A giant echo – Resins 2 (Autoproduzione)

A GIANT ECHO - Resins 2 - Radiocoop

Atmosfere dilatate danno all’ambiente circostante una sensazione notturna in divenire che calpesta gli angoli di cielo ancora da conquistare per rendere perpetua quella ricerca di bellezza da assaporare e da vivere oltre ogni universo percepito. Il nuovo di A giant echo, all’anagrafe Sergio Todisco, è un disco meraviglioso. Un album che sprigiona l’intimità meglio conservata di un Billy Corgan del periodo Mellon Collie, Adore, incrociato alle malinconie di certi Beatles per approdare in territori tanto cari a geni indiscussi del calibro di Elliot Smith e Nick Drake per un sodalizio con la canzone d’autore d’oltremanica a insaporire tempo e costanza, amalgamando cose necessarie, intagliando costrutti da assemblare nella percezione di un qualcosa di fantastico. Sono parti di un unico insieme. Resine di uno stesso albero. Sentori che vanno oltre le aspettative. Proiezioni di un tempo migliore. Un insieme di validi pezzi che danno valore, sempre più reale, alle meditazioni qui elaborate.

A Giant Echo – Songs by ghosts and machines (Autoproduzione)

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Un foglio ad accompagnare un disco, le cose genuine che piacciono a me, personali, scritte con il cuore e con una passione che non chiede info per recensioni facili o contatti ammiccanti, ma piuttosto punta sul personale, sul senso intero di un lavoro che viene prima di tutto dal di dentro. A Giant Echo è il progetto, uno dei tanti, di Sergio Todisco, per la precisione il disco totalmente autoprodotto Song by ghosts and machines è un album stratosferico sotto molti punti di vista. Ci sono echi ben delineati degli anni ’90 si incontrano le ballate acustiche degli Smashing Pumpkins con una voce che in certi fraseggi assomiglia a quella del Corgan migliore, passando poi per i richiami a ping pong vocali di band come Sigur Ros e intercettando le più moderne sensazioni che la musica di James Blake o Bon Iver sa dare in un concentrato davvero importante e ben arrangiato, un rock di matrice britannica che non disdegna un salto d’oltreoceano nel profondo senso di un cantautorato da stupore continuo. Quello che mi viene da dire a Sergio è di stampare il disco, quello arrivato era masterizzato, di investirci su qualcosina, secondo me ne vale assolutamente la pena in quanto originalità, capacità di scrittura e emozioni libere di creare sono tutti ingredienti che possiamo percepire in questa piccola opera contemporanea.