Giulio Cantore – Evasivo (Brutture Moderne/Bajun Records)

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La poesia musicale di Giulio Cantore è un dedalo, un labirinto furioso di suoni da camera che si scontrano con il jazz e la world music. Un agglomerato urbano di paesaggi mai troppo definiti a colorare di vapore e nuvole brillanti una serie di intenzioni che si sposano con quel desiderio sempre vero e reale di colpire, di creare, di trasformare la vita in cui viviamo in qualcosa di bellissimo e lucente. Solo l’artwork vale l’acquisto dell’intero album. Un sontuoso origami che come ninfea si apre schiudendo un tesoro sopraffino, un tesoro che brilla come stella irraggiungibile, lontano dal mainstream contemporaneo per un disco dove la caratura degli attori in campo riesce a dare un valore aggiunto alle musiche messe in scena. Un teatro della vita, polaroid lasciate ad asciugare, momenti che non torneranno più, ma che risplendono come le parole migliori per un album complesso nella sua forma strumentale e che prova a perpetuare attimi di pura meraviglia che non diventano mero, puro intrattenimento, ma piuttosto un’elevata forma d’arte priva di barriere.


Giulio Cantore – Di casa e atre avventure (Bajun Records)

Giulio Cantore - Pane testo lyric

Introspezioni sonore e culturali si affacciano al contemporaneo attraverso una leggerezza misurata che raccoglie emozioni senza confini ad accarezzare un album fatto di lavoro di cesello, grande umiltà e passione per le metafore e i contrasti della vita. Di casa e altre avventure, nuovo disco del prolifico cantautore romagnolo Giulio Cantore, è un insieme di canzoni metereologiche pregne di un denso lirismo e di una densa poetica. Il tutto incollato, in modo sopraffino, grazie ad arrangiamenti ben ponderati dove l’incastro del suono, dello strumento è parte fondamentale di un percorso e di una meta. Nel disco di Giulio Cantore ci sono chitarre, mandolini, pianoforti e fisarmoniche. Un mondo da assaporare che ha il profumo delle cose migliori. Dalla bellissima e iniziale Frigo, fino a Grondaie per un album che non si accontenta, ma che tenta di ricercare, nell’assurdità della vita, un luogo di pace dove poter riposare e da dove poter esprimere il senso profondo di tutte le cose.