Federico Raviolo – La pozzanghera che si credeva il cielo (Autoproduzione)

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Crepuscolari visioni di una contemporaneità sospesa nel guardare, oltre il blu predefinito e impostato, una sorta di bagliore pallido che possiamo percepire laggiù oltre l’infinito orizzonte all’interno di una poesia che diventa lettura a riempire stanze scarsamente arredate in attesa di un nulla migliore che mai arriverà. Federico Raviolo ci consegna elucubrazioni accerchiate e inglobate da una voce autorale che sposa l’indefinito esistere tra sospensioni introspettive alla Emidio Clementi che incontra gli Offlaga Disco Pax in un vortice simultaneo con tutto ciò che ci portiamo dentro riflettendo sospensioni e sentimenti che profumano di novità in un’epoca satura di immagini vorticose e musica senza gusto. La pozzanghera che si credeva il cielo non vive di ossimori, ma di esperienze. E’ un tentativo di aprire il cuore e la mente al disagio nel venire al mondo, espresso questo attraverso componimenti informali e discorsivi, grazie ad una scelta stilistica originale e inusuale che conserva quella bellezza da custodire nei giorni a venire.