Palm Down – Unfamiliar air in familiar places (Autoproduzione)

Risultati immagini per palm down Unfamiliar air in familiar places

Cantautorato emozionale che fa breccia e amplia vedute e orizzonti all’interno di un mondo pronto a farsi apertura e ascolto. Disco diretto, ricco di ballad suonate e cantate. Un insieme di pezzi intimi che accolgono la canzone d’autore di stampo americano trasformandola con piglio deciso in un elegante messa in scena di un suono acustico che veicolato da una voce davvero interessante contrasta la quotidianità e sa dare sfumature essenziali all’interno di un album tutto da scoprire. Il disco di Palm Down all’anagrafe Francesco Zappia, brilla di luce propria. E’ un insieme di pezzi costruiti su fondali oceanici pronti ad emergere. Dieci canzoni, prive di una vera e propria classica struttura portante. Dieci canzoni che diventano ascolto da Pros in cons passando per la tripletta magica di I swear, Bother, Nosedive fino alle sferzate di Demons and fever e la finale The shore. Un disco che potrebbe essere tranquillamente la colonna sonora di qualche serie Tv come Dawson’s creek, non in senso negativo però, anzi. La musica di Palm Down, tra Goo goo dolls e Snow Patrol in chiave acustica, sa dare spazio ad un giovane di enorme talento. 


Fallen – When the light went out (ROHS! Records)

Risultati immagini per fallen when the light went out

L’inesauribile Lorenzo Bracaloni, in arte Fallen e The Child of A Creek non smette di stupire nella creazione di stanze ambient sulfuree e materiche, introspettive e concettualmente oltre la realtà. Il suono di Fallen, qui più aperto e meno oscuro, si alterna al bisogno essenziale di concedere spazi ad aperture sonore che incontrano desertiche visioni, sogni ad occhi aperti. Sintetizzatori stereofonici conquistano l’ascoltatore attraverso rapide visioni di paesaggi che dal crepuscolo si fanno alba. Un’alba radiosa e definita. Un’alba capace di veicolare sensazioni ed emozioni che sembrano l’opposto del titolo veicolante When the light went out. Fallen con questa prova sa costruire concetti e architetture, meraviglie che si ottengono lasciandosi trasportare, lasciando intravedere luce oltre l’oscurità. Prodotto in tiratura limitata, in cinquanta copie, la nuova fatica di Fallen è un andare oltre la vita che ci appartiene. Uno scoprire futuri possibili. Futuri sostenibili e commoventi nella loro disarmante semplicità.


The mighties – Augustus (We’re fruit Records/Sob! Records)

Risultati immagini per the mighties augustus

Chitarre nasali entrano di prepotenza all’interno di un ritmo sostenuto a far rivivere la purezza immediata dei sessanta/settanta in un rock agli albori del punk. Un misto di circostanza che non cerca le mezze misure, ma piuttosto si proietta a ricoprire decadi incontrollate di sogni ad occhi aperti, di cose non dette o ancora da scoprire. Il disco dei The mighties è pieno di rimandi ad una musica che non esiste più. Racchiude al proprio interno le elucubrazioni dei The Cramps, dei primi Beatles, dei White Stripes, dei Miss chain and the broken heels in un suono concentrico a ricoprire palchi e sudore. Un suono che si muove diritto e affilato. Contorce assi di legno e schioda il culo. Muove tutto quello che ci portiamo dentro in un vortice omogeneo di paura da lasciare in disparte. Augustus è immediatezza sopraffina, è arte in chiave garage rock che ottiene i frutti sperati ascolto su ascolto, viaggio su viaggio. 


Orango – Da per terra sicuro non cado (Bananophono)

Risultati immagini per orango da per terra sicuro non cado

Granito rock che assapora sudore e palchi in dissoluzione a scuotere membra ad ottenere risultati nel lungo peregrinare umano. Da per terra sicuro non cado trasforma l’inutilità in costante bisogno di approcciarsi ad una sostanza viscerale e potente. Una sostanza non fatta di sogni, ma piuttosto di esplosività sonora che nel math rock trova conforto. Una musica di necessità quindi, cantata in italiano che vede il nostro Orango avvalersi in chiave live solo ed esclusivamente di Carlo Berbellini alla batteria e Diego Comis alla chitarra. Un trio ipotetico che diventa duo un duo che diventa trio per l’ottenimento di un effetto alquanto straniante che dal vivo è accompagnato da una voce registrata. L’apparenza che diventa illusione. L’illusione che diventa fantasma. Orango è una creatura misteriosa, una creatura che ha fatto dell’anonimato, anche in chiave live, un punto di svolta che sfocia come fiume in piena all’interno di un mare in burrasca, un mare difficile da contenere. 


