-FUMETTI- Marco Nucci/Isaak Friedl – La tana di Zodor (Tunué)

Titolo: La tana di Zodor

Autori: Marco Nucci/Isaak Friedl

Casa Editrice: Tunué

Caratteristiche: cartonato, 17×24, 156 pp a colori

Prezzo: 16,90 €

ISBN: 9788867902408

 

Vortice complesso di stati d’animo che intercorre la linea del tempo e smembra vite per poi ricucirle, rimarginarle, afferrarle all’ultimo respiro disponibile tracciando una linea retta a ritroso che ci permette si saltare lungo di essa tra passato e presente, tra ciò che è e ciò che è stato in un racconto che necessita la rilettura dei contenuti per carpirne significati profondi. Bellezza inespressa quindi, potenza cromatica elargita a ricomporre qualcosa di misterioso, ma realmente accaduto, qualcosa di stranamente famigliare, ma che nell’attimo appena trascorso si copre di stupore per cercare nell’angolo di un mondo lontano e nella sua complessità oscura, uno spiraglio di luce nel disastro che può diventare la vita.

La tana di Zodor è un racconto di formazione emblematico e dal forte impatto emotivo, ci si trova a fare i conti con la solitudine della gioventù affacciata inevitabilmente alla solitudine dell’età adulta, narrando di vicende che possiedono una forza intrinseca inesplicabile a parole, ma piuttosto racchiusa in fatti disconnessi che trovano nella forma poetica descritta un punto di legame, un punto di unione per rappresentare al meglio le esigenze, i contrasti, gli stati d’animo che riguardano i rapporti d’amicizia, gli abbandoni famigliari e soprattutto quel sentirsi maledettamente diversi dagli altri.

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Il fumetto edito da Tunué racconta una storia su più piani narrativi, le vicende di un gruppo di ragazzi alle prese con le proprie inquietudini e con la propria solitudine, l’affrontare strade ostili che si fanno immediatamente metafora per un cammino lungo una vita intera impervio e quasi privo di uscita in un cerchio concentrico che inevitabilmente saprà sfiorare le vicende dei nostri; un marchio a fuoco di ciò che la drammaticità della vita offre, il turbinio costante e scomposto da cui non possiamo fuggire.

Impressionante il lavoro degli autori, dai testi di Marco Nucci in grado di scavare nelle profondità del nostro essere vivi passando per i disegni emblematici e raccordati cromaticamente alle vicende descritte del talentuoso Isaak Friedl a ristabilire una presunta pace di spirito che solo nel finale sembra trovare la propria strada. Ed è di strada che parliamo in questo racconto per immagini, una strada che non risparmia nessuno e che getta le basi per narrazioni emotive capaci di risplendere grazie a colori che via via si diradano per lasciare posto alla tana di Zodor e a quegli occhi di abisso che segnano il luogo di un incubo dimenticato, di un ricordo in grado di segnare per sempre le nostre vite.

Per info e per acquistare il fumetto:

http://www.tunue.com/prospero-s-books/436-la-tana-di-zodor.html 


RAI – Aveva ragione Cobain (New Model Label)

RAI è musica pop sporcata da un’elettronica preponderante che non cerca le mezze misure, ma si ritrova in sintesi perfetta con un mondo evoluto e di certo del tutto personale, capace di sperimentare a dismisura una realtà che guarda ai suoni vintage pur proiettando il tutto in un mondo a cristalli liquidi dove il ponte tra passato e presente è l’unica cosa di cui possiamo essere certi. Aveva ragione Cobain è un disco in parte nostalgico in parte ultra moderno, i punti di forza del nostro musicista sono proprio insiti nel cercare di creare nei propri brani una contrapposizione forte e sentita di ciò che può essere analogico raffrontato all’era digitale, scontri poi sottolineati anche da testi importanti e vissuti che in un certo qual modo si fanno esigenza di comprensione in pezzi come Un finale di Nolan, Bombe e la stessa title track a ricucire attimi di comprensione, a dare valore intrinseco ad una formula davvero studiata che si ritrova ad essere una spanna sopra la gran parte delle produzioni pop odierne. 


Genoma – Mostri, paranoie e altri accadimenti (New Model Label)

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Viaggi edulcorati a dovere in accadimenti introspettivi che si fanno conoscenza attraverso un itinerario di scoperta che nella musica dei Genoma trova appiglio in una proposta di certo originale che ingabbia il pop sconclusionato del momento tentando di comunicare significati che vanno oltre il già sentito in una formula a tratti bizzarra per arrangiamenti a tratti vicina a quello che portiamo nel cuore attraverso testi che si fanno racconto del nostro essere reali. Mostri, paranoie e altri accadimenti ci fa comprendere le fragilità umane grazie ad una musica popolare condensata alla new wave in un viaggio attraverso sintetizzatori in primo piano che creano un tutt’uno con la bellezza da esplorare e che possiamo ascoltare in pezzi come Strade, l’esemplare Ciao Anima, Cose personali, fino a quella finale Heroes che omaggia Bowie trasformando un disco d’insieme in una perla mai banale e sconclusionata, ma piuttosto in una spaziale atmosfera di substrati che pian piano vengono a galla e ci fanno comprendere il senso dell’attesa e dell’importanza di tutte le cose. 


