Rumor – Ti ho visto ad alta voce (Junkfish Records)

Punk elettronico intriso di bellezza estetica, magnetica in grado di attraversare mondi tra pensieri circostanziali e cantautorato umanamente in distorsione catalizzato da forme sintetizzate di universi letteralmente lontanissimi, ma pregni di musica d’insieme. I Rumor sono un duo composito e grazie a questo loro primo disco Ti ho visto ad alta voce riescono ad entrare in simultanea con un pensiero che accomuna e ci rende partecipi di una quotidianità fatta di tensioni e illusioni, di speranze e desiderio di poter consegnare qualcosa di veramente bello a chi verrà dopo di noi. Carnival fa da apripista ed è singolo magmatico pregno di significati per poi via via confondersi con un approccio intavolato a dovere dove lo strumentale accenna a riprese lasciando il posto a pezzi come Neve, Paura, Incendio. Ti ho visto ad alta voce è un disco complesso, nulla è banale nelle elucubrazioni di Marco Platini ed Elia Anelli, nulla è dato per scontato e forse questa è la forza principale di questa colorata incisione lasciata al tempo che verrà. 


Vanarin – Overnight (Woodworm)

Vanarin

Pop elettronico in dissolvenza che rende la proposta accattivante e centra a dismisura un ambiente elettronico capace di risultare cangiante nella sua interezza, nella sua capacità di creare ambienti che vanno oltre le mura domestiche affacciandosi ad un’internazionalità di fondo pronta a colpire ad ogni movimento. Il progetto Vanarin estrapola dal cilindro dell’oscurità questo Overnight suadente che ricorda per certi versi gli ambiti d’impiego di band come MGMT, un album che ha del miracoloso e si avvale della presenza e dell’aiuto di Roberta Sammarelli dei Verdena per un insieme di canzoni capaci di concentrare psichedelia astrusa in composizioni di beatlesiana memoria. I bergamaschi intrappolano suoni carichi di vitalità che si contrappongono a momenti di maggiore introspezione e la proposta nella sua complessità tende a stupire ascolto dopo ascolto. Da Holding fino a A question of time i nostri confezionano una prova che è biglietto da visita per una soddisfazione profonda, una soddisfazione immortalata oltre le mode del momento e pronta a garantire un risultato davvero eccezionale. 


Pasqualino Ubaldini – Mosaique (Autoproduzione)

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Tuffo nel mare cristallino accarezzando isole e scoperte vegetative di alberi in dissolvenza che aprono all’apoteosi di un suono emblematico, caratteristico, in divenire, pronto a segnare corposità senza fine e melodie provenienti da una terra lontanissima, ma troppo vicina a noi. Ascoltare il lavoro di Pasqualino Ubaldini è un po’ come avvicinarsi a quel grande capolavoro di De Andrè degli anni ’80 Creuza de ma, un sodalizio con suoni che abbracciano l’intero Mediterraneo per poi approdare ad una world music d’impatto certo e costante e un amore smisurato nei confronti della propria terra d’origine, del proprio venire al mondo. Ecco allora che i pezzi strumentali si fanno vero e proprio mosaico per costruzioni ambiziose e originali che vedono l’aiuto di Natalino Frijia al Sax, al flauto e alle percussioni per un suono d’insieme caldo e avvolgente che contagia e naviga attorno ai pensieri più reconditi. Mosaique è costruzione emblematica nel riabbracciare un crocevia di parole, un crocevia di pensieri che rendono questa prova un vero e proprio concentrato d’arte messa al servizio delle nostre radici.