FUMETTI – Giorgio Pandiani – Un giorno sul fiume (e altri racconti) – (Autoproduzione)

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Titolo: Un giorno sul fiume (e altri racconti)

Autori: Giorgio Pandiani

Casa Editrice: Autoproduzione

Caratteristiche: brossura, carta riciclata, b/n

Prezzo: 11,53 €

 

Se l’illustrato Nel bosco, scritto e disegnato da Charline Collette e precedentemente recensito su queste pagine virtuali, è un inno alla semplicità del quotidiano capace di narrare la purezza nel percepire un determinato ambiente mantenendo una connotazione ecologista, l’autoproduzione del bravissimo Giorgio Pandiani ha il sapore di un testo da preservare che profuma di introspezione accogliendo quel senso di incertezza che caratterizza il nostro vivere.

Dopo il trittico autoprodotto Radici, recensito su Indiepercui, Giorgio Pandiani riesce con una naturalezza da primo della classe ad addentrare il proprio pensiero nei meandri oscuri del progresso sottolineando gli aspetti di una società in declino attraverso tavole disegnate che sono concentrati di poesia a raccontare storie che in qualche modo sembrano intrecciarsi nonostante una connotazione eterogenea e implicitamente singolare.

Una piccola autoproduzione dal forte impatto sociale che brilla di luce propria e veicola messaggi con uno stile personalissimo, chiaro e profondo, a racchiudere significati che trovano nella natura un modo diverso di percepire il mondo partendo dai vissuti del singolo individuo. Quello stesso singolo uomo che diventa vagabondo errante nel racconto finale Un giorno sul fiume ad annunciare il nuovo che verrà.

Devo essere sincero, non pensavo di riuscire ad emozionarmi ancora tanto davanti ad una serie di racconti così minimali, ma potenzialmente unici. Il pregio sta forse nella scelta di mantenere un’indipendenza personale, ma anche di correre incontro ad una capacità che avevo percepito già in Radici, quella qualità di saper disegnare quadri inglobanti significati universali partendo dalle cose di ogni giorno.

Un giorno sul fiume (e altri racconti) riesce, con una dose di vero amore per l’universo intero, a costruire architetture trasversali toccando diversi ambiti narrativi e cercando di cambiare le regole del nostro stare partendo da ciò che ci sarà, forse, un domani. Un fumetto autoprodotto dove la solitudine e l’impotenza verso l’ignoto cosmico diventano materie tangibili ad abbracciare sentimenti quotidiani e stili di vita da modificare in un incedere che profuma di rinascita oltre ogni aspettativa.

Per info e per acquistare il fumetto: 

https://www.giorgiopandiani.com/2022/12/un-giorno-sul-fiume-e-altre-storie.html

Giove – Oustream (Autoproduzione)

OUTSTREAM

Pezzi convincenti altri leggermente inferiori ad ottenere strutture che trovano nella storia della musica la soluzione complementare per implementare suoni e aggiungere un gusto personale e retrò ad una poetica intrisa di piccole perle da percepire e far emergere. Ci sono elementi che provengono direttamente dagli anni ’80 in questo Oustream a ricondurre l’ascoltatore su territori che diventano familiari, ma quando meno te lo aspetti abbandonano la strada sicura per delineare una sorta di nuovo cammino da seguire. I Giove, con una pluridecennale esperienza alle spalle, riescono a far emergere uno spirito alternative pur nuotando nel vasto mondo del rock, attraverso sensazioni da veicolare e speranze da incidere nei solchi di questo e altri mondi. Oustream non segue il filone della sperimentazione, ma piuttosto rappresenta un buon punto di inizio da dove poter costruire nuove ed esaltanti avventure sonore.

