.

Non una sola parola in queste canzoni.

A cosa servono poi le parole?

Buon Ascolto.