Anna Soares – Dionysus (Lost Generation Records)

Dionysus

Meraviglie sonore disincantate producono metamorfosi in divenire toccando vertici di musica sopraffina ad inglobare Massive attack, Björk, Amycanbe in un’apoteosi di chiaro scuri emozionali capaci di entrare dentro e non lasciarti mai più. Nel nuovo disco di Anna Soares si respira un’elegante rappresentazione di ingegno elettronico messa a disposizione di una voce vellutata e perennemente parte di una rappresentazione erotica e di un suono multiforme e accomodante, penetrante e sulfureo, enigmatico e costruito attorno ad un trip – hop che accarezza il pop e lo rende degno di compartecipazione, mai astratto, ma piuttosto calato nella realtà. Anna Soares in questo nuovo capitolo fatto di rituali e e architetture ammalianti si avvale anche delle collaborazioni, in alcuni pezzi, di Dorian Nox, Gennaro Ferraro, Fabio Fraschini, Pasquale De Rosa nel tentativo di dare peso e sostanza ad una prova che trova, nel buio che avanza, una sorta di luce illuminante che come abbaglio ci rende più liberi nelle nostre scelte quotidiane.


Hoodya – A song has a thousand years (Record Y)

Fiammiferi esplosivi si lanciano nell’etere e imprigionano energia vitale attraverso una composizione fatta di sensazioni post psichedeliche raggruppate nella torre di un suono minimale impreziosito da contrappunti sonori entusiasmanti, ma nel contempo meditativi. La musica delle Hoodya sembra provenire da terre lontane, è un connubio apocalittico con la natura circostante a ricoprire i vuoti di voci che si rincorrono creando atmosfera e riuscendo nel tentativo di dare alla luce un disco molto particolare, mai banale, ma piuttosto verboso, circolare, con punte di lirismo non convenzionale e lisergico quanto basta per farci entrare in un flusso canalizzatore che ingloba passato, presente e futuro. Tracce come l’apertura I have never loved someone sono necessarie per comprendere un’unione di parole mai lasciate al caso, come del resto I migliori anni della nostra vita, canzone clamorosa estrapolata e reinterpretata, senza dimenticare poi le essenziali Replay e Hyperballad per un album d’insieme dove magia e poesia sembrano essere un’unica cosa.