Zagreb – Fulmini (VREC Music Label)

Zagreb, esce il quarto album "Fulmini"

Velocità incapsulate nella polvere del tempo a colpire ancora a dismisura grazie ad un rock sudato e impolverato sul palcoscenico della vita a segnare la strada da seguire. Ritornano i veneti Zagreb con un disco ben cesellato dove la quiete asseconda la tempesta e dove le sferzate elettriche sono simbolo del presente, simbolo di ciò che è stato e di ciò che sarà. Una musica che si chiede e si domanda. Testi che traboccano di attualità grazie ad uno spaccato incisivo di sensazioni che via via aprono a nuovi orizzonti da poter seguire. Tu hai me, Libellula, Resto solo io, quest’ultima con Omar Pedrini, sono i singoli portanti di un progetto che apre aspettative anche su pezzi come Contessa, Laila, La ragazza del lago. Fulmini è una visione reale di un sogno senza tempo. Un cercare, nelle fessure della vita, un proprio margine di libertà.


Zagreb – Palude (Alka Record Label)

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I veneti Zagreb sono tornati con un disco che rinfranca le attese e segna un proseguo essenziale con il primo Fantasmi Ubriachi per una band che fa della potenza incontrollata un segno distintivo e che sopra il palco trova una dimensione che come giacca su misura veste a pennello. Palude è bisogno di comunicare in primis uno stato di disagio, un desiderio essenziale di uscire allo scoperto per raccontare le illusioni del mondo, mai con toni semplici o immediati, ma piuttosto ricercando un proprio canale di sfogo e di comunicazione, un facile appeal emozionale che si scopre in tutto il suo necessario volere in pezzi come l’apripista Nel buio e si fa via via più incisivo nella bellissime I tuoi denti, Vile o la finale Anestesia. Gli Zagreb convincono a dismisura in questa nuova prova, lo fanno con il piglio di chi non ha nulla da perdere, in direzione ostinata e contraria e intercettando le solitudini cariche di rabbia di band come i FASK per una proposta nervosa e necessaria, carica di quella essenza che proprio nelle produzioni migliori esce allo scoperto per gridare la propria appartenenza ad un mondo che gira al contrario.  


Zagreb – Fantasmi ubriachi (Foresta Fonica Records)

Rock tirato ed esistenziale che non si ferma alle apparenze, ma stupisce per sostanza ponendo l’accento su considerazioni che vanno oltre il quotidiano e l’idea che ci siamo fatti della vita.

Questo, della band stanziata tra Padova e Treviso, è un lavoro ricercato e qualitativamente buono che intasca la prova dei tempi che furono, soprattutto del suono italiano dei primi 2000, per rielaborare il tutto con originalità e grande maestria, coadiuvati per l’occasione da Manuel Fusaroli e Federico Viola; un album che vuole parlare all’Italia e denunciare un modus vivendi che ci affligge e ci rende immobili davanti alle difficoltà quotidiane il tutto impastato da sonorità che ricordano I Ministri su tutti e qualcosa dei primi Zen Circus, in un vortice di tensione che esplode in multiformi energie da domare.

Nove pezzi che raccontano dei nostri giorni, lo fanno con verità e normalità, senza essere disimpegnati e tantomeno pesanti, anzi la peculiarità di questa prova sta proprio nel fatto si saper raccontare un momento della nostra vita così delicato in naturale sintonia con i nostri pensieri, creando un ponte visibile tra ciò che siamo e ciò che vorremmo essere.