I colonnelli – Come Dio comanda (Canzoni di sangue ad alti ottani) (Resisto)

Colonnelli «Come Dio Comanda» | MetalWave.it Recensioni

Propulsori in contatto con un’energia senza fine ad innescare deflagrazioni che hanno il colore dell’asfalto e la potenza incontrollata della materia che si espande a dismisura. I colonnelli intascano una prova impressionante, un thrash metal cantato in italiano sorprendente e carico di tanta sostanza da elargire lungo il corso magmatico di questa ed altre vite, dove i colori di fondo intrecciano potenzialità accese e portate allo stremo da forze in combutta con l’oscurità che ci gira attorno. Perle velocissime impreziosite da una cover dei Marlene Kuntz, Festa mesta, rendono accattivante il nuovo della band di Grosseto che ha come singolo portante proprio la title track confondendo di accenni da strada infinita un pensiero in dissoluzione con quello che ci portiamo dentro. Affilati quanto basta, i nostri registrano una prova vitale e magnetica, conturbante a tratti, ma inebriata da questo nostro bruciare quotidiano. 


Il silenzio delle vergini – Su rami di diamante (Resisto)

Risultati immagini per il silenzio delle vergini su rami di diamante

Evocativo nome per evocativo disco intessuto di trame chitarristiche e di basso a sciogliere voci che si immolano su testi che lacerano la carne cercando un punto di svolta laggiù dove l’amore sembra essersi fermato, laggiù dove tutto tace e quel bagliore di umanità sembra essersi dimenticato di noi. Su rami di diamante non è un disco di facile appeal, piuttosto è un viaggio in bilico tra incubo e sogno, dentro di noi, un viaggio fatto di sapori e profumi oscuri, un vagare nell’eternità della notte dove a farci compagnia troviamo i fantasmi del nostro passato impressi in pezzi che sono metamorfosi del nostro essere e scoprendo l’apice di questi parallelismi in canzoni come Londra  o nel singolo Amore. Il duo composito formato da Armando Greco e da Cristina Tirella e che per l’occasione vede la presenza di Michele Guberti ad aumentare la caratura artistica, ricerca nelle profondità mancate un punto d’appoggio per scrivere ancora di questa ed altre storie con la lucidità di chi cerca la particolarità nell’ovvietà, scardinando preconcetti e guadagnando respiri ad ogni passo. 


Babel Fish – Follow me when I leave (Tempura Dischi)

Risultati immagini per babel follow me when I leave

Secondo breve lavoro per la band modenese formata da Giordano Calvanese, Gabriele Manzini, Matteo Vezzelli e Edoardo Zagni, secondo lavoro ad aprire contesti incasellati in un piccolo EP siderale formato da quattro tracce quasi eteree che sopraggiungono e convergono inaspettate ponderando inclusione all’interno di un mondo oscuro e nel contempo bellissimo. Quattro canzoni soltanto che permettono però all’ascoltatore di farsi un’idea delle potenzialità di questa band in evoluzione, tra un post rock d’annata fino al più moderno shoegaze toccando punte che ricordano band come God is an astronaut o Explosions in the sky ad intessere trame e a ricordare le nostre radici fino alla ricerca spaziale di universi paralleli da poter abitare. Follow me when I leave è un disco che getta le basi per soddisfazioni future, è qualcosa di terreno e nel contempo un qualcosa capace di galleggiare nell’etere più lontano e nascosto alla ricerca di quella oscurità fattasi luce che colpisce a perdita d’occhio. 


Youarehere – Plus Ultra (Fresh Yo!)

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Multisfaccettata prova d’insieme che annusa il desiderio di compiere inversioni elettroniche in tappeti creati per l’occasione ad incidere degnamente su di un programma analitico che convince per dinamicità proposta ed eleganza alternata al canto. La prova dei Youarehere è attenzione per le avanguardie e bacino che si allarga nel intessere trame, architetture, geometrie con un mondo in espansione, citando un modernismo d’insieme che affonda le proprie radici negli anni ’90 per poi spostarsi a suon di beat sincopati alla techno tedesca in un approccio che si scioglie in due capisaldi contemporanei come Modeselektor e Apparat alla continua ricerca del suono giusto, del suono contagioso per un terzo album sulla lunga distanza che pone la band romana come tra le più interessanti del panorama italico di genere. Una band che riesce a far ballare e contagiare senza usare l’aggressività, ma piuttosto ponderando al millimetro ogni parte della canzone, ogni singolo frammento di vita che in questa musica del nuovo millennio trova punto di sfogo nell’essenzialità di un ritmo che farà scuola.