Arsen Palestini – Social Nearness (Autoproduzione)

arsenpalestini (@arsenpalestini) / Twitter

Album dei cinquant’anni per il matematico che fa rap Arsen Palestini. Album composito, multisfaccettato, pieno di collante con il mondo che ci insegue ogni giorno, a ritrovare, nelle rime perdute, una sorta di armonia urbana a colpire la banalità del male. Social nearness mescola suoni, lo fa ardentemente e senza mezze misure, osando a più non posso e seguendo correnti ascensionali che diventano strutture pronte ad immolarsi ad architetture contemporanee in una ricerca stilistica del tutto personale e originale. L’attrazione per il mondo in dissoluzione è uno dei tanti punti fissi di un disco pieno di influenze. Suoni trip hop, funk esageratamente manipolati riescono a creare un flusso magmatico che non perdona. Un flusso che percepisce gli umori di un tempo e cerca di veicolarli da True fate fino a Ma no non è possibile per un risultato d’insieme aspro e ben congegnato a regalare poesie urbane da poeta di strada contemporaneo.

Animaux formidables – We are all animals (Autoproduzione)

Animaux Formidables, "We Are All Animals": la recensione - TRAKS

Fuzz a manetta a disincrostare la realtà attraverso una musica capace di concentrare garage, blues, pesantezza e leggerezza in una formula dal sapore vintage che brilla per contemporaneità raggiunta e vissuta. Il duo mascherato degli Animaux formidables racconta, attraverso la descrizione di un’urgenza espressiva ben rappresentata, il bisogno di colpire alla pancia dell’ascoltatore con un insieme di suoni coinvolgenti e sparati a mille in grado di attraversare la quotidianità e pronti a generare elettrizzante consapevolezza grazie ad un talento e ad una bravura unici. Sono dieci i brani registrati in analogico e in presa diretta da Marco Fasolo dei Jennifer gentle e degli I hate my village a ricucire un rapporto con sonorità d’oltreoceano, qui in Italia non troppo ascoltate e stupendamente rappresentate grazie ad un apporto geniale dove pieno e vuoto diventano essenzialità creata per colpire. We are all animals, nonostante l’immediatezza del primo ascolto, è un album che profuma di capolavoro scuotendo, da dentro, la polvere del nostro esistere.

Fernweh – Tríptiko – A vision inspired by H. Bosch (Autoproduzione)

Tríptiko

Elettronica in concentrazioni atmosferiche sprigiona energia dal substrato che diventa tensione rendendo immersiva una proposta post futurista in grado di assemblare parti smembrate ed eteree grazie ad una sperimentazione che sembra non avere fine. I Fernweh mettono su disco stati di allucinazione incasellata attraverso un album che strizza l’occhio ad arrangiamenti da film di fantascienza pur rimanendo ancorati in un futuro del tutto passato. Ci sono elementi intuitivi e altri destrutturati capaci di rendere la proposta un insieme cesellato di momenti, situazioni, attimi immersivi e comunicativi per un risultato d’insieme entusiasmante e degno di essere percepito come tale. Quindici movimenti per un’esperienza sensoriale che ruota attorno al grande pittore Hieronymus Bosch, fiammingo e precursore di uno stile che sfrutta la psicoanalisi per accedere ai meamdri più segreti del nostro stare. Tríptiko è un viaggio ultraterreno che profuma di bellezza e bisogno sempre vivo di pensare oltre il comune sentire.

Federico Raviolo – La pozzanghera che si credeva il cielo (Autoproduzione)

la pozzanghera che si credeva il cielo federico raviolo

Crepuscolari visioni di una contemporaneità sospesa nel guardare, oltre il blu predefinito e impostato, una sorta di bagliore pallido che possiamo percepire laggiù oltre l’infinito orizzonte all’interno di una poesia che diventa lettura a riempire stanze scarsamente arredate in attesa di un nulla migliore che mai arriverà. Federico Raviolo ci consegna elucubrazioni accerchiate e inglobate da una voce autorale che sposa l’indefinito esistere tra sospensioni introspettive alla Emidio Clementi che incontra gli Offlaga Disco Pax in un vortice simultaneo con tutto ciò che ci portiamo dentro riflettendo sospensioni e sentimenti che profumano di novità in un’epoca satura di immagini vorticose e musica senza gusto. La pozzanghera che si credeva il cielo non vive di ossimori, ma di esperienze. E’ un tentativo di aprire il cuore e la mente al disagio nel venire al mondo, espresso questo attraverso componimenti informali e discorsivi, grazie ad una scelta stilistica originale e inusuale che conserva quella bellezza da custodire nei giorni a venire.

