Tears of blood – A new way of life (Self)

Nuovi anfratti sonori per comprendere la propria esistenza attraverso un disagio interiore che si immola ad essere quintessenza di un cammino preponderante sospeso tra sonorità metal e costrutti raggiungibili attraverso il punk rock di matrice americana incastrando alla perfezione rifacimenti chitarristici in grado di smuovere quel qualcosa dentro a cui dare un nome, un bisogno, un’essenzialità di fondo che in questa musica prende il sopravvento e ci porta a conoscere in modo più profondo i Tears of blood, band dalle molteplice possibilità, capacità e speranze, in grado, attraverso questo disco, di cercare una nuova forma di comunicazione sintetizzando i suoni convogliati in un’esperienza di vita per raggiungere sensazioni esprimibili attraverso il racconto quotidiano, una potenza che si esprime grazie anche ad una capacità musicale invidiabile, una potenza testuale virata in immagini talvolta secche e tese, talvolta morbide, soffermandosi sul senso del momento sul senso di quella vita da conquistare, da raccogliere e custodire fino alla fine.

Bruno and the souldiers – Nothing to lose (Autoproduzione)

Incrociatori sonori tra reggae e ska che regalano immaginifiche e vivide fotografie di colori che si estendono creando un ponte tra passato e futuro ingabbiando quattro pezzi che sentono il bisogno di libertà, di volere riappropriarsi di parte del proprio mondo per estendere gli orizzonti creati tra sezione ritmiche puntuali e buona capacità di scrittura che mescola le carte in tavola per dare alla proposta uno spaccato quotidiano ricco di vissuti e compressioni sonore per canzoni che si muovono bene in territori conosciuti, da Feeling of creation fino alla bellissima rivisitazione di Sunny Afternoon dei The Kinks per un disco capace di costruire speranze e sogni per il futuro grazie ad un comparto tecnico e strumentale invidiabile e grazie ad un’energia positiva, una vibrazione che si estende aldilà dei confini pre – costituiti e condivisi per un’autoproduzione sincera e generosa che abbandona i cliché del caso per consegnare agli ascoltatori un EP, in attesa di nuovi sviluppi, che prima di tutto è essenza mutevole in continua trasformazione.

Maru – Maru (Resisto)

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Maru è una cantautrice polistrumentista che gioca nella sua cameretta a creare magnifiche ossessioni quotidiane in grado di amalgamare un concentrato di suoni lo-fi e pop con la canzone d’autore che fa sorridere e dando un’importanza veramente inusuale alla parola a ricoprire d’attenzioni un mondo fatto di particolari, tra la vita di tutti i giorni e le sensazioni che scaturiscono dal cuore, la nostra tra chitarra, ukulele, pianoforte e tastiera racconta di mondi non troppo immaginari in una forma canzone quasi onirica e incantata che in un attimo accoglie però tutto il suo disincanto tutta la sua imperfezione per un chiaro scuro alternato che mette in risalto le capacità della cantautrice di voler dare vita a quadri costruiti tra spruzzate di colore che si accavallano partendo da quella Zerotresettedue fino a Trucco + Astor, passando per Denti da latte e per l’irriverente Un meteo nel caffè, per un appeal sbarazzino, non troppo serio, ma in grado di far aprire gli occhi nelle giornate di pioggia, creando uno spirito reale, uno spirito giusto, per soddisfazioni future respirate a pieni polmoni.