Animarma – Horus (Alka Record Label)

Anima e arma, contrapposti per sempre in un’eterna lotta, abbandonando i fasti dell’incompreso inglese, per approdare ad un italiano convincente e che colpisce per argomenti trattati in un ep fatto di canzoni al fulmicotone che lasciano il segno, cinque pezzi di grande impatto sonoro in vibrante alternative rock costante che porta appresso un concetto, un’esigenza che fotografa l’istante, un elemento, per creare una continuità con il passato e nello stesso tempo per dare vita a pezzi che parlano di morte conoscendo la vita, portando alla rinascita, portando ad essere noi stessi veicolo per il nostro futuro migliore.

Pezzi confezionati a dovere tra le strade polverose e disarmanti, dove l’oblio e la disperazione lasciano il posto alla rassegnazione e quel campo lungo visionato che rappresenta la nostra vita attimo dopo attimo, alla ricerca della strada perduta tra le dune di sabbia infinite, alla ricerca di un sorso d’acqua, alla ricerca di qualcosa di diverso nel mare di ogni giorno.

Siranda – La scatola del male (Resisto)

 Primo full lenght in studio per la band siciliana che riesce a mescolare la critica sociale verso un mondo che non ci appartiene con le suite prog rock in divenire e la sostanza incapsulata nella canzone d’autore di un tempo in un misto alquanto importante di rock e cantautorato, criticando punti di origini e partenza e avendo un occhio di riguardo per tutto ciò che li circonda; una protesta che si fa punto di svolta per le nuove generazioni, un modo diverso di affrontare la vita, attraverso testi che non sono mai banali, ma si rifanno ad una ricerca che ha le proprie radici proprio nella musicalità della lingua italiana, sui termini di confronto, sulle metafore.

Area e PFM a farla da padroni, passando per il Banco e tutto ciò che ha caratterizzato gli anni ’70 nella nostra nazione, quando ancora c’era la voglia di sperimentare e di mettersi in gioco, quando ancora a livello musicale potevamo alzare in alto i nostri occhi e guardare in faccia, senza paura, il pubblico americano e inglese.

Nove tracce che sono critica quindi di questa società, nove pezzi che sono da monito nei confronti di questa scatola del male chiamata Tv che fagocita e non conserva altro, che percepisce soltanto il colore dell’oro e non ridà quella speranza ormai perduta.

 

Rideouts – Heart & Soul (Autoproduzione)

Nuovo disco per la decennale carriera della band triestina che giunta ad un nuovo punto della propria percorrenza alza il tiro dando vita ad un lavoro che mescola una moltitudine sonora di ballate importanti che acquistano il loro splendore direttamente dagli anni ’60 passando al pop, fino al garage rock più sporco e ruvido capace di graffiare e far saltare al primo ascolto.

Tanto cuore e tanta anima dicono i nostri, io aggiungerei anche tanta bravura nel sapere incastonare i numerosi tasselli che caratterizzano questo album, dandogli una forma sempre nuova e cangiante, fresca anche se in qualche modo con un occhio che guarda al passato.

In queste undici canzoni si ascoltano echi di Hendrix, dei Beatles e dei Led Zeppelin senza tralasciare l’importanza che i nostri hanno saputo guadagnarsi oltre oceano, dove i loro pezzi, in passato, sono stati scelti tra le proposte di importanti tv americane.

Un disco proiettato quindi verso il futuro e nello stesso tempo verso il passato, un album elegante e ricercato, capace di essere diretto e raffinato, pronto a conquistare qualche palato esigente, laggiù oltre il mare che conosciamo.

 

Mom Blaster – Reset (Ridens Records)

Dal suono primitivo che incanala dub e reggae cantato in inglese si approda a lidi più conosciuti, italiani, ma di nuovo approccio che spaziano dal rock all’elettronica grintosa, con synth sparati a mille e quella necessità sbarazzina di creare melodie che si intercorrono lungo tutto il disco, senza tralasciare la componente poetica, senza tralasciare l’importanza di dare un messaggio unico e soprattutto sentito.

Loro sono i Mom Blaster e grazie a questo nuovo lavoro: Reset, si propongono di resettare per l’appunto tutto ciò che è stato il passato per percorrere una nuova strada, più battuta, ma non per questo meno impervia, portando con se una forte preparazione che permette loro di superare a pieni voti la fatica intascando la lezione dagli anni ’90 per poi donare freschezza e genuinità in pezzi dolce amari e quell’inequivocabile bisogno di comunicare senza mezze misure e senza mezzi termini.

Un disco quindi diretto, per certi versi innovativo, che non stanca di ricercare la propria anima nei percorsi della vita stessa.