Andrea Marchesino – Pezzettini (Controra Records)

Pezzettini

Elucubrazioni su basi meditative che concentrano il respiro inglobato in grotte capaci di accogliere i desideri più nascosti, analizzando suoni a profusione magnetici e contemporanei che trovano nella sperimentazione un punto di contatto con la terra, con le visioni circostanti, con un’anima pulsante pregna di lirismo mai esploso, ma capace di incorporare attimi fuggevoli e toccanti a dismisura. Pezzettini è un disco ramingo, sa di pioggia e di polvere, di giornate serene e tempeste sopra la testa. Un album di fuggevole chitarra jazz ad interpretare robe altisonanti tipo Ry Cooder, Astor Piazzolla, Baden Powell in un vortice di sensazioni create che difficilmente si possono incasellare, ma che contengono la chiave segreta per questo ed altri mondi. Andrea Marchesino ci consegna un album di un’introspezione che brilla di luce propria riuscendo a cogliere, attraverso le sfumature, le mille ragioni del nostro esistere.

A giant echo – Resins 2 (Autoproduzione)

A GIANT ECHO - Resins 2 - Radiocoop

Atmosfere dilatate danno all’ambiente circostante una sensazione notturna in divenire che calpesta gli angoli di cielo ancora da conquistare per rendere perpetua quella ricerca di bellezza da assaporare e da vivere oltre ogni universo percepito. Il nuovo di A giant echo, all’anagrafe Sergio Todisco, è un disco meraviglioso. Un album che sprigiona l’intimità meglio conservata di un Billy Corgan del periodo Mellon Collie, Adore, incrociato alle malinconie di certi Beatles per approdare in territori tanto cari a geni indiscussi del calibro di Elliot Smith e Nick Drake per un sodalizio con la canzone d’autore d’oltremanica a insaporire tempo e costanza, amalgamando cose necessarie, intagliando costrutti da assemblare nella percezione di un qualcosa di fantastico. Sono parti di un unico insieme. Resine di uno stesso albero. Sentori che vanno oltre le aspettative. Proiezioni di un tempo migliore. Un insieme di validi pezzi che danno valore, sempre più reale, alle meditazioni qui elaborate.

Duck baleno – Popa’s nightmare (Autoproduzione)

Sperimentazioni elettroniche e autorali che si fondono con una psichedelia non troppo criptica a centrare energicamente una bellezza profusa da annusare e respirare per tutta la durata del disco. Nell’esperimento di Francesco Ambrosini già con C+C=Maxigross ci sono visionari elementi inscindibili con tutto ciò che portiamo dentro a recuperare una musica fatta di riff e sostanza, di ritornelli incisivi e melodie che ti entrano in testa e non ti lasciano più. Il suono dei Duck baleno è un incrocio tra MGMT e Gorillaz, di Arctic Monkeys e di Gennifer Gentle in un brusio collettivo che pian piano prende forma per concentrare l’attenzione all’interno di canali poco usuali, ma magicamente unici. Ci sono momenti esplosivi e altri più meditativi e catartici in Popa’s nightmare, c’è il bisogno di scoperta e il bisogno, in contemporanea, di poter percepire luoghi famigliari e personali. Un disco, questo, di altissimo spessore.


Zanghi – Notes from my garden (Autoproduzione)

Copertina di ZANGHI Notes from my garden

Musica in libertà ad implementare momenti introspettivi con altri più vivaci andanti in un tessere continuo forme e costruzioni che vanno ad aggiungere qualità sonora ad un disco fatto di passione e perenne ricerca estetica in divenire. Zanghi, all’anagrafe Silvano Zanghirati, ci consegna un disco di jazz raffinato impreziosito da interventi soul, blues, funky, all’interno di un mondo, un universo, creato per stupire ascolto dopo ascolto. Otto tracce riescono a delineare una sorta di giardino naturale che perpetua visioni in grado di acquerellare la bellezza circostante in un paradisiaco momento notturno nel quale percepire la meraviglia del giorno che verrà. Da Hypnotized,  conturbante visione d’insieme, fino a Time is right, passando per Lontano da te, Strana città, Snow flake o la riuscitissima Libera il cuore, il nostro, coadiuvato da notevoli musicisti di spessore, riesce a colorare un momento, un attimo che forse non tornerà più.