Twelve back stones – Becoming (VREC)

Risultati immagini per twelve back stones becoming

Potenza granitica a profusione in grado di raggiungere apici e livelli inossidabili. Il primo album della band di Pesaro è un’attenzione per un rock d’oltreoceano capace di dare emozioni a non finire sulle strade infinite della vita. Finestrini abbassati, radio altissima e il viaggio ha inizio. Strade desertiche incorporano attenzioni per una musica capace di sfornare canzoni molto orecchiabili e in continua evoluzione. Becoming è un amore indissolubile con la vita e con i testi che fanno presa. Una musica d’insieme che sfugge ad ogni singolo controllo e si muove egregiamente da Liar a Anytime passando per il singolone On the road e pezzi come Mother e Wild sun. I Twelve back stones sanno costruire un’impalcatura notevole all’interno di canzoni che nella loro classicità non passano inosservate, ma guadagnano terreno su terreno, ascolto dopo ascolto.   


Uncledog – Passion obsession (VREC)

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Torna la band padovana Uncledog, torna con un disco che ha un tiro eccezionale e un potere costante di creare forme e architetture di facile presa, di elettrica potenza. Passion obsession arriva dopo Russian roulette del duemilaquattordici. Arriva come pugno allo stomaco e sa fondere in modo del tutto naturale un grunge di fine ’90 con tutto il funk rock degli anni a venire. Il concentrato di musica creata è un insieme di rabbia e abbandono. Un insieme di riscatto che ha il profumo e l’odore dei palchi passati, l’odore di rinascita e rivincita. Un bisogno sempre e costante di gridare la propria appartenenza. Il nuovo degli Uncledog lascia in disparte le ombre del passato per concentrarsi in un futuro magmatico e collaborare alla creazione di tracce composite e dall’ottimo inizio. I pezzi si snocciolano con velocità. Da D.E.K.E. fino a Her i nostri sanno convogliare sentimenti inespressi all’interno di un disco carico di vitalità e potenza. 


Mooniric – Banquet of melancholy (VREC)

L'immagine può contenere: 1 persona

Suoni della natura incastonati in perle elettroniche dove malinconia e introspezione si fondono assieme con qualcosa di indecifrabile nella sua intima bellezza. Il disco di Mooniric, progetto di Lunaria Wistful, racchiude al proprio interno un sapore indissolubile che diventa legame con la madre terra e sovrappone pensieri e incanti all’interno di un’impenetrabile foresta musicale. Suoni ambientali ricercano l’insperato. Mondi esoterici si intrecciano con ambizioni strutturali. Banquet of melancoly sa cogliere nel profondo un senso di pace e armonia che si intreccia con qualcosa di più oscuro, con qualcosa difficile da spiegare. Pezzi come Savage woman, Impermanence, The change, Roots non passano di certo inosservati e sanno comunicare, sanno farsi materia viva, materia reale per questo intero ascolto. Il disco di Mooniric è un condensato notturno di sapore e scoperta. Un condensato di pensieri in dissolvenza tra gli alberi di una foresta notturna e profonda. 


Atlanto – Futuri parziali (VREC)

Nessuna descrizione della foto disponibile.

Pop sospeso su sferzate di magia elettronica che si stagliano all’orizzonte e lasciano in bocca un gusto dolce amaro di semplicità nascosta nelle strutture create per l’occasione. Ritornano gli Atlanto, ritorna la band vicentina dopo anni di silenzio. Ritorna con un disco pensato per abbracciare sonorità di facile appeal con testi che parlano di quotidianità e romanticismo, a tratti troppo prevedibile, ma nel complesso in grado di dare alla forma canzone un gusto personale, un gusto che è diventato ricerca lungo le strade del tempo passato ad aspettare. Nei tre singoli principali Dimmi che mi vuoi di più, Un pomeriggio al sole, Ma come passa il tempo c’è lo zampino di Matteo Cantaluppi. Gli intrecci melodici tra chitarra e pianoforte ricordano gli ultimi Coldplay, quelli più popolari e radiofonici, passando poi inevitabilmente per band come The Giornalisti, La fame di Camilla o i Negramaro. Futuri parziali è un buon disco, ricercato nei suoni e nei colori sviluppati lungo l’ascolto. Forse manca quel tocco di originalità in più, ma son convinto che in chiave live sapranno differenziarsi dalla miriade di band simili in circolazione. Gli Atlanto sanno suonare e solo questo forse conta.   


Manco – Sedici:Noni (Apogeo Records)

Musica da viaggio dichiarata e sospesa all’interno di bolle iridescenti capaci di trasportare il colore del nostro mutamento, il colore del nostro venire al mondo. Nel nuovo di Manco si tende a sottolineare una realtà espressa in quotidianità afferrata. Una realtà in bilico e sospesa sopra ogni ragione d’essere e pronta a colmare il nostro senso di smarrimento con racconti che diventano necessari e completi. Un album fatto per seguire i sentieri della vita. Un insieme di canzoni che si muovono sostenute da un appeal rock sporcato dallo storico blues. Da Anime strette a Febbraio il nostro concede spazi al nuovo vento che verrà, ingabbiando la parola fine all’interno di mura indistruttibili. Sedici:Noni è una visione, una fotografia descritta e dichiarata, un fermo immagine che cattura lo sguardo e attraversa i nostri pensieri. Il nuovo album di Manco sa raccontare e sa farsi trovare nel posto giusto al momento giusto, proprio quando meno te lo aspetti.