Humanoira – Fedeli alla linea (Seahorse/Audioglobe)

Dopo sette anni dal loro ultimo lavoro ritornano di gran carriera gli Humanoira con un disco arguto e di denuncia, capace di spiazzare sin dalla lettura dei soli testi, che attraverso giochi di parole ci fanno capire come la società di questi tempi sia cambiata, valorizzando maggiormente aspetti che fino a qualche decennio fa erano semplicemente futili e poco considerati.

Fedeli alla linea ricorda i CCCP, ma qui si parla di linea della pancia, passiamo all’apertura in follia registrata con Offerta Wanna Mare per proseguire con deliranti Acari Cari, E allora senti cosa Fo’ e a seguire Il re fasullo per poi imbatterci in altre sgangheratezze soniche che si completano con Punto Vita.

Ci sono un sacco di argomenti e un sacco di spunti in questo disco, c’è il desiderio di fuggire e il desiderio di cambiare la nostra Italia, il bisogno essenziale di cercare qualcosa di diverso dentro a tutta questa opulenza, dentro a tutta questa falsità e il tentativo musicale di unire stili diversi in momenti di psichedelia lisergica che abbraccia l’elettronica e la sperimentazione; un album da assaporare in piccole dosi, per capirlo profondamente, perché qui c’è del materiale che scotta e di sicuro valore.

Flat Bit – Imperfette Condizioni (Alka Record Label)

Siamo alla ricerca costante della nostra condizione perfetta, alla ricerca di un qualcosa che ci faccia stare bene, anche se alla perfezione bisogna sapere rinunciare, bisogna piuttosto cominciare a pensarla in modo diverso, uscire dagli schemi precostituiti e dare un senso più personale e profondo alla nostra esistenza; noi gettati in questa scatola che si chiama vita e pronti a rendere le nostre esistenze similari ad altre, solo per pigrizia ed inerzia.

I Flat Bit con questo disco ci insegnano a trasformare il nostro percorso, lo fanno con un piglio pop rock dal sapore dolce amaro, con testi taglienti ed ironici a tal punto da creare un tutt’uno con una musicalità che rinuncia in parte ai sintetizzatori di un tempo e creando con l’ascoltatore storie in cui quest’ultimo riesce a immedesimarsi, criticando l’idea collettiva di fotocopia perenne e raggiungendo apici  di sicuro effetto con il singolo 2000 mode.

Un disco da un lato sbarazzino, dall’altro pregno di significato, capace di muoverci dentro e consegnando sei tracce che spaziano in modo disinvolto tra synth pop e punk rock melodico per un concetto di libertà che parte principalmente ed essenzialmente da noi.