CASTA – Noise in the hood (Autoproduzione)

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Progetto ricco di spunti e sfumature quello di CASTA, all’anagrafe Alessandro Castagnoli, qui coadiuvato da Giorgio Caiazzo, nel raccontare, con leggerezza, un mondo, un universo che non si chiede troppo, ma che cerca un posto da occupare, nel variegato panorama della musica contemporanea. Si mescola per necessità, si ambisce a creare una costruzione d’insieme che denota freschezza e immediatezza coinvolgente. Una naturalezza che trova, nel concetto di libertà, la chiave per scoprire attitudini sempre nuove e diverse, momenti dichiaratamente pop sfumati inevitabilmente da un’elettronica che si fa jazz, r’n’b, hip hop e sintetizzata quanto basta nel dare vita a qualcosa di straordinariamente solare, di reale e cangiante. Sono otto pezzi che scivolano come drink estivo. Un bagliore necessario a dimenticare le tempeste quotidiane per un disco di ricerca che ha il profumo della strada. Un album carico di energia viscerale.


Angelae – Sassolini (Alka Record Label)

Sintetiche visioni d’insieme si fanno portatrici di un suono condensato a dovere che riesce ad esplodere all’interno di momenti e situazioni che si fanno portanti e necessarie nel costituire un senso di condivisione profondo con il tutto che avanza. L’album di Angelae, cantautrice padovana, è un insieme di pezzi multisfaccettato, in grado di attraversare un’elettronica di confine che odora di internazionalità e racconta, in modo del tutto personale, la quotidianità esistente. Sono tracce mai gridate, ma magistralmente orchestrate e prodotte. Si passa da una forma teatrale, recitativa, ad un’altra dove l’idea canzone prende vita ricoprendo di sassolini il cammino, la strada da seguire. Nei territori esplorati si percepiscono autrici del calibro di Cristina Donà, Patrizia Laquidara, ma anche di band italiane, ingiustamente sottovalutate, come gli Amycanbe. Sassolini è un album completo e ricco nella forma. Un disco in divenire che profuma di libertà e di nuove forme in sospensione. 


Talèa – Aura (VREC)

 

Talèa e la sua "Aura". Dalle origini al desiderio di cantare al Pergolesi - Capocronaca

Pop elettronico ben condensato in visioni del tutto personali quasi fossero un diario di vita in cui concentrare attimi, momenti, introspezioni che non torneranno più. Nella genuinità della proposta  di Talèa si evince un desiderio unico e reale di raccontare, con i suoni della contemporaneità, uno stare che perpetua vicissitudini personali rapportandosi inevitabilmente al vivere di tutti i giorni, a quello straccio di cielo, a quella parte di terra da assaporare intensamente. Ecco allora che la magia diventa realtà e la bellezza ricreata si sposa con uno stile si ricercato, ma attento a racchiudere le sfumature del nuovo che avanza. Tempie, il singolone Vetri, Rovesciamenti, Sconnessi, Vuota, Caleido, la reinterpretazione di Amandoti dei CCCP, Bianco sono solo alcuni degli episodi necessari per comprendere una poetica che mai si nasconde, ma che usa il proprio esistere per gridare al mondo una sorta di appartenenza unica e vera.


Fernweh – Tríptiko – A vision inspired by H. Bosch (Autoproduzione)

Tríptiko

Elettronica in concentrazioni atmosferiche sprigiona energia dal substrato che diventa tensione rendendo immersiva una proposta post futurista in grado di assemblare parti smembrate ed eteree grazie ad una sperimentazione che sembra non avere fine. I Fernweh mettono su disco stati di allucinazione incasellata attraverso un album che strizza l’occhio ad arrangiamenti da film di fantascienza pur rimanendo ancorati in un futuro del tutto passato. Ci sono elementi intuitivi e altri destrutturati capaci di rendere la proposta un insieme cesellato di momenti, situazioni, attimi immersivi e comunicativi per un risultato d’insieme entusiasmante e degno di essere percepito come tale. Quindici movimenti per un’esperienza sensoriale che ruota attorno al grande pittore Hieronymus Bosch, fiammingo e precursore di uno stile che sfrutta la psicoanalisi per accedere ai meamdri più segreti del nostro stare. Tríptiko è un viaggio ultraterreno che profuma di bellezza e bisogno sempre vivo di pensare oltre il comune sentire.

Elettrogruppogeno – Elettrogruppogeno (Maninalto!)

Elettrogruppogeno

Ricerca composita in divenire che ricorda quel sorprendente album d’esordio de I cani, ammiccando ad un’elettronica che sposa il pop rock ben impacchettato e efficacemente eseguito all’interno di un universo fatto e strafatto di citazioni e sorprendenti parole. Il disco degli Elettrogruppogeno è un album che si muove in parallelo con la contemporaneità cercando di ricollocare pezzi di puzzle all’interno di un mondo che cerca il proprio punto di svolta, il proprio punto di vista necessario per continuare ad esistere. Ecco allora che il progetto capitanato da Andrea Capirchio è un incrocio onnivoro di stili a profusione che colora di ironia un bisogno sempre vivo di appartenenza con la nostra quotidianità. Nel disco sono presenti nove pezzi. Uno in più rispetto alla versione digitale, questo per dare ancora valore ed importanza ad un contenitore che raccoglie contenuti capaci di acquisire veridicità e regalare valore aggiunto al lavoro di artisti che si mettono perennemente in gioco per creare qualcosa di originale. Gli Elettrogruppogeno conquistano grazie ad un suono fresco e sintetizzato a dovere. Un album pieno di singoloni capaci di strappare più di un sorriso.

