Duck baleno – Popa’s nightmare (Autoproduzione)

Sperimentazioni elettroniche e autorali che si fondono con una psichedelia non troppo criptica a centrare energicamente una bellezza profusa da annusare e respirare per tutta la durata del disco. Nell’esperimento di Francesco Ambrosini già con C+C=Maxigross ci sono visionari elementi inscindibili con tutto ciò che portiamo dentro a recuperare una musica fatta di riff e sostanza, di ritornelli incisivi e melodie che ti entrano in testa e non ti lasciano più. Il suono dei Duck baleno è un incrocio tra MGMT e Gorillaz, di Arctic Monkeys e di Gennifer Gentle in un brusio collettivo che pian piano prende forma per concentrare l’attenzione all’interno di canali poco usuali, ma magicamente unici. Ci sono momenti esplosivi e altri più meditativi e catartici in Popa’s nightmare, c’è il bisogno di scoperta e il bisogno, in contemporanea, di poter percepire luoghi famigliari e personali. Un disco, questo, di altissimo spessore.