Twelve back stones – Becoming (VREC)

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Potenza granitica a profusione in grado di raggiungere apici e livelli inossidabili. Il primo album della band di Pesaro è un’attenzione per un rock d’oltreoceano capace di dare emozioni a non finire sulle strade infinite della vita. Finestrini abbassati, radio altissima e il viaggio ha inizio. Strade desertiche incorporano attenzioni per una musica capace di sfornare canzoni molto orecchiabili e in continua evoluzione. Becoming è un amore indissolubile con la vita e con i testi che fanno presa. Una musica d’insieme che sfugge ad ogni singolo controllo e si muove egregiamente da Liar a Anytime passando per il singolone On the road e pezzi come Mother e Wild sun. I Twelve back stones sanno costruire un’impalcatura notevole all’interno di canzoni che nella loro classicità non passano inosservate, ma guadagnano terreno su terreno, ascolto dopo ascolto.   


Uncledog – Passion obsession (VREC)

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Torna la band padovana Uncledog, torna con un disco che ha un tiro eccezionale e un potere costante di creare forme e architetture di facile presa, di elettrica potenza. Passion obsession arriva dopo Russian roulette del duemilaquattordici. Arriva come pugno allo stomaco e sa fondere in modo del tutto naturale un grunge di fine ’90 con tutto il funk rock degli anni a venire. Il concentrato di musica creata è un insieme di rabbia e abbandono. Un insieme di riscatto che ha il profumo e l’odore dei palchi passati, l’odore di rinascita e rivincita. Un bisogno sempre e costante di gridare la propria appartenenza. Il nuovo degli Uncledog lascia in disparte le ombre del passato per concentrarsi in un futuro magmatico e collaborare alla creazione di tracce composite e dall’ottimo inizio. I pezzi si snocciolano con velocità. Da D.E.K.E. fino a Her i nostri sanno convogliare sentimenti inespressi all’interno di un disco carico di vitalità e potenza. 


Mooniric – Banquet of melancholy (VREC)

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Suoni della natura incastonati in perle elettroniche dove malinconia e introspezione si fondono assieme con qualcosa di indecifrabile nella sua intima bellezza. Il disco di Mooniric, progetto di Lunaria Wistful, racchiude al proprio interno un sapore indissolubile che diventa legame con la madre terra e sovrappone pensieri e incanti all’interno di un’impenetrabile foresta musicale. Suoni ambientali ricercano l’insperato. Mondi esoterici si intrecciano con ambizioni strutturali. Banquet of melancoly sa cogliere nel profondo un senso di pace e armonia che si intreccia con qualcosa di più oscuro, con qualcosa difficile da spiegare. Pezzi come Savage woman, Impermanence, The change, Roots non passano di certo inosservati e sanno comunicare, sanno farsi materia viva, materia reale per questo intero ascolto. Il disco di Mooniric è un condensato notturno di sapore e scoperta. Un condensato di pensieri in dissolvenza tra gli alberi di una foresta notturna e profonda. 


Atlanto – Futuri parziali (VREC)

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Pop sospeso su sferzate di magia elettronica che si stagliano all’orizzonte e lasciano in bocca un gusto dolce amaro di semplicità nascosta nelle strutture create per l’occasione. Ritornano gli Atlanto, ritorna la band vicentina dopo anni di silenzio. Ritorna con un disco pensato per abbracciare sonorità di facile appeal con testi che parlano di quotidianità e romanticismo, a tratti troppo prevedibile, ma nel complesso in grado di dare alla forma canzone un gusto personale, un gusto che è diventato ricerca lungo le strade del tempo passato ad aspettare. Nei tre singoli principali Dimmi che mi vuoi di più, Un pomeriggio al sole, Ma come passa il tempo c’è lo zampino di Matteo Cantaluppi. Gli intrecci melodici tra chitarra e pianoforte ricordano gli ultimi Coldplay, quelli più popolari e radiofonici, passando poi inevitabilmente per band come The Giornalisti, La fame di Camilla o i Negramaro. Futuri parziali è un buon disco, ricercato nei suoni e nei colori sviluppati lungo l’ascolto. Forse manca quel tocco di originalità in più, ma son convinto che in chiave live sapranno differenziarsi dalla miriade di band simili in circolazione. Gli Atlanto sanno suonare e solo questo forse conta.