Nevica Noise – Sputnik (Sound System Records)

Gianluca Lo Presti continua il percorso con la sperimentazione all’interno di una navicella composita di suoni elettronici che entrano di prepotenza oltre l’orizzonte degli eventi e cadono all’interno di un buco nero che ingloba la luce e riconsegna materia gravitazionale e particelle in grado di formare una musica carica di significati per otto tracce strumentali che dispiegano il volo e conquistano per originalità della proposta e ossigeno respirato, tra gli anfratti dello spazio e la continua ricerca liberatoria dove gli impulsi primari sono lo sfogo per entrare in una comunione concreta con le vicissitudini della vita per un album ambientato ai nostri giorni come colonna sonora satura di opportunità e qui esplosa in tutto il suo splendore grazie alla veridicità del tutto e grazie ad un comparto tecnico opportuno e destabilizzante; composizioni eseguite in tempo reale con una loop station e per l’occasione ingigantite dalle collaborazioni di Daniele Brusachetto e di Alessandro Antolini alla doppia batteria, pezzi strutturali e capaci di implementare il valore offerto in un vortice di sensazioni che va oltre il tutto in grado di scaraventarci a contemplare un mondo visto e vissuto solo nei nostri sogni.

Angela Kinczly – Tense Disorder (Neurosen/SRI Productions)

 

Disco esistenzialista che dipinge paesaggi sonori di rara bellezza coadiuvati da un mix di elettronica preponderante che ricorda le infinità concentriche di gruppi come Amycanbe e Radiohead in quattro pezzi di una bellezza che si fa sostanza e apre la strada a soddisfazioni estemporanee magnifiche e compresse, eleganti e armonizzate, dove l’esistenza e il guardarsi dentro prendono il sopravvento in un vortice che si apre con la title track Tense Disorder fino a riprodurre un’angoscia quasi soffocante che si avverte sempre più nelle altre tracce presenti per un silenzio impercettibile in Spies, passando per Dark Secret Love e la meraviglia dell’attimo in A notion, un disco che ha il sapore veramente delle cose migliori, del pop incrociato ai sogni del momento che rielabora concetti esistenziali, rinnovandoli, facendo assaporare all’ascoltatore quel gusto dell’immaginario ricreato che qui si immola a sostanza per attimi sempre più reali e cangianti.

Umberto Ti. – Cielo Incerto (New Model Label)

Umberto Tramonte, cantautore padovano ci regala emozioni da cameretta in un piccolo disco d’esordio di cinque pezzi prodotto artisticamente da Giuliano Dottori e mixato da Antonio Cupertino, un EP che racconta spaccati di vita folk blues che racchiudono le scommesse del tempo e lasciano intercettare parabole di quotidianità che si muovono velocemente e inondano gli anfratti di coscienza con brividi contemporanei a delineare cieli incerti in cui vivere e assorbendo le linee di demarcazione della nostra follia ordinaria con un qualcosa che ci tocca e ci commuove, ci rapisce e si immola ad essere energia per soddisfazioni future, da quella Città affollata, passando per la title track e la riuscita e movimentata Alibi fino a quella AngeliFantasmi ad intessere trame surrealiste in un sogno onirico e felliniano che si fa ricerca contorta di un sentimento che proprio in questo disco si accende, si consuma e ama, senza chiedere nulla la futuro, vivendo l’attimo compresso e meraviglioso.

Natura Surf – Contronatura (New Model Label)

Disco completo che per ricerca stilistica diffonde un’aurea cantautorale di impatto lasciando da parte orpelli troppo complessi per costruire in simultanea una musica alquanto eterogenea che si incastra molto bene con diversificazioni astratte che abbracciano un misto di generi e casualità che ricordano per proposta che osa quel In circolo dei Perturbazione che sapeva racchiudere nella sua interezza un bellissimo spaccato di gioventù e di introspezioni, qui raccolte però in un viaggio cosmico di dodici tracciati sonore che stupiscono fin dalle prime battute, già con la sostanziale e corale da lontano Dissonante fino a quel Groove a chiudere un viaggio circolare, espresso, marcato, divincolato ed eternamente meraviglioso dove un gruppo nuovo e fresco, con tanta esperienza dei singoli alle spalle, dona lucentezza a tracce originali, ricche e cariche di quella duttilità capace di penetrare e proporre innovazione e nel contempo divertimento in classe sopraffina cangiante metafora dello scorrere del tempo, in una bellezza che racchiude una singolarità di luce nello spazio più oscuro attorno a noi.

John Strada – Mongrel (New Model Label)

Disco che incanta per suoni costruiti e sapori amalgamati che si stagliano all’interno di un orizzonte leggendario e accarezzano strade infinite e deserte, ricoperte dalla sabbia e dal sapore del tempo che incanala un’egregia prova dal gusto america style in un preciso intento di consegnare agli ascoltatori un altro pezzo di cuore, un altro pezzo di un vivere sentito e condiviso.

John Strada per il nuovo album, totalmente in inglese, si avvale della collaborazione del grande Jono Manson, già famoso in patria per il contributo donato ai GANG e per colonne sonore come  The Postman, per un disco in grado di raccontare le vite vissute, le vite ai margini, con una voce roca, marchio di fabbrica che ricorda Springsteen focalizzando l’attenzione su ballate che non disdegnano l’elettronica, ma anzi, la utilizzano proprio per rendere la proposta più accattivante e concentrica, una proposta in grado di stabilire e rinforzare quel forte impatto con la modernità che inevitabilmente lo porta a riscoprire le proprie radici di rocker sorprendente e solitario.

Il nostro nomade in cammino registra quindici tracce che sanno come muoversi ricoprendo distanze abissali, in modo quasi struggente e nel contempo elegante, sinonimo di grande capacità intrinseca di donare un’esigenza che sa accarezzare le cose migliori.

Before Bacon Burns – La musica elettronica è il futuro (Discipline)

Concentrazioni di suoni colorati che a dispetto del titolo regalano dieci tracce di puro rock ben studiato e calibrato a dovere che nell’occasione trova spazio per giochi di parole e testi denuncia in grado di colpire a fondo e produrre una sostanza materica che ricorda per certi versi i primi lavori dei Sick Tamburo in un concentrato di stile che ben si amalgama alla voce convincente e talvolta sbarazzina di Eleonora, intessendo trame che si dipanano dall’inusuale Cipresso fino a Pragmatica, passando per i concentrati della vita vera, quella vissuta, in grado di completare un percorso raccontando dei giorni che si rincorrono e noi protagonisti attivi di tutto questo divenire passiamo il tempo, il più delle volte, a subirne le conseguenze, dimenticando la nostra forza per reagire, ancora una volta, oggi più che mai.

C’è una ricerca testuale non indifferente nei Before Bacon Burns che si basa su solidi e classicheggianti comparti musicali, nonostante questo la formula testata sembra vincente, grazie ad un disco di fraseggi ben distribuiti e di parole che di certo non possono essere dimenticate nel vento.