Alberto Nemo – 6×0 (Dimora Records)

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Alberto Nemo è cantautore dell’anima interiore, un cantautore anomalo nella scena indipendente italiana capace di scardinare con la propria voce un’essenza che va oltre lo stato dell’arte e si insinua lentamente come scheggia di legno a conficcarsi nella nostra pelle. La musica del veneziano non è di certo pienamente accessibile, ma trasforma ciò che vediamo in qualcosa di superbo, di grandioso e ulteriormente in questo disco si fa suadente composizione per il tempo che verrà tirando in ballo artisti come Dead Can Dance o Antony per potenza orchestrale divagando nello spazio aperto, lassù, oltre i confini per come li conosciamo. La discografia fin’ora ottenuta è un insieme composito di quadri d’autore, perle immaginifiche di bellezza pomposa e nel contempo crepuscolare che non ammette i mezzi termini e le mezze misure, ma piuttosto trasforma la natura in un qualcosa di arcano, irraggiungibile, metafisico, una realtà scomposta e rinata, un assemblare materia oltre i confini di questo nostro tempo, tra colonne sonore cinematografiche e ricerca d’autore impressionante. 


Le frequenze di Tesla – Numeri Primi (Autoproduzione)

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Suoni vintage e compressi per una band che di gran spolvero acquisisce la lezione del tempo e la riporta nei nostri giorni facendo di un beat sinergico con il pop sopraffino moderno un punto di svolta e un desiderio interessante di riportare in auge uno stile che sembrava essere perduto. Batteria sincopata ad intessere trame con un basso scardinato a dovere e una chitarra non troppo in vista fanno di questa prova un connubio perfetto tra Beatles, Blur e Belle & Sebastian passando inevitabilmente attraverso l’ispirazione di cantautori come Badly Drawn Boy o gli italiani Battisti o Graziani in una formula interessante che ha il sapore degli anni ’60 e di quelle canzoni semplici che restavano nel tempo. Le frequenze di Tesla ci propongono dodici pezzi che parlano di realtà e che da quella stesa realtà prendono spunto per sfornare canzoni come La nuova hit, I disegni fatti sulla sabbia, Cervelli in fuga, Giovedì, Non vivo per amarti o la finale Nel mio mondo. Un disco questo che ha il sapore di un tempo andato, une bella prova d’insieme generosa nei contenuti e che si fa apprezzare per genuinità e desiderio di far rinascere uno stile esemplare. 


Bruno & The Souldiers – Kingston Funky Crime (One Drop Fellas Records)

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Intrappolato da decenni dentro ai Bruno & The Souldiers vive uno spirito antico che porta il nome di reggae e di funk, uno spirito che riesce ad accarezzare qualsiasi cosa trasformandola in pura goduria per il nostro palato e per le nostre orecchie attraverso, questa volta, un disco sopraffino ed elegante, mai forzato o prepotentemente in debito con la musica d’oltreoceano, ma piuttosto calibrato a dovere nell’intento di cercare una propria strada da seguire. Kingston Funky Crime è un album che, nonostante le cinque canzoni proposte, si trasforma in necessaria guida tra incursioni che si fanno pura psichedelia fino a comprendere radici d’insieme che sono la prosecuzione di un cammino e di un apparato notevole alle spalle, divincolato dalle mode e che trova nelle soluzioni proposte una forma desueta di strutture caraibiche altamente apprezzate. Nel disco c’è lo spazio per un paio di versioni diverse delle medesime canzoni Come Closer e la cover Crosstown Traffic di Hendrix a definire una manciata di brani che danno valore aggiunto al primo demo autoprodotto Nothing to lose e che trovano all’interno di questo piccolo album compiuto un groove davvero contagioso. 


Massimo Ruberti – Granchite Yumtruso Pt.2 (Nostress Netlabel)

album Granchite Yumtruso PT 2 - Massimo Ruberti

Sembra di entrare in una giungla o in una foresta africana, al cospetto di un minareto o alle pendici di una montagna tibetana, i suoni amalgamati a dovere rendono coscienza e trasformano la ricerca in qualcosa di arioso e internazionale, oserei dire mondiale capace di abbracciare stile e conforto immaginifico, come fosse un sogno a cui non sappiamo rinunciare. Continua la ricerca sonora di Massimo Ruberti, continua con il nuovo Granchite Yumtruso Pt2, un disco di viaggi ultraterreni capaci di condensare nell’attimo dilatato di quattro pezzi eterni un substrato di architetture che si intersecano alla perfezione suono su suono, momento su momento creando sinergia vitale, pace dei sensi e ottenebramento dell’inutilità che fa capolino giorno dopo giorno. Quello di Massimo è un disco complesso, non ha principalmente bisogno di chiavi di lettura, ma piuttosto si percepisce nella sua totalità d’insieme attraverso la cura maniacale degli arrangiamenti e delle sovrapposizioni sonore che fanno da contorno ad un risultato invidiabile. Un album che è prosecuzione naturale del precedente, già recensito su queste pagine e che si prospetta a chiudere un cerchio di rara bellezza e intensità.