LEON SETI – Grimoire (Autoproduzione)

LEON SETI - Grimoire testo lyric

Ricucire le ferite di un tempo passato attraverso una musica capace di condensare pop ed elettronica all’interno di vaporose costruzioni mentali perennemente in bilico tra passato e futuro, tra ciò che c’era e ciò che ci sarà in una sostanziale trasformazione simultanea che oltrepassa i confini del tempo per come li conosciamo. Il secondo disco di LEON SETI è un’ingegnosa visione popolare che veicola il traffico dell’anima attraverso conturbanti giochi musicali che brillano di luce propria. Grimoire è un libro di magia che si trova all’interno di una foresta onirica. Nel disco ci sono fate e folletti, elementi che si sposano con la natura circostante, ma nel contempo si da importanza anche al peso che ogni persona porta con sé cercando un ponte, un legame tra mondo di finzione e mondo reale. Quello che ne esce è un disco davvero particolare, a tratti sperimentale, capace di coniugare diversi momenti che non lasceranno indifferente l’ascoltatore.


Hack – Inaktuell (Beta produzioni)

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Vertigine sonora che scardina l’impossibile attraverso visioni elettroniche dove etere e reale sono punti fondamentali per divincolare aspettative e creare qualcosa di concreto e mai banale. Il primo EP degli Hack, progetto romano formato da Denise Fagiolo, Cristiana Dalla Vecchia e Giulio Maresca, ricorda le elucubrazioni di band come i Delta V a ricostituire un pop elettronico ben condito e affascinante. Le tracce proposte sono tele dal forte spessore dove colori freddi e lontani si fanno, via via, più intensi e vicini ad assaporare gli ultimi attimi di luce prima del buio che ingloba. Il singolo Mileva apre la strada per poi proseguire con le riuscite Flares, la bellissima rivisitazione di Via Lattea di Battiato e Che tu sia un sogno nel finale ad esprimere, ancora una volta, quel tentativo necessario di fondere ciò che è stato con ciò che sarà per un risultato che nella sua compiutezza dona sfumature necessarie a questo nostro tempo.


Annabit- The endless now, we’re living in (Dischi soviet studio)

ANNABIT: "The Endless Now, We're Living In" recensione

Visioni elettroniche in sovrapposizione si confondono all’interno di un mondo fatto di sintesi percepita e suonata e nel contempo capace di coltivare una forma canzone che porta l’ascoltatore ad immedesimarsi all’interno di elucubrazioni da band come Massive attack, The Chemical Brothers, The Prodigy a costituire ricerca, sperimentazione e passione per tutto ciò che di nuovo può essere scoperto. Annabit ci regala una prova che mescola stili personali, ricreando, nel sottobosco urbano, una sorta di sentiero-guida in grado di ramificarsi e proiettandosi verso solo ciò che possiamo considerare necessario. Una prova dal forte impatto emozionale che sprigiona rabbia ed energia nella ricorsa di un mondo onirico, costruito ad arte e cesellato a dovere. Sono undici canzoni con una quantità innumerevole di featuring ad aprire, all’universo interiore, una serie di pezzi che trovano nella fine di questo tempo, un nuovo inizio, una nuova parte intrinseca da conquistare.


Damien McFly – Frames (Firstline/Gabesco)

Damien McFly cantautore. Storia e biografia su Blog della Musica

Incrociatori sonori incontrano le introspezioni magiche di Bon Iver e James Blake per condensare all’interno di un suono mai banale, ma piuttosto altamente ricercato, un punto di contatto con un senso quasi mistico di comporre stati d’animo ed emozioni che spingono la vista oltre il consuetudinario vivere di tutti i giorni. Il nuovo di Damien McFly è un album che suona internazionale riuscendo, grazie a sovrapposizioni sonore, a scovare punti di attracco, elementi di condivisione, nel mare infinito delle produzioni odierne. Il cantautore padovano riflette attimi di vita all’interno di scatole mai chiuse ermeticamente, ma capaci di regalare momenti di condivisione e speranza in un incedere che conquista ascolto su ascolto. Nove tracce più tre bonus track acustiche a sancire una qualità di fondo sempre più reale e tangibile per un album, a tratti, davvero incredibile.


The bankrobber – Lighters and lovers (VREC Music Label)

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Catapultati negli anni ’80, pur respirando aria di presente, il nuovo disco dei The bankrobber suona sintetizzato quanto basta per far viaggiare la mente inevitabilmente agli anni dei capelli cotonati e dei rullanti con riverberone incorporato. Lighters and lovers è un disco aperto che suona internazionale, di ampio respiro. Un album che trova nel controllo dell’elettronica un modo per veicolare e comunicare messaggi senza chiedersi troppo, con una leggerezza e una facilità innata. Diciamocelo chiaramente, quello che possiamo ascoltare in questo disco non è soltanto nostalgia per un passato che non c’è più, ma anche bisogno di attualità in pezzi spiccatamente indie rock come nel singolo Kill my name a creare atmosfere volutamente elettriche e mai circoscritte. Lighters and lover è un album per tutti gli amanti di band come I Chromatics. Un’esplosione di musica contaminata che crea un ponte necessario dalla wave degli anni ’80 fino al dream pop attuale e di tendenza.