Belluz & Bosco 21 – Il mondo che non piace (BZ RECORDS)

Canzoni che fanno presa sin da subito e consentono di entrare in un mondo fatto di realtà tangibile pur non disdegnando avventure musicali che intersecano bisogni essenziali di creare mondi attraverso la vita che abbiamo davanti, attraverso la quotidianità che cerchiamo di confondere con le nostre menti e che invece inesorabile si propone in tutta la sua ineluttabilità. Il disco di Belluz & Bosco 21 racconta di oggi, racconta attraverso una musica pop con velature rock di un insieme di impalcature atte a riconoscere il nostro sudore quotidiano in pezzi che non si chiedono troppo, ma che viaggiano su di una linea reattiva e consentono una presa sicura perché vicini al nostro vivere, vicini a tutto ciò che ci gira attorno. Da ricordare per scelte stilistiche e sicuro impatto canzoni come l’apertura Il mondo che non piace, passando per Anni ’90, Illusione, Rondine, fino al finale lasciato al Mondo da vicino, ad incidere esigenze di contatto con le giornate che ci trascorrono davanti, tra sogni, pensieri onirici e quel piglio sbarazzino e ironico che rende questa proposta fresca ed efficace. 


Zagreb – Palude (Alka Record Label)

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I veneti Zagreb sono tornati con un disco che rinfranca le attese e segna un proseguo essenziale con il primo Fantasmi Ubriachi per una band che fa della potenza incontrollata un segno distintivo e che sopra il palco trova una dimensione che come giacca su misura veste a pennello. Palude è bisogno di comunicare in primis uno stato di disagio, un desiderio essenziale di uscire allo scoperto per raccontare le illusioni del mondo, mai con toni semplici o immediati, ma piuttosto ricercando un proprio canale di sfogo e di comunicazione, un facile appeal emozionale che si scopre in tutto il suo necessario volere in pezzi come l’apripista Nel buio e si fa via via più incisivo nella bellissime I tuoi denti, Vile o la finale Anestesia. Gli Zagreb convincono a dismisura in questa nuova prova, lo fanno con il piglio di chi non ha nulla da perdere, in direzione ostinata e contraria e intercettando le solitudini cariche di rabbia di band come i FASK per una proposta nervosa e necessaria, carica di quella essenza che proprio nelle produzioni migliori esce allo scoperto per gridare la propria appartenenza ad un mondo che gira al contrario.