Russo Amorale – Russo Amorale (New Model Label)

Cantautore dal piglio vintage e di stampo analogico che regala un ep dall’indubbio spessore artistico che si muove in modo deciso tra passato e presente, tra testi impegnati e non sense disinvolto mirato a creare un nuovo linguaggio, un nuovo modo di scrittura, dopo l’abuso dicotomico toccato dai cantastorie moderni, il nostro Ugo Russo, di origini francesi, intasca una prova che non si ferma al primo ascolto ed è essa stessa raccolta di vita; un insieme di viaggi vissuti da Reggio Emilia, Nancy, Lione passando per Bologna e Parigi, citazioni che si fanno sentiero vissuto e raccontano la parte più vera dell’animo umano, quella parte che soffre e lotta, anime solitarie in cerca di un nuovo mondo possibile e che trovano nell’errare un unico motivo di speranza nei confronti di un qualcosa che è cambiato troppo in fretta; ecco allora che il cantautore si trasforma in veicolo per nuove aspirazioni, capaci di regalare qualcosa di nuovo nel panorama della musica nazionale.

Les Jeux sont funk – Erasing rock (Irma Records)

Musica contaminata dai colori dell’arcobaleno e della neve, in un groviglio esistenziale pronto a sdoganare il rock vecchia maniera per far si che la ricerca sia da stimolo vitale ed essenziale nella trasposizione meticolosa dei suoni e delle ragioni che spingono a creare melodie di una bellezza non di certo rarefatta, ma ostinata, per una prova dal sapore moderno e soprattutto internazionale capace, attraverso un gioco di parole sin dal nome del gruppo, di sradicare le convinzioni del passato per creare un sodalizio tra elettronica e funk, tra strumentale e composizioni lunari che vanno oltre il già sentito, tra echi di St. Vincent passando per Daft Punk e Funkadelic in un Groove deciso e di spessore, una eco continua di rimandi al passato con orecchio proteso al futuro, capace di segnare, in modo indelebile, una strada poco battuta in Italia e in grado di trasformare un’esigenza in qualcosa di più ampio respiro.

Edo e i bucanieri – Canzoni a soppalco (Garrincha Dischi)

Canzoni disimpegnate con fondi di verità ineguagliabile per Edo, che si affaccia al pubblico nazionale con un nuovo nome a sancire le collaborazioni preziose del tempo, a sancire l’esigenza di non essere solo e unico fulcro di un mirabile progetto, ma piuttosto un’esigenza che si fa portatrice di nuovi stimoli per affrontare in modo diverso ciò che la realtà, giorno dopo giorno, ci offre.

Sono storie di vita, quelle scritte da Edoardo Cremonese, cantautore di origini padovane e trapiantato a Milano, sono i racconti delle coppie, sono gli amori indissolubili che si sciolgono come neve al sole, sono il fumo che ci pervade gli occhi prima di riuscire a piangere di nuovo e inevitabilmente sono piccoli fotogrammi di un film che vivono di vita propria: crescono e si adattano, fino al momento dell’abbandono, fino al momento dell’ultimo saluto in un cerchio continuo che si chiama vita.

Ecco allora che gli episodi quotidiani si alternano ai generi più disparati, dal reggae al brit pop per toccare un’elettronica ben dosata e utile nel creare un’atmosfera esigente e al contempo frivola, una dicotomia che parte dal mondo che si osserva, da ciò che gli occhi possono vedere.

Ogni canzone quindi è storia a sé ed è pura sostanza per questi giorni, dieci piccoli racconti che chiedono al tempo di fermarsi e di immortalare, ancora per un momento, quell’attimo infinito.

Nicola Battisti – Bellissimo così (Cabezon records)

Cambiamento in divenire per il nuovo di Battisti, cantautore veronese con alle spalle una crescita costante e un disco di tre anni fa che lo ha visto protagonista del suono di quel tempo fatto prevalentemente di chitarre acustiche e canzoni strutturalmente ambiziose nonché difficili da eguagliare.

Oggi si cambia, oggi è il momento di dare una ventata di novità al cammino passato, oggi ci sono le basi elettroniche e un’ambizione connotata dal forte respiro internazionale, capace di penetrare fino in fondo con pezzi più diretti, da canzone radiofonica con piglio alternativo che male non fa e galleggiando in un r&b emancipato e una voce che convince sempre più.

Un disco sulla bellezza dell’amore e sulle istantanee che si ammirano solo in quel momento, un disco sulla lucidità in divenire contornata da un pop mai mieloso, ma accattivante e convincente, una leggerezza che non è sinonimo di mancanza di spessore, ma è proprio quella grandezza di cui abbiamo bisogno per ammirare i gesti quotidiani da un altro punto di vista.

La bellissima Ti porto al mare è l’esempio di come la melodia tessa trame sostanziose e allo stesso tempo disimpegnate, sempre alla ricerca di un buon motivo per confezionare dischi così, sempre alla ricerca di un proprio cammino; un talento che non ha bisogno di discussioni per un album che ne è lo specchio.