Telegraph Tehran – Spettri da scacciare (Autoproduzione)

L'immagine può contenere: una o più persone e persone in piedi

Urbane grungerie distorte che narrano e raccontano di come gli amori metropolitani si sciolgano al suolo ricomponendo uno stato catatonico di amara disillusione. L’esordio dei Telegraph Tehran è uno spaccato di vita meditabondo che ingloba il pensiero della nuova gioventù che avanza, musica per chi è senza vincoli, ma anche per chi si ritrova così spaesato in un mondo che gli sembra non appartenere più. La peculiarità del gruppo di Bologna sta nel fondere lo shoegaze con un qualcosa di già sentito negli anni ’90 imprimendo alla controcultura odierna uno stato larvale pronto ad esplodere in qualsiasi momento. Pezzi simbolo come Carmica, Il sentimento del tempo, Tv Show o La tua immagine sono l’esemplificazione di un tutto che accosta sentimenti a potenza, meditazione e introspezione all’energia che si staglia oltre tutto quello che conosciamo in un’omogeneità di fondo che colpisce sicuramente a dismisura anche perché di primo disco sempre si tratta. Maturità quindi centellinata che in Spettri da scacciare trova un avvio davvero interessante, sicuramente da tenere d’occhio e in considerazione per nuove e future aperture sonore.

Clustersun – Surfacing to breathe (Seahorserecordings)

Suoni siderali che si accasciano al suolo con chitarre deflagranti e conturbante attesa per questa seconda prova dei Clustersun. A tre anni di distanza dall’esordio Out of you ego i catanesi impastano a dismisura voci provenienti dagli anni ’80 impalcate a dovere su strutture di uno shoegaze moderno concentrando attimi di potenza espressa attraverso muri sonori portanti che fanno da contraltare al bisogno di esprimere un dolore interiore, un sentimento che vuole uscire, vuole estrapolare la realtà dalle macerie del tempo e consegnare una prova intrisa di significati che si muove egregiamente tra introspezione e potenza incontrollata. Il rock spaziale e il post incentrato sulla ricerca fa capolino e sottrae l’inutilità per apparire in pezzi cosmici come l’iniziale Raw Nerve, passando per Lonely moon, Surfacing to breathe e il finale lasciato al futuro di Event Horizon. Il nuovo disco dei Clustersun è un concentrato di prodezze ricercate, un passo verso il buio interiore che ammanta, un risultato che sorprende senza mezze misure.

Palmer Generator – Discipline (Astio Collettivo/Torango)

Disco in famiglia che abbraccia i tempi migliori in lisergiche ambientazioni di paesaggi marini pronti a subentrare ad una terra in grado di cambiare ad ogni movimento e soprattutto in grado di comprendere le costruzioni del tempo tanto da valorizzarle in attimi elettrici e fotovoltaici attraverso una psichedelia stratosferica che si rispecchia molto nel post rock degli Explosions in the sky per un disco completamente strumentale che abbandona territori conosciuti per farci addentrare in un mondo inquieto e capovolto dove l’uomo deve uscire dal legame con la macchina per auto costruirsi un’identità fondante e autonoma in grado di comprendere i meccanismi che vanno oltre l’ingranaggio e si affacciano al pensiero con costanza e forza cangiante, da Persona fino a Domain, in mezzo abbiamo l’evoluzione di una società in un concept atmosferico in grado di sottolineare, ancora una volta, l’importanza dell’impatto emozionale su tutto il resto, intensificando un lavoro che si esprime soprattutto in chiave live, tra sudore e intensità, tra speranza e decandentismo evolutivo.