Roberto Benatti – Aspettando Ribot (Autoproduzione)

Aspettando Ribot

Incrocio reale tra Lolli e Cohen passando per Fabrizio De André in un’intimista e onirica prova fatta di sudore, parole sussurrate e introspezioni che sfociano all’interno di mari in tempesta pronti a calmarsi in qualsiasi momento per poi ripartire più fragorosi che mai. Aspettando Ribot è un disco di rimpianti, in parte. Un diario intimo e soggettivo che ricerca, nella metamorfosi, un ineguagliabile mondo in dissoluzione. Roberto Benatti, contrabbassista alla Scala di Milano, ci regala una visione del tutto personale e autobiografica di un universo fatto di paesaggi mutevoli e cangianti. Mondi costruiti attorno alle piccole cose, ai contesti di ogni giorno, alla vita simultanea e condivisibile che diventa perpetua e si affaccia sul nostro crescere, sul nostro costruire elementi portanti da qui al futuro. Dalla title track fino a Brivio il nostro gioca con le parole dipingendo dodici quadretti di vita famigliare tra un velato acquarello e una materica costruzione esaltante fatta di vissuti che lasciano il segno.



 

Nickel Kosmo – In principio era il nichel (Record Y)

Sentieri inesplorati fatti di materia e polvere si inabissano all’interno di cristalli simultanei che scorrono alla velocità della luce trasformando un’opera multidisciplinare in qualcosa di intimo e coraggioso. Musica, narrativa e fumetto concentrati nel dare un senso tangibile e volutamente reale ad un qualcosa che nasce dalla fantasia per poi condensare l’esperienza vissuta in unicità in evoluzione. In principio era il nichel racchiude i segreti della nostra Terra e del Cosmo intero. Un viaggio emblematico dove sintetizzatori riescono a cucire una sorta di jazz sperimentale ed elettronico dove i singoli momenti vanno a confluire in un unico quadro d’insieme che si fa bellezza nell’incedere quotidiano. Un album davvero particolare e suadente quanto basta per affascinare anche l’ascoltatore più dubbioso. Da Thus was born Nickel Kosmo, fino a Insolita emozione, Flavio Zanuttini e Michele Bonifati riescono a costruire architetture spaziali per un insieme di tracce calate nella contemporaneità. Un album ricco di sfumature capace di sfidare il tempo.