Giulio Cantore – Evasivo (Brutture Moderne/Bajun Records)

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La poesia musicale di Giulio Cantore è un dedalo, un labirinto furioso di suoni da camera che si scontrano con il jazz e la world music. Un agglomerato urbano di paesaggi mai troppo definiti a colorare di vapore e nuvole brillanti una serie di intenzioni che si sposano con quel desiderio sempre vero e reale di colpire, di creare, di trasformare la vita in cui viviamo in qualcosa di bellissimo e lucente. Solo l’artwork vale l’acquisto dell’intero album. Un sontuoso origami che come ninfea si apre schiudendo un tesoro sopraffino, un tesoro che brilla come stella irraggiungibile, lontano dal mainstream contemporaneo per un disco dove la caratura degli attori in campo riesce a dare un valore aggiunto alle musiche messe in scena. Un teatro della vita, polaroid lasciate ad asciugare, momenti che non torneranno più, ma che risplendono come le parole migliori per un album complesso nella sua forma strumentale e che prova a perpetuare attimi di pura meraviglia che non diventano mero, puro intrattenimento, ma piuttosto un’elevata forma d’arte priva di barriere.