Tommaso Mantelli – 14 dinosaur songs (Shyrec)

Album 14 Dinosaur Songs, Tommaso Mantelli | Qobuz: download and streaming  in high quality

Sincope e velocità a costruire architetture sonore in grado di sostenere celate meraviglie all’interno di un’immediatezza sostenuta dal tempo che scorre, dal tempo che verrà, da tutto quanto può luccicare ancora, oggi più che mai. Il nuovo di Tommaso Mantelli è un disco concreto, niente di mellifluo, ma piuttosto un desiderio autorale di incrociare gli anni sessanta con un garage rock targato ’90 in una condensazione che si fa ricerca sospesa tra passato e futuro. Quattordici canzoni che sono un bisogno di comunicare un’appartenenza, lasciando in qualche modo tutto alle spalle e intavolando ricerche che vanno oltre il concentrato di musica che possiamo ascoltare in questo disco. Numerosi ospiti, numerose le collaborazioni. 14 dinosaur songs inizia con il botto con A light in my bright eyes per finire con Controfase e passando per le riuscite My legacy, Dinosaurs in modern time, Good old boys, Big Shiver per un disco da ascoltare tutto d’un fiato dove la qualità, stranamente, va a braccetto con la leggerezza.


Il peggio è passato – Bugie d’autore (Dischi Soviet Studio/Shyrec)

Profumi dei Baustelle nell’esordio discografico del trio electro pop Il peggio è passato. Profumi di adolescenza e di Estate che sentono il bisogno di atterrare nel nostro essere affossando ciò che è stato grazie ad un suono fresco e genuino che riesce a ricaricare di significati la nostra quotidianità. Bugie d’autore ha le parvenze di un disco all’acqua di rose, ma in verità è la fotografia cruda e nuda di questo nostro universo. Un ossimoro costante a ribadire concetti post pandemia o pandemici che qui trovano spazio grazie a titoli efficaci e capaci di fotografare un delirio collettivo ben rappresentato e addolcito da amori andati a male e velleità mai troppo velleitarie. Il peggio è passato riesce nell’intento di creare un album che suona pungente e attuale. Un disco in caduta libera che si fa strada esistenziale per ciò che verrà. Non prendendosi troppo sul serio che sia chiaro eh!


Heathens – Love songs for insensitive people (Shyrec / Ricco Label)

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Musica indie con sfumature d’oltremanica che affonda le proprie radici nella new wave contemporanea ad incalzare profondità di abissi da riscoprire. Il nuovo degli Heathens è un concentrato cesellato di suoni, un concentrato di rarefazione e voce da un’altra dimensione a costruire un concept di canzoni che impressionano per omogeneità e per limpidezza di situazioni create. Love songs for insensitive people racconta di un mondo fatto di emozioni usa e getta, un mondo in dissoluzione che ricerca, all’interno del proprio stare, la via da seguire oltre i confini e le barriere quotidiane. Ascoltando gli Heathens sembra di percepire echi di Joy Division che si scontrano con i contemporanei Editors per un insieme di pezzi che trovano nelle collaborazioni di Pall Jenkins dei The Black Heart Procession, di Nicola Manzan, Valeria Sturba e Eugenia Galli un punto d’incontro che sfiora apici di non ritorno e creatività a non finire. Il disco dei nostri arriva come un fendente quando meno te lo aspetti. Registrato e prodotto da Tommaso Mantelli, l’album dei nostri è un insieme ragionato di punti elettrici nei segmenti discontinui di questa realtà. 


Bad Pritt – Bad Pritt (Shyrec)

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Suoni elettronici che entrano di prepotenza in atmosfere drammatiche e malinconiche dove il rapporto umano e macchina portato allo stremo è identificazione per tutto ciò che verrà in una costante di ritorno che si fa abisso e poi spiraglio di luce. Il disco omonimo di Bad Pritt, progetto solista di Luca Marchetto dei The White Mega Giant, è un connubio di forze che si incontrano al confine del nostro tempo e intessono energie che mai si nascondono, ma che piuttosto sono veicolo simultaneo di aperture verso sonorità attuali, moderne e che ci riguardano da vicino. Si mescolano Massive Attack, orchestrazioni in solitudine da Sigur Ros e il cangiante Erio per suoni che attingono direttamente dall’inconscio un punto di contatto con la parte più oscura di noi. Bad Pritt è un disco che non si accontenta di un solo assaggio, è piuttosto una catena emozionale che ci fa entrare pian piano all’interno di un universo sezionato a manipolato, un universo dove la rarefazione sonora ingloba e non lascia via di fuga perpetuando sincopati battiti e un divenire rivoluzionario.


Diplomatics – I lost my soul in this town (Shyrec/GDrecords)

Copertina di Diplomatics I LOST MY SOUL IN THIS TOWN

Band vicentina che completa il disegno di sputare in faccia alla realtà precostituita al suono di un rock ‘n’ roll pieno di sostanza e rifacimenti super taglienti in grado di delineare alla perfezione una scena costituita perlopiù da forze in campo che se ne fregano principalmente del pensiero comune, ma che attraverso questo disco danno valore ad una comunione d’intenti che ben si affaccia al grigiore plumbeo di un nordest che non da la possibilità di emergere oltre la coltre industriale dell’abbandono e dove sempre più si avverte l’esigenza di compiere un passo ulteriore per scaraventare a terra vecchie usanze per dare spazio a originalità e indipendenza. I Diplomatics conoscono gran bene la formula in questione e in questo disco regalano emozioni in blues che ben si sposano con le esigenze di questi anni, una formula non del tutto originale, ma capace di dare grandi soddisfazioni in fatto di feste collettive e rabbia repressa pronta ad esplodere, in nome di un divertimento e di un rumore che fa riflettere oltre ogni maniera possibile.